Ecco il testo della lettera:
“Lo svolgimento della splendida serata della “Notte piccante” mi da lo spunto per riprendere la questione dell’informazione televisiva pubblica fornita dalla redazione Rai regionale di Cosenza.
Infatti, pur di fronte ad un evento di così straordinarie dimensioni (oltre 150.000 presenze), la prima del genere a Catanzaro, città Capoluogo di regione, la Rai calabrese si è limitata, nelle tre edizioni di domenica 30 settembre, a mandare in onda due servizi (ore 14 e 19.30) della durata di 40 secondi. Silenzio assoluto nell’edizione della notte. Il comportamento da parte della Rai calabrese non è stato altro che uno dei tanti episodi di discriminazione del Capoluogo di regione.
Non voglio con questo alimentare sterili campanilismi, ma un comportamento simile non può essere sottaciuto proprio perché non aiuta ne a smorzare le contrapposizioni territoriali che da qualche parte della regione vengono agitate, ne tanto meno la crescita e lo sviluppo di una Regione come la nostra che avrebbe bisogno di sinergie e non di differenziazioni.
Al di là della presenza di una sede Rai nel Capoluogo, esigenza che non può più essere rinviata, emerge chiaro come, nel caso specifico, è manca anche l’obiettività giornalistica e quel diritto di cronaca che dovrebbe animare ogni singolo cronista. Il dovere, cioè, di raccontare i fatti di ogni angolo Centro della nostra Regione, senza discriminazione o privilegio, dando uno spaccato veritiero della realtà calabrese. I calabresi hanno il diritto di fruire di un servizio pubblico imparziale ed attento immune da condizionamenti.”