Catanzaro, i detenuti al lavoro nel quartiere Corvo

Pulizia delle strade, delle aiuole, potatura degli alberi: una riabilitazione socialmente utile 

Il dibattito sulle carceri italiane, specialmente al Centro Sud Italia, ha più volte portato all’attenzione pubblica l’estrema durezza delle condizioni di vita dei detenuti. A ciò si aggiungono le grandi difficoltà incontrate da queste persone, una volta scontata la pena, nel reperimento di una collocazione lavorativa e sociale. Il penitenziario di Catanzaro rispecchia appieno le statistiche: presenta infatti un sovraffollamento ed una carenza di organico stimati rispettivamente al 40% e al 50%, come hanno affermato recentemente i deputati Pd Franco Laratta e Nicodemo Oliverio. 

Ogni tanto c’è spazio però per qualche notizia più incoraggiante in merito. Da qualche giorno infatti, al quartiere Corvo, alle 8 di mattina arriva una camionetta della Polizia Penitenziaria, che trasporta al lavoro cinque detenuti selezionati per un progetto lavorativo finalizzato alla pulizia dell’area.

Sono stati infatti falciate le erbacce dalle aiuole circostanti il Palazzetto dello Sport e potati alcuni alberi, lasciati per lungo tempo senza questo tipo di cura. Sono state inoltre riportate in una condizione di decoro le stesse aiuole, invase da rifiuti di vario genere depositati da giorni, nel pieno abbandono.

Questo progetto è stato promosso dall’Unione Europea, in collaborazione con la Regione Calabria. Hanno aderito alcune associazioni di volontariato, tra cui l’associazione Onlus Sacro Cuore e la Comunità Progetto Sud

L’obiettivo sarà quello di permettere a queste persone di svolgere dei veri e propri tirocini della durata di dodici mesi. La Catanzaro Servizi s.p.a. collaborerà alla realizzazione di questo tipo di attività, in ragione delle proprie necessità di organico da impiegare sul territorio. Le pulizie della città sono iniziate in Villa Trieste, storico parco cittadino, e, trascorsa la mattinata lavorativa di oggi, l’ultima al Corvo, continueranno nell’area di Germaneto. I detenuti potranno così, opportunamente sorvegliati, trascorrere alcune ore di attività socialmente utili e qualificanti. Oltre che alla pulizia della città, potranno essere impiegati nei magazzini di alcuni supermercati. A tal fine, hanno partecipato ad una selezione e sono stati scelti coloro che scontano pene per le quali la giurisprudenza prevede la possibilità di uscire dal carcere. Tra di loro, ce n’è anche uno che svolgerà la sua funzione senza la necessità della sorveglianza.
Questo tipo di attività è disciplinato dalla legge n. 354 del 1975, che in alcuni suoi articoli regolamenta i casi in cui il detenuto può uscire dal penitenziario per lavorare all’esterno. A seguito dell’approvazione del magistrato di sorveglianza, costui può infatti essere ammesso. Nei casi più gravi, per esempio l’ergastolo, attività di questo genere sono possibili solo dopo che siano stati scontati almeno dieci anni di pena. «È una grandissima possibilità che si offre loro, data la difficoltà che incontrano i detenuti a reinserirsi in società una volta scontata la pena», afferma la responsabile del progetto Arianna Mazza. «Tale progetto si rivolge anche agli ex detenuti, che fanno molta fatica ad ottenere fiducia da un datore di lavoro».

Fonte: EUROPA _ EUROPE

Autore: Massimiliano Nespola

Autore

Salvatore Ferragina

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