Gli effetti dell’inchiesta Why Not stanno avendo un effetto boomerang su alcuni dei suoi protagonisti. In primo luogo, lo scorso 24 settembre io Tribunale di Roma ha condannato in primo grado Luigi De Magistris, ex pm a Catanzaro e attuale sindaco di Napoli, e Gioacchino Genchi, ex consulente di De Magistris, per abuso d’ufficio, per avere acquisito tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza il consenso delle camere.
Tra i parlamentari in questione ci sono Clemente Mastella, Francesco Rutelli, Sandro Gozi, Romano Prodi e i calabresi Antonio Gentile e Giancarlo Pittelli, costituiti parte civile nel processo a carico dell’ex magistrato. Alla sentenza si accompagna una provvisionale di 20mila euro per il risarcimento danni nei confronti dei sopracitati onorevoli. Di più, sarebbero già state avviate le procedure per il pignoramento di una parte dell’indennità del sindaco di Napoli.
Immediata e incontenibile la reazione di De Magistris che parla di un «sistema che reagisce contro di me col tritolo istituzionale e ha l’obbiettivo di distruggere professionalmente, istituzionalmente, moralmente chi ha osato contrastare la casta».