“La vera utopia non e’ la caduta del muro, ma quello che e’ stato realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa”. Wim Wenders parla davanti ai Nobel per la Pace a Berlino. Esplodono gli applausi nella grande sala del “Municipio Rosso” che ospita i delegati del X Summit dei Premi Nobel per la pace, al termine dell’intervento del famoso regista tedesco che in Calabria la scorsa estate ha girato “Il Volo” tra Scilla, Badolato e Riace. Non si vedono ancora le immagini dei volti e dei luoghi di cui Wenders parla ma le sue parole evocative sembrano quelle di un profeta. E cresce e si diffonde anche cosi’ l’attesa di vedere quel cortometraggio interamente in 3D.
“Il vero miracolo non e’ qui, ma in Calabria, dove per la prima volta ho davvero visto un mondo migliore”, ha detto Wenders raccontando la sua esperienza tra i rifugiati di Riace, durante le riprese.
“Ho visto un paese capace di risolvere, attraverso l’accoglienza, non tanto il problema dei rifugiati, ma il proprio problema: quello di continuare a esistere, di non morire a causa dello spopolamento e dell’immigrazione. E ho voluto raccontare questa storia in un film che ha come attori i veri protagonisti.”.
“Ho incontrato un uomo d’azione, molto responsabile”, ha aggiunto Wenders raccontando con le parole del suo sindaco, Mimmo Lucano, la storia di Riace.
“Mi ha raccontato – ha continuato il regista – che il Paese era semi-abbandonato, che tante volte si e’ chiesto come far diventare Riace un luogo di arrivo e non solo un luogo di partenza.
Mi ha raccontato di quando vedeva arrivare dal mare i profughi, con il volto segnato dalla stanchezza, un volto che ricordava quello dei calabresi migranti.
Mi ha raccontato di come sono state riaperte le case del paese, lasciate chiuse da anni di emigrazione e abbandono”.
“Questa storia – ha concluso Wenders – deve farci riflettere su come sia possibile far convergere l’obiettivo dell’accoglienza con quello dello sviluppo locale. Riace ha mostrato che cio’ e’ possibile, spalancando le porte al futuro. Questa e” un’esperienza locale che pero’ ha una valenza globale. E’ un insegnamento rivolto al mondo”.
(AGI) – Berlino, 11 nov.
“Il vero miracolo non e’ qui, ma in Calabria, dove per la prima volta ho davvero visto un mondo migliore”, ha detto Wenders raccontando la sua esperienza tra i rifugiati di Riace, durante le riprese.
“Ho visto un paese capace di risolvere, attraverso l’accoglienza, non tanto il problema dei rifugiati, ma il proprio problema: quello di continuare a esistere, di non morire a causa dello spopolamento e dell’immigrazione. E ho voluto raccontare questa storia in un film che ha come attori i veri protagonisti.”.
“Ho incontrato un uomo d’azione, molto responsabile”, ha aggiunto Wenders raccontando con le parole del suo sindaco, Mimmo Lucano, la storia di Riace.
“Mi ha raccontato – ha continuato il regista – che il Paese era semi-abbandonato, che tante volte si e’ chiesto come far diventare Riace un luogo di arrivo e non solo un luogo di partenza.
Mi ha raccontato di quando vedeva arrivare dal mare i profughi, con il volto segnato dalla stanchezza, un volto che ricordava quello dei calabresi migranti.
Mi ha raccontato di come sono state riaperte le case del paese, lasciate chiuse da anni di emigrazione e abbandono”.
“Questa storia – ha concluso Wenders – deve farci riflettere su come sia possibile far convergere l’obiettivo dell’accoglienza con quello dello sviluppo locale. Riace ha mostrato che cio’ e’ possibile, spalancando le porte al futuro. Questa e” un’esperienza locale che pero’ ha una valenza globale. E’ un insegnamento rivolto al mondo”.
(AGI) – Berlino, 11 nov.