Sempre più famiglie attanagliate dai debiti e sempre più gesti disperati di chi perde le speranze. I lavoratori reagiscono con proteste choc fino al tentativo di suicidarsi. Ma anche i disoccupati, soprattutto quelli che da anni attendono che la giustizia emetta delle sentenze che risolvano alcuni dei loro problemi. È il caso di A. V., imbianchino di 39, anni che ieri mattina ha tentato di darsi fuoco davanti al Tribunale lametino incatenandosi e cospargendosi di benzina. La sua disperazione nasce da una vicenda giudiziaria che risale a dieci anni fa, con una causa davanti al giudice di pace.
Il disoccupato s’è presentato davanti al Tribunale intono alla 9.20. Prima s’è incatenato ad un paletto sotto la scalinata, poi ha tentato di darsi fuoco versandosi addosso della benzina che s’era portato in una bottiglietta da mezzo litro. Un gesto che immediatamente ha richiamato l’a t t e nzione della guardia giurata di servizio all’ingresso del Palazzo di giustizia. La guardia ha dato l’allarme e nel contempo ha tentato di dissuadere il disoccupato che era particolarmente nervoso. Soprattutto all’arrivo d’una pattuglia di carabinieri in moto.
Quando ha visto i militari l’operaio ha tirato fuori la bottiglietta ed ha cominciato a svuotarsela in testa. I carabinieri l’hanno subito fermato, ma anche loro si sono presi una dose di liquido infiammabile. osì in ospedale oltre all’i m b i a n c h ino, che è stato ricoverato per accertamenti soprattutto alle vie respiratorie, sono finiti anche i due militari intervenuti colpiti dagli schizzi di benzina negli occhi. La causa dell’uomo disperato cominciata nel 2004 per un risarcimento danni viene puntualmente rinviata di anno in anno. Sembrano essere queste ultime le motivazione del gesto eclatante. In Piazza della Repubblica sono arrivati anche i vigili del fuoco che dopo la protesta hanno messo in sicurezza l’area dov’era stato riversato il carburante.
GASUD