Quanto coraggio ci vuole a proseguire il proprio cammino, avendo la necessità di avere sempre al proprio fianco la giusta guida?
Se non si è parte in causa, diventa fin troppo facile giudicare. Compra questo, cedi quello, restituisci quello in prestito, prendi lo svincolato. Sarà mica diventato un mercatino?
La complessità del ruolo, di chi occupa posizioni di vertice, è fuori dalla portata dei comuni tifosi, al punto che certe volte non si ha l’idea di quante variabili entrino in gioco.
Certe volte il budget bisogna saperlo mettere nelle mani giuste, altrimenti si buttano via i soldi. Sul punto le precedenti gestioni qualcosa avranno pur insegnato.
Si diceva delle complessità del ruolo. Beh cosa possiamo aggiungere?
Per esempio che nel giro di pochi mesi, per quello che compete al presidente di una squadra di calcio, si è passati dal toccare il cielo con un dito al prendere a pugni le porte.
L’acquisto della società, la mega conferenza stampa di 1 ora e 35 minuti, il tripudio dei tifosi, le prime vittorie e poi la preparazione sbagliata, l’infermeria piena, le prime papere di Erra e la successiva sostituzione con Dionigi, la nuova verve della squadra, la sentenza del tribunale per fatti di 5 anni prima, i primi segnali di cedimento, il mercato di riparazione che “acconza e sconza”, la serie infinita di errori e di sconfitte, le dimissioni in blocco di tutto lo staff, il ritorno di Logiudice, il nuovo mister Pancaro, l’encefalogramma piatto della squadra.
Tutto questo d’un fiato in 9 mesi, da luglio 2017 a marzo 2018.
A noi tifosi ogni tanto piace scherzare, ragioniamo con i numeri che non abbiamo. Affibbiamo con estrema facilità l’etichetta del cavallo di razza, come quella del brocco. Ma lo facciamo con abilità magistrale, tanto che quando il brocco diventa un fenomeno da un’altra parte, per noi tifosi cambia poco perché tanto ormai è “fuori dal Sansinato”.
Sta brutta galleria che sportivamente (e non solo) ci divide dal resto del mondo, ma in fondo ci accomuna a tutti gli altri tifosi.
Vogliamo vincere! Come vuole la prassi.
E il presidente non è che sta lì per caso, si sente anche lui chiamato a questo imperativo morale. Ma non ha la bacchetta magica e ha bisogno di avere accanto a sé la giusta guida di cui si parlava prima.
Ha scelto Logiudice, persona stimata da molti, senza dubbio uomo da Catanzaro, lui che quella maglia l’ha indossata.
Insomma, come primo anno non c’è male, si potrebbe addirittura scriverci un libro. Certo, ancora è presto per tirare le somme, ma nonostante la perdurante serie di sconfitte, aleggia la fiducia e la convinzione che sia solo una questione di tempo.
Il futuro non può che sorridere a chi avrà il coraggio delle proprie scelte e la consapevolezza di far parte di un grande progetto. A questo punto della stagione si può iniziare a programmare, ma ricordiamoci che c’è ancora da conquistare una posizione dignitosa in classifica e da disputare il Derby di ritorno.
Con tutte le differenze del caso, presidenza staff squadra e tifosi, oggi siamo tutti uniti come non mai.
Vogliamo la stessa cosa: VINCERE!
Davide Greco
Per adesso mi basta salvarmi, in quanto a noi tifosi siamo da sempre la parte sana, le critiche più che giusticate sono sempre arrivate dopo un percorso. Anch’io ho sempre sostenuto che alcuni giocatori sono iper criticati e che poi da un’altra parte giocano bene, però se non li alleni bene e non li metti nella giusta posizione non possono fare miracoli
Comunque possibile che nessun presidente riesca a scegliere bene i propri collaboratori??? Non è che a Catanzaro vige la regola della raccomandazione???
grazie e complimenti per il contributo. Lo condivido in pieno.
E’ comunque sempre lo stesso mantra. Anche per salvarsi L’IMPERATIVO E’ U-NO SO-LO: VINCERE!!!