C’è la coreografia per “Massimo Capraro” gioca il Catanzaro, l’orario è alle 14.00 e certamente non aiuta a riempire gli spalti, poi la concomitanza della Juve che scende in campo alle 12.30 incide pure, però, nel bene e nel male, poco più di duemila spettatori al “Ceravolo” arrivano.
Non sono molti e lo sappiamo, è inutile negarlo. Catanzaro di solito risponde diversamente, ma forse dalla vittoria di ieri e dall’impensabile (se pensiamo dove eravamo dopo la sconfitta interna con il Matera) posizione di classifica in cui ci troviamo, adesso potrebbe nascere qualcosa.
Noi, questa “striscia” vogliamo iniziarla dalla fine, poi parleremo della partita.
Il giro di campo, la sua gioia al termine della gara con l’Ischia, di un presidente provato dopo tanti dispiaceri (non solo calcistici) è significativo.
Vederlo invitare la squadra a salutare il pubblico e lui stesso venire sotto la curva, dove stanno gli Ultras e sotto la tribuna, applaudendo dopo tutte le vicissitudini e polemiche che ci sono state, è stata una bella cosa e non può passare inosservata.
Sicuramente le buone prestazioni hanno rinfrancato Cosentino che oltre ad essere il presidente, è tifoso come noi, e il fatto di essersi preso il giusto riconoscimento con gli applausi deve farci sperare che possa ritrovare quella serenità personale, che lo induca ad affrontare il prossimo anno con lo spirito vincente.
Ora la palla passa a lui. Speriamo che sotto l’albero ci faccia trovare dei rinforzi capaci di riaccendere quell’entusiasmo sopito, che purtroppo sugli spalti latita, senza dimenticare, ma questo vale per tutti gli attori di questo Catanzaro e della nostra Catanzaro, che solo il connubio fra tifosi, città tutta con le sue componenti, squadra è società, può essere alla base per un progetto vincente.
Erra ci sorprende e decide di utilizzare Agodirin dal primo minuto.
Il ballottaggio fra il nigeriano e Caruso, era l’unico dubbio settimanale del mister, perché com’è ben noto da tempo gli uomini della rosa sono contati.
Il primo tempo è di sostanziale equilibrio, le due squadre si affrontano soprattutto nel mezzo e le occasioni sotto porta sono contate.
Mister Bitetto è bravo nell’affrontare il Catanzaro intasando le due fasce, e sia Bernardi che Squillace, trovano difficoltà a cercare il fondo.
Malgrado i positivi movimenti di Agodirin e Mancuso, che spesso cercano il pallone, finalizzare l’azione non è semplice, perché Razzitti è ben marcato.
La ripresa inizia in tono diverso, mister Erra probabilmente ha studiato qualche contromossa; l’Ischia avanza leggermente il baricentro e il Catanzaro sembra arretrare, però questa è la mossa giusta, perché adesso con l’avanzamento dei terzini e dei centrocampisti isolani, è più facile ripartire, ci sono più spazi.
Dopo sette minuti della ripresa, non appena il Catanzaro si affaccia nell’area avversaria, un tiro sporco di Maita da il vantaggio ai giallorossi.
A questo punto i tre punti sono in tasca, l’Ischia si scopre e il secondo goal di Razzitti e il terzo di Agodirin, sono una prelibatezza per chi segue questo sport.
Il primo nasce da uno stupendo contropiede innescato dal numero undici nigeriano, che aspetta la sovrapposizione di Squillace sulla fascia sinistra e pennella un rasoiata nel mezzo, dove bomber Razzitti anticipa tutti e con uno scatto felino sul primo palo deposita la palla in rete.
Il secondo è invece un “golazo” per dirla all’Altafini, di Agodirin.
Il tiro di destra da quaranta metri e il pallone che s’incassa alle spalle del portiere Iuliano, rimarrà fra i goal più belli visti al “Ceravolo” negli anni.
Goal più bello perché non fortunoso ma voluto, per capirci e senza senza voler accostare nessuno, è stato cercato allo stesso identico modo di come faceva un certo Massimo Palanca da qualsiasi posizione.
Un Catanzaro che non perde da sette turni e che è a ridosso delle posizioni importanti, come abbiamo suddetto era impensabile fino a une mese e mezzo addietro.
Mister Erra con un calcio semplice ma pratico, allo stesso tempo ha ridato vigore a una squadra e a dei ragazzi che ora sembrano altri giocatori.
Non ci si può cullare sugli allori perché ancora non è stato fatto nulla.
C’è una salvezza matematica da conquistare prima di ogni cosa e questo obiettivo può essere raggiunto, solo rinforzando una compagine costruita male e che doveva interpretare un altro credo calcistico.
La salvezza in Lega Pro, però sa bene Cosentino, che per una piazza come Catanzaro è solo uno zuccherino, noi pretendiamo di più e sarebbe davvero un peccato non provarci adesso, ora che c’è un mister, ora che speriamo nasca una società che programmi ripartendo da quello che ha (allenatore su tutti) e ora che speriamo ritornino i tifosi a seguire il Catanzaro.
Per adesso grazie, passiamo un Buon Natale rimanendo in attesa con una sola certezza: Tutti a Melfi.
Salvatore Ferragina
Alla faccia di chi diceva che erano tutti brocchi, grazie ragazzi!!!!
A Catanzaro tutti allenatori e dirigenti ..ma quando bisogna mettere la pecunia cade il silenzio