E’ stata dura ma alla fine l’abbiamo spuntata.
La cornice di pubblico oggi è più numerosa, prima della partita applausi per Corapi che si accomodava in stampelle in tribuna (auguri di pronta guarigione) la curva comincia a riempirsi sempre di più e le partite scialbe e monotone della passata stagione, oggi sembrano lontane anni luce, allo stadio i lavori visibili sono il cemento nuovo che servirà per fissare i seggiolini, che forse per la prossima fra le mura amiche potrebbero essere sistemati in tribuna numerata.
Gli accessi allo stadio oggi sono stati più rapidi, documento, biglietto staccato, e via, tutti dentro, qualche problemino alla biglietteria ma bisogna andare prima, i pc autorizzati sono due e gli operatori impiegano (salvo complicazioni) almeno due minuti a biglietto, qualcuno è entrato anche nella ripresa.
Il Catanzaro della voglia, della forza e dell’umiltà ci crede fino all’ultimo e manda battuta a casa la Scafatese che non ha per nulla sfigurato (sfigura alla fine distruggendo una porta e una finestra degli spogliatoi).
La squadra del tecnico Provenza in campo è ordinata e oltre all’elogio al tecnico per come intende il calcio (i palloni buttati avanti a casaccio si contano sulle dita di una mano) bisogna anche elogiare i preparatori atletici, perche dal punto di vista fisico la squadra in campo corre, raddoppia e triplica le marcature e nei contrasti si fa sentire.
La Scafatese si è dimostrata una buona squadra e merita la posizione che occupa in classifica.
Il Catanzaro oggi è sceso in campo con la formazione annunciata, nella prima parte di giuoco è stato chiaro da subito che gli uomini di Provenza intendono giocare a pallone, Bruno (che da centrale per me rende meglio) e Mangicasale agivano larghi sulle due ali e Caputo era libero di spaziare fra le linee, Berardi (ottimo nella ripresa) in mezzo al campo oltre che a contrastare doveva inserirsi aggredendo gli spazi.
In queste situazioni è chiaro che bisogna avere molta pazienza e bisogna prendere le misure agli avversari, i quali non stavano rintanati dietro come l’Igea Virtus ma tentavano, quando gli capitavano le occasioni le ripartenze, ma solo una volta si rendevano pericolosi e in quel caso era bravo Ciano ad anticipare Carbonaro che stava per calciare a rete.
Nei minuti finali del primo tempo il Catanzaro ha cominciato a rendersi più pericoloso e Mangiacasale per un soffio, su un assist al bacio dei Caputo, non portava in vantaggio i giallorossi.
La ripresa, finalmente dopo tanto tempo, vede il Catanzaro attaccare sotto la Curva Massimo Capraro.
Più passano i minuti e più la squadra continua a giocare, chiude la Scafatese nella propria area accerchiandola e le occasioni da rete iniziano a fioccare.
Inizia Mangiacasale con una deliziosa palombella ad un avversario e tiro al volo centrale, ci prova Beradi servito in corridoio (da quanto tempo non vedevate un passaggio così?) da Caputo, e De Felice compie una prodezza, poi ancora Caputo con un gran tiro sotto l’incrocio dei pali esalta le doti dell’ex portiere lametino, infine Criniti di testa e poi De Felice che non trattiene una punizione rasoterra di Caputo e nessuno pronto a insaccare.
La curva si esalta, tutto lo stadio inizia a tifare e ad incitare gli undici ragazzi che in campo stavano come suol dirsi “iettandu u sangu”, la Scafatese nel frattempo rimasta in dieci è chiusa nella propria area di rigore, Zaminga che recupera un’infinità di palloni si mette nel centrocampo e ripropone subito per gli avanti giallorossi in maglia bianca (mi arrendo, se si vince giochiamo in bianco).
Ma nulla da fare, fino all’88° il risultato è inchiodato sullo 0 – 0, ma la quarta punizione dal limite avuta in questa partita è fatale per i campani, questa volta la posizione è più accentrata e ancora una volta sulla sfera va Caputo.
Pochi avranno visto il goal segnato dal fantasista giallorossa nel 9-0 di coppa con l’Igea, stessa posizione e foglia morta sulla sinistra del portiere.
La posizione è identica e da un sinistro naturale ti aspetti, portiere compreso, che la palla venga piazzata alla sinistra del portiere, invece il calciatore che ha estro e classe da vendere piazza una foglia morta sul palo di competenza del portiere il quale aveva fatto un passettino verso la sua sinistra.
Signori, un gollazzo (ala Massimeddu dissa ncunu in curva) e per capirci un goal cercato e voluto e non trovato, giù il cappello, i passaggi di Caputo, le giocate di Caputo valgono da solo il prezzo del biglietto.
E ora veniamo alle altre questioni.
Questa squadra è forte ed è composta soprattutto da ragazzi seri, è guidata da un tecnico professionale e competente e sarebbe un peccato bruciare così una risorsa che nel calcio di oggi è cosa rara, in particolare modo a Catanzaro, dove negli ultimi anni abbiamo visto di tutto.
E’stato bello vedere tanta gente andarsene via contenta dal Nicola Ceravolo, ma non è bello vincere e vivere nelle incertezze.
La società a fine partita ha diramato un comunicato e ammette che al momento esistono delle difficoltà economiche ma che farà di tutto per risolverle.
Ringrazia i calciatori per l’impegno (ma a questo lo hanno fatto anche i tifosi).
Imputa queste difficoltà sia alla mancanza degli introiti per lo stadio chiuso che alla poca vicinanza della classe imprenditoriale catanzarese.
Commentare il comunicato ci appare inutile, è il solito refrain, le solite cose che ormai a Catanzaro non fanno più notizia, ma ciò che non si capisce è come cambiano le cose nel giro di pochissimi mesi per non dire giorni, i ringraziamenti a “noti” personaggi della classe imprenditoriale mi pare che sono usciti da parte della società e sui vari organi di stampa tempo addietro con tanto di nomi e cognomi.
E’ stata ammessa la riunione avuta con i calciatori, ai quali la società ha illustrato le strategie per risolvere i loro problemi.
Noi tifosi ci auguriamo di cuore che tutto possa risolversi e possibilmente al più presto in modo da garantire che questo campionato possa essere giocato regolarmente, ma urge che questa società oltre che a trovare capitali si costruisca un’ immagine a costo di rinunciare a soggetti fino ad oggi inattaccabili e che cortesemente rinunci pure a ex dirigenti che nei momenti di difficoltà puntualmente si ripresentano, la lezione dell’anno scorso sarà servita a qualcosa?
Una manciata di euro servono per respirare, un ingresso serio (classe imprenditoriale seria) serve per vivere…e Pasquale Bove dovrebbe saperlo.
SF