Intervistiamo

Vitalizi Regione Calabria: il M5S diffida l’Ente

Gli attivisti del movimento di Grillo denunciano il silenzio nel valutare la proposta di referendum. Il testo integrale della diffida

“Calati juncuca passa la china”. Sembra essere questo l’atteggiamento della Regione Calabria, nel valutare la proposta referendaria depositata da alcuni attivisti del Movimento 5 stelle per l’abrogazione dei vitalizi a partire dall’attuale legislatura. Nonostante dal deposito dell’istanza a Palazzo Campanella siano trascorsi oltre venti giorni, e in barba allo statuto regionale che impone l’ammissibilità della proposta di referendum abrogativo entro cinque giorni, l’ufficio di Presidenza ha deciso di non decidere, trincerandosi dietro un’ipotetica prassi, sconosciuta ai più, e affidando la questione ai consulenti giuridici dell’Ente. E’ del tutto evidente che tale atteggiamento sia riconducibile alla volontà di nascondersi dietro cavilli burocratici, in attesa che passi la piena, e soprattutto nella speranza che scada l’ultimo termine utile per la raccolta delle firme (75 mila entro il 30 settembre 2013) per salvare il proprio vitalizio. Il Movimento 5 Stelle non starà certo a guardare e, pur preferendo percorrere la strada della battaglia politica piuttosto che quella giudiziaria, non esiterà ad adottare tutti gli strumenti di diritto utili affinché sia rispettata la normativa statutaria per l’ammissione del referendum abrogativo sui vitalizi ai consiglieri regionali. A tal proposito, abbiamo già conferito mandato ad un nostro legale che ha immediatamente provveduto ad inoltrare presso la Regione Calabria una diffida ad adempiere all’istanza entro i termini stabiliti, con l’espresso avvertimento che, in mancanza, si provvederà ad adire l’autorità giudiziaria competente. E’ davvero sconfortante dover ricorrere a tali strumenti giuridici per richiedere l’attuazione di un diritto riconosciuto alla cittadinanza, quello di potersi esprimere attraverso i referendum abrogativi, ma la Regione Calabria, con il suo voluto lassismo, non ci lascia altra scelta. Crediamo siamo arrivato il momento di estirpare alla radice questo giunco fatto di privilegi e omissioni, impedendo, così, la ricrescita di una “malapianta” che sottrae risorse vitali alla collettività, per restituire definitivamente ai cittadini calabresi una terra fertile dove poter coltivare una nuova classe politica.

Il testo della diffida

Avv. Silvia Scerbo

Vico S. Maria di Mezzogiorno n.8  

88100 Catanzaro

 

Ufficio di Presidenza del Consiglio

Regione Calabria

Via Cardinale Portanova

89123  Reggio Calabria

 Pec settore.segreteriapresidenza@pec.consrc.it

 

 

DIFFIDA

 

La presente per conto e nell’interesse dei sig.ri  Francesco Palaia, William Panzino, Giuseppe Sorrentino, Sofiateresa Scerbo, Francesco Nocera, nella loro qualità di promotori della proposta di referendum abrogativo degli artt. 4 comma 1 e  6 della Legge Regionale 7 ottobre 2011 n. 38 ( Modifica della Legge Regionale  14 febbraio 1996 n. 3 ), che mi hanno conferito mandato per significarvi quanto segue:

premesso

– che in data 18 giugno 2013 i sig.ri Palaia, Panzino, Scerbo, Sorrentino e Nocera, presentavano la proposta referendaria di abrogazione degli artt. 4 comma 1 e 6 della Legge Regionale 7 ottobre 2011 n. 38 ( Modifica della Legge Regionale  14 febbraio 1996 n. 3 ), protocollo n. 28671  classificazione 2.8, a seguito della quale è stato rilasciato regolare verbale;

– che la legge regionale 13/83 all’art. art. 19 (Contenuto della proposta di referendum e sua preliminare ammissibilità) recita :” L’Ufficio di Presidenza, entro 5 giorni dalla presentazione dell’istanza, deve pronunciarsi circa l’ammissibilità della stessa, accertando che l’oggetto del referendum non sia escluso dall’art 17 ” 

– che i promotori della proposta referendaria,  soltanto oggi 5 luglio 2013, (cioè dopo 15 giorni, che superano di gran lunga il termine stabilito dalla legge regionale) hanno ricevuto, dall’ Ufficio di Presidenza della Regione Calabria,  la comunicazione secondo la quale,  essendo “prassi dell’Ufficio di Presidenza richiedere parere ai Consulenti Giuridici dell’Ente in merito ai quesiti referendari di particolare rilievo e complessità per poter fare una attenta e approfondita valutazione……nella seduta dell’1 luglio 2013  l’Ufficio di Presidenza si è determinato di sottoporre la valutazione del quesito al Collegio dei Consulenti Giuridici al fi ne di valutare l’ammissibilità a quanto previsto dall’ art. 11 dello Statuto Regionale   (Referendum abrogativo) 1. E` indetto referendum popolare per l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un regolamento regionale quando ne facciano richiesta almeno il cinque per cento degli iscritti nelle liste elettorali dei Comuni della Regione, ovvero due o piu` Consigli provinciali o venti Consigli comunali che rappresentino almeno un decimo della popolazione della Regione. 2. Non e` ammesso referendum per l’abrogazione: a) dello Statuto ;b) dei regolamenti interni del Consiglio regionale; c) delle leggi di bilancio; d) delle leggi tributarie; e) delle leggi urbanistiche e di tutela dell’ambiente; f) delle leggi di attuazione e di esecuzione delle normative comunitarie nonche´ delle leggi di ratifica, attuazione ed esecuzione degli accordi internazionali della Regione e delle intese  con altre regioni italiane.

e dell’art 17 della legge Regionale n.13/1983 (Leggi e provvedimenti esclusi dal referendum abrogativo)1. Sono escluse dal referendum: 1) le disposizioni dello Statuto regionale; 2) le disposizioni del regolamento interno del Consiglio regionale; 3) le leggi tributarie di bilancio; 4) le disposizioni regolamentari adottate in esecuzione di norme legislative 5) i provvedimenti meramente esecutivi di disposizioni legislative o regolamentari; 6) le leggi urbanistiche approvate con la maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati alla Regione.

Orbene tale differimento, oltre i cinque giorni previsti, sarebbe stato giustificato dal fatto che l’Ufficio di Presidenza, nelle more, avesse chiesto parere al Collegio dei Consulenti Giuridici visto il rilievo e la complessità dei quesiti referendari; invece la tardiva comunicazione è palesemente interlocutoria, infatti non trova rispondenza in nessuna norma e non ha alcuna giustificazione se non quella di consentire il semplice decorrere del tempo, infatti,  come stabilito dagli artt. 21 e 27 (Legge Regionale n. 13/83)  : “ le richieste di referendum, corredate dei fogli con le sottoscrizioni raccolte nel numero prescritto, devono essere presentate entro il 30 settembre di ogni anno, all’Ufficio di Presidenza del Consiglio “ e “ Non può essere presentata richiesta di referendum nell’anno che precede la scadenza del Consiglio regionale e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione del Consiglio

Considerata l’urgenza

i sig.ri  Francesco Palaia, William Panzino, Giuseppe Sorrentino, Sofiateresa Scerbo, Francesco Nocera,  nella loro qualità di promotori della proposta di referendum abrogativo degli artt. 4 comma 1 e  6 della Legge Regionale 7 ottobre 2011 n. 38 ( Modifica della Legge Regionale  14 febbraio 1996 n. 3 ),

DIFFIDANO

formalmente l’Ufficio di Presidenza della Regione Calabria ad assumere in tempi brevissimi  la decisione circa l’ammissibilità o meno, ai sensi dell’art 11 dello Statuto della Regione Calabria e dell’art. 17 della L.R: 13/83, della proposta referendaria presenta in data 18 giugno 2013  protocollo n. 28671 classificazione 2.8, visto  che un ulteriore ritardo sarebbe lesivo dei diritti fondamentali dei cittadini e  metterebbe in discussione i principi autentici della democrazia.

CON ESPRESSO AVVERTIMENTO

che in mancanza si provvederà ad adire l’autorità giudiziaria competente con ogni conseguenza di legge.

Catanzaro, 6 luglio 2013

avv. Silvia Scerbo

Autore

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