“In una città in cui da anni nessuna personalità politica vi si reca neppure se la pagassero, bene ha fatto il Sindaco a faticare nell’ottenere la visita del Presidente della camera dei Deputati. E’ una visita breve, Di passaggio. Letteralmente strappata alla nutrita agenda di Fini e al rigido programma del Gutenberg, di cui è l’ospite privilegiato. E’ una visita istituzionale. Di cortesia anche personale per ricambiare l’affettuosa e gentile richiesta di una città grandemente ospitale e umilmente generosa nei confronti di chi la guarda con rispetto e gentilezza. Ma, l’incontro con la Città, nella casa comunale, alla presenza delle sue rappresentanze elettive e dell’intero Consiglio, per il “solenne” luogo in cui si svolge, non sarà una semplice cerimonia per la consegna di doni. Sarà l’occasione per far sentire la voce di una comunità che si sente abbandonata. Da tutti. Anche da gran parte della sua classe dirigente, non soltanto politica. E’ l’occasione per riaffermare con forza il diritto del capoluogo ad esercitare il suo delicato e gravoso compito con i mezzi e le competenze che gli sono necessari. Specialmente, quelli che attengono alla sua responsabilità di unire una Calabria divisa da mille campanili, da procurate gelosie, da paure insistenti, da organizzazioni criminali che l’assoggettano, da diseconomie nascoste che ingrassano i pochi e affamano i più. Una Calabria divisa in un territorio rapinato delle sue bellezze e spezzato in più parti, anche dalla precarietà e vetustà delle sue infrastrutture. Catanzaro serve la regione senza ricevere da essa, e dallo Stato, il più giusto riconoscimento. Al contrario, viene continuamente impoverita. Di risorse, di funzioni, di strutture e sedi istituzionali importanti. E svuotata anche in quegli edifici storici che per lustri hanno ospitato pezzi di Stato assai importanti. Anche per la sua economia, oltre che per il suo prestigio. La mafia, che per questo indebolimento concentra i suoi interessi altrove, la usa come pied à terre e lascia il territorio, specialmente quello periferico, alle scorribande delinquenziali di piccole e ben note bande criminali, che attentano continuamente ai beni e alla sicurezza dei cittadini, preparandosi a fare il fatidico salto di qualità nel sistema mafioso. Sicurezza, in tutti i suoi aspetti, è la condizione che rivendica il capoluogo per poter rafforzare le iniziative che pur con difficoltà (anche per responsabilità della politica locale stupidamente divisa su tutto), ha messo in cantiere. “Ci vorrebbe un amico”, dice una vecchia canzone di Venditti (tralasciamo di scomodare filosofi che spaventano taluni). Ecco, Catanzaro ha bisogno di un amico. Un amico nuovo. Vero. Sincero. Gianfranco Fini, per la sua veste istituzionale, per la sua simpatia umana, per il percorso politico sinceramente compiuto, per le cose che dice e il coraggio con cui le sostiene, può essere l’amico che cerchiamo. Per questo, oggi, gli stringeremo la mano affinché lui, domani, ci tenda la sua”.
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