La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato questo pomeriggio la condanna a cinque anni di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena, a carico di Pietro Lamberto, 59 anni, addetto ai servizi sociali del Comune di Catanzaro, finito in arresto con l’accusa di violenza sessuale aggravata perche’ compiuta nei confronti di una minorenne. I giudici hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla, che li ha esortati a confermare la pronuncia di primo grado. Aveva invece chiesto un aggravio di pena l’avvocato Vitaliano Leone, in rappresentanza della madre della piccola vittima costituitasi parte civile, a cui l’imputato dovra’ anche rifondere le spese per il secondo grado di giudizio. Era presente, ma non aveva appellato la sentenza, anche l’avvocato Orlando Sapia, difensore del padre della bambina, pure costituitosi parte civile in primo grado ed a cui e’ gia’ stato riconosciuto il risarcimento del danno (il giudice di primo grado ha assegnato 7.000 euro ciascuno ai genitori della giovane parte offesa, 5.000 euro al fratellino, e 40.000 euro in via provvisionale – il risarcimento effettivo sara’ liquidato in sede civile – alla bambina oggetto della violenza). Di tenore opposto la richiesta racchiusa nell’impugnazione della difesa di Lamberto, affidata all’avvocato Salvatore Staiano, sostituito in aula da Marinella Chiarella, che puntava ad ottenere uno sconto della pena. La sentenza di primo grado a carico dell’imputato e’ dell’11 febbraio scorso, ed e’ arrivata al termine di un giudizio abbreviato, che gli e’ valso lo sconto di pena di un terzo. All’inizio del rito alternativo era costituito in giudizio anche il Comune di Catanzaro, che poi ha revocato la sua costituzione avendo accettato l’offerta di 5.000 euro fatta da Lamberto a titolo di ristoro dei danni subiti dall’Ente. In quell’occasione il gup, Assunta Maiore, e’ andata oltre la richiesta di condanna fatta dal pubblico ministero, che era stata di quattro anni e quattro mesi di reclusione. Lamberto era stato tratto in arresto in flagranza per pedofilia nel giugno 2010 dopo che, secondo quanto reso noto dagli inquirenti, era stato sorpreso in atteggiamenti che sarebbero stati inequivocabili con una bambina di 11 anni, con la quale si era appartato in una villetta nella sua disponibilita’ che si trova a Roccelletta di Borgia (Catanzaro), dove gli uomini della Squadra mobile di Catanzaro avevano fatto irruzione. Le indagini erano partite a seguito della segnalazione della madre della bambina, insospettita dagli strani atteggiamenti della figlia che, fra l’altro, non voleva andare piu’ a scuola. L’addetto ai servizi sociali scelse poi il silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari Emma Sonni che, come richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica Alberto Cianfrini, dispose a suo carico la misura cautelare della custodia in carcere in isolamento. La misura fu infine sostituita con quella meno affittiva degli arresti domiciliari, per incompatibilita’ delle condizioni di salute dell’imputato con il regime carcerario.
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