Siamo giunti oramai allo sprint finale, con le prossime due partite che rivestono una certa importanza (Gela prima, Barletta poi) ed è cosa nota, che ora più che mai bisogna mantenere la calma e la concentrazione. La sconfitta interna col Melfi (che dopo il mercato invernale si è rinforzato e bene a differenza di altri…) deve essere messa subito da parte, dimenticata facendo tesoro degli errori commessi.
Su questo punto siamo sicuri che il solito Mister Provenza, da ottimo psicologo qual è, saprà dare la giusta motivazione alla truppa giallorossa. Motivazione che è necessaria per non farsi scappare il secondo posto che in chiave p/off rappresenta un vantaggio non da poco (anche se i p/off hanno una storia a se).
A Gela ci aspetteranno col coltello tra i denti, ma abbiamo già avuto prova che il Catanzaro di Mister. Provenza può arrivare a tali appuntamenti con la giusta concentrazione.
I giocatori, e lo andiamo ripetendo da sempre, hanno fin qui disputato un ottimo campionato e gliene siamo grati come tifosi e cronisti.
A Gela ci aspetteranno col coltello tra i denti, ma abbiamo già avuto prova che il Catanzaro di Mister. Provenza può arrivare a tali appuntamenti con la giusta concentrazione.
I giocatori, e lo andiamo ripetendo da sempre, hanno fin qui disputato un ottimo campionato e gliene siamo grati come tifosi e cronisti.
Il messaggio che vogliamo fare arrivare a loro è questo: scendete in campo con la giusta concentrazione perche noi lo sappiamo e lo sanno pure gli avversari che siete forti e che quando giocate a calcio per gli altri è impresa ardua battervi.
Questo non vuol dire sottovalutare gli avversari, ma essere coscienti di non essere inferiori a nessuno.
Non preoccupatevi se il Fortitudo Cosenza ha in pratica raggiunto la prima posizione: è stato costruito proprio per questo e gli investimenti sono stati ingenti. Inoltre il Fortitudo rappresenta tre grossi centri urbani della provincia di Cosenza e quindi la potenza economica è maggiore di quella di Catanzaro.
Lo sapete voi che vivete quotidianamente i problemi e lo sappiamo (purtroppo) anche noi che questa società che ci rappresenta ha una miriade di problemi e che è lontana anni luce per gestire il glorioso blasone catanzarese: come potrebbe?
Non preoccupatevi se il Fortitudo Cosenza ha in pratica raggiunto la prima posizione: è stato costruito proprio per questo e gli investimenti sono stati ingenti. Inoltre il Fortitudo rappresenta tre grossi centri urbani della provincia di Cosenza e quindi la potenza economica è maggiore di quella di Catanzaro.
Lo sapete voi che vivete quotidianamente i problemi e lo sappiamo (purtroppo) anche noi che questa società che ci rappresenta ha una miriade di problemi e che è lontana anni luce per gestire il glorioso blasone catanzarese: come potrebbe?
– Comunicazione pari allo zero e con evidenti problemi fra l’addetto e stampa e parte dei quadri dirigenziali;
– Assenza di un sito internet (sapessero, almeno cos è!), basta girare sul web e ci si rende conto che le squadre di 3° categoria si sono attrezzate;
– Difficoltà enormi per chi deve farsi il biglietto e difficoltà ancora maggiori per chi ha l’abbonamento e deve fare la fila per ritirare il fatidico tagliando d’ingresso;
– Interviste fuori luogo del Presidente che come uno degli innominabili rilascia dichiarazioni parlando di ripescaggio;
– Senza una Tv che parla del Catanzaro ed è un paradosso se si pensa che chi detiene il 10% delle quote è proprietario di un’emittente che va anche in onda sul satellitare;
– Rosa composta di più di venticinque elementi e “rinforzata” a gennaio senza elevare il tasso tecnico e con l’aggravante di avere in organico atleti che difficilmente giocheranno e che alla fine peseranno sulle magre casse sociali;
– Calciatori importanti che si giocano i p/off senza una bozza di contratto e liberi di scegliere il proprio futuro e calciatori “esperti” provenienti dalla gestione denominata “chiarezza e trasparenza”con quadriennali garantiti;
– Infine, e mi fermo perché altrimenti non basterebbero 500 paragrafi, con una società che non trasmette entusiasmo e che riesce anche senza volerlo a fare parlare in giro di problemi economici (d’incentivi e premio promozione neanche a parlarne…tanto ci ripescano avrà pensato qualcuno), in una città, dove tutti sono finanziatori, lo erano prima quando c’era l’Uesse e lo sono ancor di più da quando è nata l’Fc.
Sappiate, cari calciatori, e staff tecnico (incluso allenatore, preparatore e Ds…almeno voi in parte siete “nuovi”) che il Catanzaro non è questo e negli anni che furono non era questo, non è mai stato un andirivieni di personaggi e dirigenti (solo uno ritornò da calciatore e si chiama Massimo Palanca) in cerca d’autore ancorati al proprio ruolo e tantomeno di tifosi professionisti.
Il Catanzaro è di quei tifosi che vi seguono agli allenamenti, che parlano delle vostre giocate anche quando gli allenamenti sono finiti e cala il buio, che alla partita a calcetto cercano di imitare Montella (u randa e u picculu) o la tecnica di Berardi, che sognano il gol di Caputo mentre vedono un film al cinema, che magari non dormono la notte per inventarsi un coro per Mancinelli o Zaminga, che organizzano le trasferte sfidando l’A3, le intemperie e la stabilità delle proprie famiglie.
Il Catanzaro è di quei tifosi che vi seguono agli allenamenti, che parlano delle vostre giocate anche quando gli allenamenti sono finiti e cala il buio, che alla partita a calcetto cercano di imitare Montella (u randa e u picculu) o la tecnica di Berardi, che sognano il gol di Caputo mentre vedono un film al cinema, che magari non dormono la notte per inventarsi un coro per Mancinelli o Zaminga, che organizzano le trasferte sfidando l’A3, le intemperie e la stabilità delle proprie famiglie.
Quando scendete in campo fatelo per queste persone, per lo zoccolo duro dei tifosi e anche per quelli che a giusta ragione non vanno allo stadio perche schifati dai soliti noti, ma che sono pronti a scatenare un carnevale brasileiro in caso di successo finale.
Insomma, parafrasando uno striscione criptico visto qualche anno addietro in uno dei tanti campi di C2, “Qui non è come stare in serie A”, ma poco ci manca.
Insomma, parafrasando uno striscione criptico visto qualche anno addietro in uno dei tanti campi di C2, “Qui non è come stare in serie A”, ma poco ci manca.
SF