Il capogruppo di “Nuova Alleanza per Catanzaro” Franco Cimino ha partecipato, questa mattina, alla protesta che i lavoratori del call center Phonemedia del quartiere Santa Maria hanno inscenato per denunciare la difficile situazione che vivono da tre mesi a questa parte. E’ infatti da luglio che non ricevono lo stipendio. Cimino si è intrattenuto lungamente con i lavoratori e con i responsabili dell’azienda per capire quali sono le cause che hanno provocato quella che può essere considerata una grave emergenza sociale visto che sono oltre duemila le persone impiegate nel call center. Di seguito la dichiarazione integrale rilasciata del consigliere.
<La gente è esasperata. Io l’ho vista, anche stamattina, mentre urlava il suo bisogno di essere garantita nella difesa del posto di lavoro. Chi non la incontra, non l’ascolta e non la guarda negli occhi, non lo può capire. Sono i lavoratori di Phonomedia, il call center con sede a Santa Maria di Catanzaro che da un anno non ricevono puntualmente gli stipendi e ora sono già tre mesi senza che di questi ne veda un solo centesimo. Sono giovani che pensavano fiduciosi di aver risolto, in una terra di disoccupati, il principale dei loro problemi: avere un lavoro stabile. Ma sono anche, ed è la stragrande maggioranza, uomini e donne non più giovanissimi, che con quel lavoro mantengono la propria famiglia. Una folla, si potrebbe dire, con quei duemila lavoratori stipati in un immobile spuntato così, all’improvviso, in un’area già rigonfia di varie problematiche, che l’appesantiscono nel movimento e nella mobilità. Nessuno li guarda e nessuno li ascolta. Cercano un interlocutore e non lo trovano. La proprietà, che è cambiata ancora una volta, non si fa vedere. Neppure, come pare, al Ministero delle Attività Economiche, che l’avrebbe convocata proprio per oggi dinnanzi alle rappresentanze sindacali. La Regione, che ha finanziato con cospicui fondi europei il primo avvio dell’impresa aziendale, non risponde. E non solo delle gravi responsabilità di non aver adeguatamente controllato l’efficacia e il corretto uso delle risorse pubbliche. Il Comune, nel cui territorio ricade il call center opera, dispiace dirlo, si guarda bene dal prendere doverosamente le fila di una battaglia che lo riguarda assai da vicino, considerato il pericolo di trovarsi con circa duemila persone in mezzo alla strada. E’ evidente che nessun posto di lavoro deve andare perduto, così come questa fabbrica del nulla, officina di tanti inganni, anche politici ed elettorali. Domani, martedì, i lavoratori continueranno la loro manifestazione di protesta corretta ed educata. Vogliono poter parlare con qualcuno delle “istituzioni”, come dicono alcuni di loro. Mi auguro che questo appello sia finalmente accolto e che i più responsabili e sensibili ci vadano. Per rassicurarli che una soluzione, seria e razionale, sarà presto trovata. Fosse anche quella – apparentemente assurda – di finanziare pubblicamente la copertura dei debiti, “licenziare” le proprietà fallimentari, e trasferire l’azienda risanata nella sua interezza ai lavoratori, che, col sostegno di manager generosi e illuminati, saprebbero di certo rilanciarla in modo efficace e produttivo>.