Alla lunga storia del Catanzaro Calcio questa mancava. La sospensione di una partita per infortunio all’arbitro non era mai capitata. Oggi è successo. Sembra una beffa se pensiamo a tutte le problematiche per organizzare una trasferta lunga soli 35 km per poi assistere a una partita che dura 20 minuti. La Lega Pro non è la Serie A, non c’è il quarto uomo e quando lo sfortunato arbitro Ros di Pordenone cade sul terreno di gioco e si lussa una spalla, la partita finisce. Non sappiamo quando si recupererà: probabilmente le due squadre si troveranno in un’altra posizione di classifica e in campo non scenderanno gli stessi uomini di oggi. L’augurio adesso è che sia consentito a tutti di seguire la propria squadra che gioca a due passi dalla propria città.
Infatti, oggi non è successo nulla. La macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione. Al “Carlei” i tifosi giallorossi arrivano alla spicciolata, poi tutti sui tre autobus messi a disposizione dall’azienda municipalizzata lametina. Con auto al seguito e cori negli autobus, si arriva al “D’ippolito” dal tragitto disegnato dalle Forze dell’Ordine in tutta tranquillità. Quando si entra nel settore ospite, iniziano i classici sfottò da derby. A essere sinceri con meno “cattiveria” di qualche anno addietro quando su Lamezia spiravano i venti secessionistici che evitiamo di commentare per non cadere in basso e per non dare sponda a qualche personaggio che ha sfruttato queste battaglie solo per fini elettorali e politici. Sarebbe un falso se non dicessimo che specie da parte lametina il derby è sentito. Che la storia del Catanzaro Calcio con i suoi alti e bassi sia superiore a quella di Lamezia è un dato di fatto ed è normale che i più deboli (inteso come storia calcistica) sognino di battere il blasonato Catanzaro.
Da parte giallorossa invece il sogno è più semplice: conquistare i tre punti per rendere ancora più importante la classifica. In curva sud quando entrano i giallorossi dalla sponda lametina partono subito i cori di sfottò che ci stanno tutti in una partita sentita. I giallorossi (al seguito senza ultras bloccati alle porte di Lamezia) rispondono sistematicamente intonando cori contro il Cosenza e non contro Lamezia. Un altro gruppo di “non tesserati” giallorossi riuscirà ad arrivare alle porte dello stadio intonando qualche coro per le strade della città della piana, salvo poi essere allontanati dalle Forze dell’Ordine. Prima della partita c’è un minuto di raccoglimento per ricordare un tifoso biancoverde scomparso di recente a Lamezia. Gli altoparlanti in curva sud non si sentono e i giallorossi tifano. Quando capiscono che in campo si sta commemorando il Signor Saverio Giuliano parte un applauso che si unisce a quelli dei tifosi biancoverdi.
La partita comincia e la Vigor pigia sull’acceleratore conquistando una supremazia territoriale. Con due calci piazzati Mangiapane prima riscalda Mengoni, che para una palla destinata sul fondo, poi colpisce la parte alta della traversa su un calcio di punizione che probabilmente era di seconda. Dopo dieci minuti di pressing biancoverde il Catanzaro si affaccia nella metà campo avversaria e comincia a creare qualcosa. Poi c’è l’azione di Cane, l’arbitro per seguirlo scivola sul terreno bagnato e ciao partita. Tutti a casa e per giunta bagnati dalla pioggia abbattutasi su Lamezia. Venti minuti per arrivare al Carlei, venti minuti per tornarci e venti minuti di partita. Sta tutta qua la giornata dei giallorossi. Aspettiamo adesso il recupero e speriamo che sia consentito a quei tifosi catanzaresi assenti oggi perché preoccupati di unirsi a quelli che oggi hanno seguito la propria squadra.
Non è una guerra è solo una partita di calcio. Forza Giallorossi.
SF