Come era facile immaginare, il rendimento del Venezia nel girone d’andata non era un fuoco di paglia e la squadra di Vanoli è ancora in corsa per il secondo posto. Al momento i lagunari sono terzi con sessantasette punti, a una sola lunghezza dal Como che in questo momento andrebbe in Serie A senza passare dai playoff. Le motivazioni dei lagunari, in vista della partita del Ceravolo, ovviamente sono alle stelle.
Eppure non era un esito scontato visto la piega che aveva preso la stagione. A gennaio, infatti, sembrava quasi che il Venezia non avesse la volontà di puntare alla promozione. Oltre a qualche inciampo di troppo sul campo, infatti, era arrivata la cessione di uno dei propri migliori giocatori, Denis Johnsen, a una diretta concorrente come la Cremonese. Come è emerso dalle parole del calciatore, sarebbe stata la società a volerlo vendere e non lui a chiedere di andarsene: «Il Venezia ha cercato di piazzarmi alla Cremonese senza che io ne sapessi nulla. Io non avevo nessuna intenzione di andarmene fino a quando non sono venuto a sapere che mi stavano offrendo a chiunque, come fosse niente», ha dichiarato il norvegese.
Rispetto alla partita dell’andata, a livello di disposizione in campo il Catanzaro dovrebbe incontrare un Venezia diverso. Tra dicembre e l’inizio di febbraio, infatti, i lagunari si sono rivelati discontinui, raccogliendo due vittorie in appena otto partite. È stato un periodo decisivo a posteriori, visto che in quel momento il Parma ha scavato un solco e il Como ha potuto acquistare credibilità come candidato alla promozione diretta. La squadra di Vanoli aveva perso parecchi punti con squadra di media-bassa classifica: a Cosenza, sotto il diluvio, era arrivata una sconfitta per 4-1; contro Feralpisalò e Lecco erano arrivati due pareggi per 2-2.
Così Vanoli ha trovato come rimedio il passaggio alla difesa a tre, sistemando i suoi in un 3-5-2. Dalla sconfitta col Parma in poi, il Venezia ha raccolto otto vittorie in dodici gare. Davanti a Joronen il terzetto difensivo dovrebbe essere composto da Svoboda, Sverko e Sverko, con Altare prima alternativa: come contro la Cremonese, Iemmello, Ambrosino e Biasci si ritroveranno di fronte a una linea difensiva piena di difensori alti oltre il metro e novanta, che quindi prediligono difendere vicino alla propria porta e negare la profondità.
Sulle fasce, mentre a destra il titolare dovrebbe essere Candela, a sinistra di solito si giocano il posto Zampano e l’ex Bjarkason (l’altro ex, Matteo Grandi, era stato portiere titolare dei giallorossi nelle disgraziate stagioni 2015/16 e 2016/17): la fascia mancina, in ogni caso, sarà quella più abile col pallone, quella destra invece si occuperà di attaccare la porta. A centrocampo i due intoccabili sono Tessman e Busio, il primo incaricato della regia con la sua qualità nei lanci e il secondo invece capace di dare equilibrio e al contempo di accompagnare l’azione.
In avanti il pericolo principale è Pohjanpalo, forse il miglior giocatore della Serie B. Come abbiamo visto all’andata, il finlandese non è solo un finalizzatore, ma ama staccarsi per triangolare coi compagni e indirizzare il gioco. Accanto a lui potrebbe agire Pierini da classica seconda punta oppure Gytkjaer, altro centravanti di peso, tipo di giocatore che di solito il Catanzaro soffre.
Indipendentemente dal cambio di sistema, che ha portato benefici soprattutto a livello di solidità, il Venezia continua a rimanere temibile e ad attaccare seguendo gli stessi principi. Un calcio che cerca di mettere il singolo nelle condizioni di esprimere il massimo, con combinazioni nell’ultimo terzo di campo difficili da limitare per tutte le difese della cadetteria. Non è un caso che i lagunari siano primi sia in quanto a gol fatti (64), sia in quanto a gol attesi secondo le statistiche (gli expected goals, che ammontano a 53,2).
Candela è squalificato.