Nella bell’Italia delle tavole rotonde e dei giornalisti (o presunti tali) “spaparanzati” sui comodi divani che con fare autorevole lanciano proclami a destra e a manca, nell’Italia adusa a esternare il proprio disappunto con manifestazioni sdolcinate e le marce che durano giusto (forse) il tempo di un tramonto, nell’Italia che vede impegnati Ministri e sottosegretari a legiferare in materia di sanzioni con le quali incatenare (se possibile) anche le coscienze dei cittadini, nell’Italia che vede un Olimpico “double face” dare prova di dove possa arrivare l’ignoranza del genere umano, dicevamo, in quest’Italia la Calabria, domenica prossima avrà l’occasione giusta per dimostrare allo Stivale la propria cultura sportiva insieme alla propria maturità.
Si gioca Rende – Catanzaro. Una gara di C2 girone C che però ha una valenza di tutto rispetto.
E non ci si riferisce soltanto alla provincia di appartenenza della ridente cittadina bianco-rossa, ma a molti aspetti. Si tratta innanzitutto di un derby che giunge dopo certi avvenimenti che hanno colpito l’esistenza di intere famiglie e le coscienze di tutta una nazione.
Il calcio è stato bocciato come mittente della violenza, senza prendere in considerazione come questo sport sia il destinatario e assorba (come tutte le cose) ciò che di bello e di brutto c’è nel contesto sociale. Il calcio, si, il calcio. Comodo vettore di propaganda utilizzato da cani e porci quando le cose vanno bene, contenitore di immondizia quando c’è da condannarlo senza dare allo stesso neanche la possibilità di una timida difesa d’ufficio.
Vittima di tutto ciò la gente onesta che pretende dalla domenica solo ed esclusivamente di coltivare una passione, di sorridere o lagnarsi per una vittoria, una sconfitta o un pareggio della propria squadra e non certo per contusioni/punti di sutura/ferite/ ricevute o provocate.
Domenica prossima si avrà l’occasione giusta. Quella di sbattere in faccia all’Italia dalle analisi grossolane e frettolose che il Sud e la Calabria sono altra cosa di quelle di cui si cibano i rotocalchi piagnucolosi che fanno a gara per sottolineare sempre con analisi negative il “povero” sud (per ultimo proprio ieri un fin troppo sdolcinato reportage sul paese natìo del campione del mondo Gattuso).
Guardiamoci in faccia, noi figli di questa Terra Calabra. Orgogliosi delle nostre origini, fieri del nostro DNA. Lasciamo da parte l’ignoranza, isoliamola e insieme all’ignoranza isoliamo i pochi facinorosi che potrebbero mettere a rischio una serena giornata di sport.
Rende (e con Rende i tutti i Catanzaresi che assisteranno alla gara), avranno la ghiotta occasione per palesare la propria statura, impedendo a certa gente di utilizzare la gara come “surrogato”… di qualcosa che non c’è. Si gioca Rende-Catanzaro. Biancorossi che si confrontano con i giallorossi e non saranno bene accette alterazioni daltoniche, strumentali solo ed esclusivamente per chi vorrebbe creare tensioni che non appartengono alla sfida (e anche se appartenessero non sarebbero giustificative di atti violenti).
Isoliamo gli ignoranti e non degniamoli neanche di un solo riscontro. Rendesi e Catanzaresi divisi nella competizione ma uniti dall’appartenenza alla stessa madre Terra: la nostra bella Calabria.
Domenica prossima facciamo vedere a tutti chi siamo.
Giuseppe Mangialavori