La Striscia

Uno scialbo 0-0

Nulla da fare contro il muro dell’Igea Virtus

C’era più gente oggi allo stadio, almeno 1500 spettatori hanno assistito al secondo 0 – 0 della gestione Provenza.
L’esordio dei palmari o meglio della biglietteria elettronica non è stato dei più fortunati, la pioggia battente ha stancato e non poco i tifosi accalcati all’entrata dello stadio (due sole entrate per la curva) e davanti alla biglietteria.
Si sapeva che all’inizio a qualche difficoltà si andava incontro, ma speriamo che  la prossima volta le operazioni vengano rese più veloci, anche perchè l’attesa rende nervosi e se poi entri nello stadio e le forze dell’ordine ti sequestrano l’ombrello mentre sta piovendo i nervi saltano.
Non credo che si possa risolvere il problema della violenza negli stadi  inibendo donne e uomini anziani dal portare l’ombrello, anche perchè l’Alliance Arena ancora non ce l’hanno costruito.
Non vorrei sbagliarmi ma oggi gli altoparlanti dello stadio erano muti, nessuna formazione annunciata e nessun risultato dato, però prima della partita ci hanno fatto ascoltare musica d’alta qualità con la Rettore e Venditti…ci mancava solo Grazie Roma ed eravamo apposto.
Rispetto alle volte scorse anche gli ultras sembrano più numerosi e colorati, il pubblico ogni tanto ha intonato il coro gia-llo-ro-ssi ma il Catanzaro si presenta con le maglie bianche e l’Igea con una maglia che mi ha ricordato una delle maglie più brutte del Catanzaro, quella verde color “cacca” inventata nell’era della presidenza Mancuso.
Una tiratina d’orecchie alla società e in particolare a Pasquale Bove.
Ma i nostri colori sociali che fine hanno fatto? Gli zaini sono rossoblu (o rossoneri), le tute idem e menomale che è stata bloccata l’idea dei tre colli disegnati in tribuna con i seggiolini rossi e il cielo blu.
E jamma ja, un pò di buon senso e fatevi fare una consulenza dai tifosi che se uno ha i titoli (geometra o progettista) e non sa cosa è il Catanzaro è meglio che si metta da parte.  
E veniamo a ciò che si è visto in campo.
Zaminga non recupera e Iannelli nemmeno, i due sostituti sono Benincasa e Marchano, entrambi poi sotituiti nel corso della partita da Sorrentino e Mangiacasale.
L’Igea Virtus, fanalino di coda del campionato, come era prevedibile erge un muro davanti al suo portiere, il Catanzaro sbaglia a mio avviso l’approccio alla parita e forse schierare Marchano dall’inizio è stato un azzardo. Mi spiego.
Provenza di solito mette in campo una squadra che cerca di arrivare a rete attraverso le azioni corali, il bomber argentino, quelle poche volte che si è visto è sembrato totalmente fuori dal gioco e con i suoi movimenti intralciava la manovra o meglio, il tentativo di manovra che oggi è apparso ferraginoso.
Il Catanzaro non ha mai tirato in porta, c’è stato qualche lieve sussulto ma nulla di particolare.
Nella ripresa Provenza ha cambiato il modulo di gioco, ha inserito due ali, Sorrentino e Mangiacasale, tentando di allargare le maglie degli isolani.
Ma ormai era troppo tardi, agli avversari avevamo già regalato un tempo e più passavano i minuti e più gli uomini di Castellucci arretravano il baricentro  indietro.
Paradossalmente la partita è stata giocata al contrario, era all’inizio che si doveva tentare di aggredire le fasce laterali e magari nell’assalto finale, permanendo il risultato ad occhiali, si poteva inserire lo spuntato ariete Marchano, ma ormai è andata così.
Una considerazione finale va comunque fatta.
E’ vero che i risultati si ottengono solo attraverso il gioco, ma è anche vero che alcune squadre vanno aggredite sin dai primi minuti per cercare di sbloccare subito il risultato quando le forze sono ancora fresche.
Il Catanzaro di oggi ha tentato di giocare al calcio su un campo scivoloso ed è stato evanescente, le occasioni da goal non si contano sulle dita di una mano.
Onore e meriti all’Igea Virtus che è scesa al Ceravolo con l’intento di non prenderle, avrà pure giocato con dieci uomini dietro, ma si è ben difesa, non è andata mai in sofferenza e non ha commesso falli al limite dell’area, il punto è ampiamente meritato.
Provenza dovrà riflettere su questo pareggio, che ci può anche stare viste le difficoltà di questi campionati, ma alcune volte è necessario che schemi e moduli vengano surclassati dalla grinta e dalla voglia di metterla dentro anche attraverso una mischia e non necessariamente attraverso il giuoco.
Infine un’annotazione statistica. Tre matricole che vengono dai campi polverosi della D comandano i tre gironi di Lega Pro 2° Divisione, sono Sambonifacese per il girone A, Figline girone B e Cosenza girone C.
SF

Autore

Salvatore Ferragina

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