Ultima partita del girone d’andata e il Catanzaro conferma quanto di buono ha fatto vedere in questo scorcio di campionato. La sconfitta di Brindisi, come quella di Isola Liri, va catalogata come un incidente di percorso. La corazzata del trio Auteri-Pitino-Aiello è campione d’inverno con un turno di anticipo. Anche ai più ottimisti alla vigilia di questo campionato sembrava impossibile. Prima della partita è stato ricordato Paolino Procopio, il vigile tragicamente deceduto venerdì scorso in un incidente stradale. Commovente.
Oggi era la giornata in cui si doveva ricordare Massimo Capraro, ma purtroppo le poche presenze hanno costretto gli Ultras a rinunciare alla consueta coreografia che, a cadenza annuale, ricorda un ragazzo esemplare che ha contribuito alla storia della curva. L’episodio citato deve far riflettere perché per la prima volta nella lunga storia degli UC si deve rinviare quella che da sempre è stata la festa in memoria di Massimo.
Sui motivi per cui il pubblico giallorosso ritardi a re-innamorarsi di questo Catanzaro se ne sono dette tante. Cercare i responsabili di questa disaffezione non è poi così tanto difficile. Chi era presente (soprattutto in curva) contro il Siracusa nel settore UC, non venendo oggi ha mancato di rispetto a una persona che ora non c’è più. Tuttavia, non è bella la contrapposizione che si crea fra le varie anime della tifoseria. Non è onesta la ricerca affannosa di addebitare le responsabilità di questa situazione a tutti tranne che a coloro i quali hanno realmente fatto del male a questa società. Ad iniziare dal primo giorno del battesimo di quel “maledetto “Lodo Petrucci”. Mi riferisco chiaramente allo scempio creato ad arte da chi ha diretto il Catanzaro prima dell’avvento alla presidenza di Antonio Aiello.
I duemilaecinquecento di oggi (non tutti, perché qualcuno quando noi andavamo a Monopoli alla prima dell’FC di Angan e Alederuccio ci diceva: “ma duva aviti e ira, chistu non è u Catanzaro”) rappresentano lo zoccolo duro del tifo catanzarese, cioè quei tifosi che nel bene e nel male, malgrado le avversità, sono sempre presenti. Forse qualcuno dimentica le presenze di questi ultime tre anni. Dal dopo-Crotone di Coppa Italia, dallo scempio cui abbiamo assistito dopo l’esonero di Fausto Silipo, il pubblico è andato via via diminuendo e i soli “record” che possiamo vantare sono gli ottomila dei play off con il Pescina e i cinquemila del derby con il Cosenza. Roba che fa sorridere pensando ai tempi passati.
Quindi facciamo tutti un esame di coscienza e, consapevolmente, ammettiamo che le delusioni patite nessuno le ha inventate. Solo il tempo e i fatti, intesi non solo come risultati sul campo, potranno farci rivivere il Ceravolo di una volta. Ad Aiello & company solo il tempo potrà dare ragione. Non saranno certo le esternazioni di chi cerca inutili colpevoli per tale situazione a fare ritornare la gente allo stadio. Prima di additare gli assenti come non innamorati del Catanzaro, è bene che ognuno faccia un proprio esame di coscienza per dire: “ma io in questi anni qualche responsabilità ce l’ho?”
Questa nuova società e questi ragazzi che in campo stanno facendo divertire pagano per colpe non loro. La stessa cosa avvenne durante i 21 risultati utili dell’ex Mister Provenza, non dimentichiamolo.
La partita di oggi è racchiusa nei soli primi dieci minuti iniziali. Con un uno-due micidiale il Catanzaro ha cappottato il Melfi e poi ha controllato tutta la partita creando altre occasioni e graziando l’avversario più volte. L’unica nota stonata è stato l’infortunio di Bruno, ma dovrebbe essere solo una forte botta e per il posticipo con la Cisco si spera possa recuperare. La prima di ritorno è forse il crocevia più importante di questa stagione. Poi ci sarà la sosta e capiremo se veramente il Catanzaro vorrà ammazzare definitivamente questo campionato. Come? Immettendo quei tasselli mancanti a una rosa ristretta che già tanto ha dato.
Gli ingredienti sono le certezze societarie e la volontà di uscire dalla categoria. Poi vedrete che il pubblico ritornerà, Tutti tranne i portoghesi.
SF
il servizio di Rai 3 regione
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