Salutiamo con soddisfazione la duplice notizia diramata dal sindaco Abramo secondo cui presso l’Ateneo “Magna Graecia” sarà riattivato il corso di Scienze Motorie e sarà istituito un corso di laurea in Sociologia. Infatti sosteniamo da sempre il concetto di città-universitaria per il capoluogo di regione, essendo persuasi delle enormi potenzialità insite in questa linea di sviluppo al fine di caratterizzare e valorizzare il territorio. Non è casuale che già diversi anni fa, quando il Rettore dell’Ateneo cittadino era il compianto prof. Venuta, una nostra delegazione gli chiese l’istituzione di facoltà umanistiche nel centro storico, presentandogli per l’occasione le firme che a suo tempo raccogliemmo per le strade della città.
Se a distanza di tanti anni da quella semina, da quelle battaglie e da quella “visione” oggi può essere davvero concretizzato un simile progetto, non possiamo che esserne felici. Tanto più che, leggendo le dichiarazioni del primo cittadino, si parla di un più ampio e ambizioso programma volto ad armonizzare università, sanità e ricerca. Su quest’ultimo aspetto, in particolare, vorremmo che Catanzaro facesse il salto di qualità, come da noi ribadito alle istituzioni politiche locali il 20 febbraio dello scorso anno: in quella data veniva a mancare Renato Dulbecco, figlio della nostra terra, e propugnammo – proprio in nome dell’illustre concittadino – un impulso alle attività di ricerca medico-scientifica per fare in modo che l’Università “Magna Graecia” fosse messa dai Ministeri competenti nelle condizioni di rappresentarsi come un Ateneo di eccellenza nella ricerca, magari proprio nell’ambito del genoma umano che Dulbecco ha così tanto mirabilmente esplorato. Sarebbe un modo intelligente e proficuo di onorare non solo la memoria del grande scienziato catanzarese, ma di creare sviluppo e prestigio sul territorio, grazie anche al conseguente indotto.
Purtroppo si è creata una distanza abissale fra questi “sogni”, peraltro legittimi e fattibili, e la situazione odierna: registriamo non già il potenziamento dell’Università bensì un suo depauperamento iniziato con la soppressione di Veterinaria e proseguito con quella delle Scuole Specialistiche, senza considerare le “molestie” campanilistiche e sistematiche provenienti da chi pretende, senza alcun raziocinio, una seconda facoltà di Medicina in Calabria da istituire a Cosenza. Tutto questo mentre – ancora oggi – il governatore Scopelliti non traduce in fatti le sue rassicurazioni circa la Cardiochirurgia.
A tal proposito riteniamo che il primo passaggio per migliorare l’offerta e la qualità dell’Ateneo “Magna Graecia” debba inderogabilmente passare dalle garanzie – da mettere nero su bianco – rispetto ai presidi che già insistono sul territorio per poi passare all’incremento delle iniziative e delle attività. Perciò invitiamo la politica locale innanzitutto alla salvaguardia di ciò che esiste, Cardiochirurgia e Fondazione Campanella in primis, e solo successivamente allargare gli orizzonti.