PROGETTO DI RICERCA SULLE NANOTECNOLOGIE DEL GRUPPO BIONEM DELL’ATENEO DI CATANZARO APPROVATO NELL’AMBITO DEL SETTIMO PROGRAMMA QUADRO DELL’UNIONE EUROPEA PER LA RICERCA E LO SVILUPPO TECNOLOGICO
Il Progetto “SMD: Single Molecule Detection” del gruppo di ricerca dell’Ateneo catanzarese, è risultato vincitore, nell’ambito del bando: FP7-NMP-2008-SMALL-2, tra circa 400 proposte presentate per la partecipazione allo stesso.
Il gruppo di ricerca dell’Università di Catanzaro si occuperà sia della realizzazione dei dispositivi miniaturizzati per la rivelazione delle molecole e sia della loro applicazione in ambito oncologico.
“Dal punto di vista tecnologico – ha spiegato il Professor Enzo Di Fabrizio – si tratta di combinare le microscopie a forza atomica e quella a trappola ottica con la plasmonica. La plasmonica è un campo di attività che riguarda lo studio del comportamento del campo elettromagnetico all’ interno delle nanostrutture metalliche. Quello che di particolare avviene è che mentre in aria o nel vuoto la luce non può essere confinata su dimensioni inferiori alla lunghezza d’onda, nei metalli, invece, è possibile aguzzare la vista ed arrivare a provocare una risposta anche da una singola molecola. La risposta proveniente da una o poche molecole è molto importante – ha sottolineato il Professor Di Fabrizio – perché è allo stesso tempo specifica e può contenere molte informazioni sul suo stato e sull’ambiente circostante. Quindi, quando si studiano i sistemi biologici, queste informazioni possono fornirci nuove conoscenze sulla biologia e quindi sullo stato degli organi coinvolti”.
L’obiettivo del progetto è la comprensione di tutti quei processi elementari che sono all’ origine del funzionamento delle cellule, delle proteine e delle sintesi biochimiche inerenti, sia nel caso di processi fondamentali che nei processi di trasformazione, come avviene, ad esempio, per l’origine e lo sviluppo dei tumori. Il settimo progetto quadro, infatti, è pensato proprio per contribuire alla strategia dell’Unione europea per la crescita, l’occupazione e la qualità della vita.
I gruppi di lavoro sono fortemente interdisciplinari e vedono coinvolti insieme fisici, biologi, medici e chimici. “Tra gli scopi primari del progetto – ha concluso il Professor Di Fabrizio – c’è soprattutto quello della formazione di giovani ricercatori, che verranno coinvolti in maniera completa ed intensiva, sia attraverso il lavoro di laboratorio e teorico e sia attraverso la partecipazione alle riunioni periodiche, le conferenze, la rendicontazione dei risultati e la scrittura di articoli scientifici e brevetti. L’attività di formazione è una delle priorità a cui bisogna sempre tendere, soprattutto riservando molta attenzione al contributo primario proveniente dai giovani ricercatori”.
Il progetto di ricerca, che inizierà nei primi mesi del 2009, durerà complessivamente tre anni.