Giornata in ricordo del Professor Salvatore Venuta: questa mattina la Santa Messa celebrata da Monsignor Antonio Ciliberti
Alle ore 17 la cerimonia in memoria presso il Teatro Politeama di Catanzaro
La Santa Messa commemorativa celebrata, questa mattina, dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Antonio Ciliberti, nell’Aula Giovanni Paolo II dell’Edificio dell’area giuridica, economica e delle scienze sociali del Campus di Germaneto, ha aperto, ad un anno dalla scomparsa, la giornata in memoria del Professor Salvatore Venuta, organizzata dall’Università Magna Graecia di Catanzaro e dalla Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori “Tommaso Campanella”.
Tutta la comunità accademica catanzarese ha partecipato commossa alla funzione religiosa nel ricordo del primo Rettore dell’Ateneo e Direttore scientifico della Fondazione.
Monsignor Antonio Ciliberti ha ricordato, nel corso della funzione, la figura umana e l’amicizia con il Professor Salvatore Venuta.
“Siamo uniti qui non tanto per compiere un rito ma soprattutto per emettere un atto di fede – questo uno dei passaggi dell’omelia di Monsignor Ciliberti – in conformità all’esperienza esistenziale effettuata durante il pellegrinaggio terreno dal Professor Venuta. L’atto di fede nella resurrezione perché Cristo ha vinto la morte ed è effettivamente risorto. Risorgeremo. La morte non ha più potere su di noi perché Cristo l’ha redenta e l’ha vinta. Ma la nostra resurrezione sarà quella che durante l’esperienza del pellegrinaggio terreno sapremo costruire con l’operatività delle nostre mani se la nostra vita sarà conforme alla Verità della Parola.”
“Abbiamo apprezzato – ha ricordato Monsignor Ciliberti durante l’omelia con il pensiero rivolto a Salvatore Venuta- la sua vivida intelligenza, capace di penetrare in fondo la verità, la forte personalità, il dinamismo della sua operatività; attraverso una ricerca costante egli, che nobilitò la forza della sua intelligenza portandola alla concretizzazione delle sue potenzialità, dovette tuttavia riconoscere – e questo è segno di sapienza- che l’intelligenza degli uomini non è tuttavia l’assoluto. Quest’uomo lascia a tutti noi la ricchezza di un insegnamento profondo: quello di attualizzare tutte le potenzialità che sono proprie della nostra umanità mettendole al servizio della comunità senza intralciare l’opera di Dio che, nell’infinità del suo amore di Padre, penetra il mistero dell’uomo per poterlo elevare a una ricchezza di superiore grandezza”.
“Che la nostra opera al servizio della comunità – ha concluso poi Monsignor Ciliberti- possa portare quei frutti che Salvatore Venuta seppe dare per la crescita del nostro contesto, della nostra comunità, ricordando a tutti che questa università, vanto della Calabria e segno della Magna Graecia, è veramente frutto della sua passione, del suo impegno e anche della sua fede.”
Al termine della funzione religiosa un’infermiera dell’Unità Operativa di Oncologia (Maria Spinzo), che insieme a tutto il personale infermieristico dell’Unità è stata vicina al Professor Venuta nei mesi della sua malattia, ha ricordato la sua figura.
Riportiamo qui di seguito il testo del suo intervento:
“Vorrei esprimere un sincero e commosso ringraziamento a quanti in questa speciale occasione sono qui convenuti, con animo sereno, nel comune ricordo dell’uomo Salvatore Venuta.
A coloro che hanno sentito sinceramente il vuoto lasciato dalla sua scomparsa voglio partecipare la mia ferma convinzione che nessuna morte può nulla contro l’uomo, fintanto che qualcuno continuerà a tenerne viva la memoria, ne raccoglierà l’eredità morale, sostenendone le idee e proseguendone l’opera.
Lascio, nel proseguo di questa giornata, alle personalità scientifiche e politiche, ai collaboratori a lui più vicini nel comune impegno, agli amici più cari, l’onore e il fregio di ricordare lo scienziato, il ricercatore, l’uomo di cultura, l’istituzione che così splendidamente rappresentava, con quella naturale e serena eleganza che solo il sapere e la conoscenza conferiscono a che ne possegga l’essenza; io mi soffermerò semplicemente un breve istante sulla personalità dell’uomo, sulla sensibilità dell’anima che ho avuto modo di cogliere, nei giorni intensi e pregnanti di riflessione, del suo ultimo soggiorno presso la divisione di oncologia.
Vorrei dispiegare ai vostri occhi un’immagine inedita e sconosciuta, dischiudere un leggero spiraglio su quell’insospettata luce interiore che solo il dolore e la sofferenza, la debolezza e la fragilità, hanno il potere di far scaturire dal cuore, in una sorta di potente catarsi che sprigiona una sensibilità e gentilezza che lasciano attoniti e commossi e che, tanto più grande è l’uomo, tanto più intenerisce e consola.
E’ questo l’aspetto del Magnifico Rettore che voglio ricordare, un aspetto catturato con lo sguardo attento del cuore in semplici ed emblematiche immagini: un mazzetto di odorose viole di montagna sul suo comodino, insieme ai suoi libri; i magnifici e profondi versi spirituali di Kalhil Gibran, i ringraziamenti gentili che ci rivolgeva, l’abbraccio affettuoso con cui salutava al suo ingresso e alle sue dimissioni dal reparto, la sua stoica e dignitosa accettazione della sofferenza, l’attitudine al lavoro conservata sino alla fine, la forza e il vigore dei suoi affetti, l’amore profondo e la dedizione completa dei suoi cari, il suo portamento che, sebbene provato, sembrava regale lungo i corridoi del reparto, il sorriso che ci ha regalato fin quando ha potuto sorridere.
Concludo dicendo a quanti lo hanno amato e a quanti era inviso -perché non mi illudo: i grandi uomini non potranno mai essere amati da tutti- che ancora in questo giorno, ogni centimetro di terra qui attorno, ogni coscienza qui presente, che sappia guardare con animo sgombro da pregiudizi, alla storia della nostra terra, alle sue lotte e alla sua povertà, alla sua Università, culla della nostra cultura, attesta silenziosamente, ma inequivocabilmente che il Rettore Salvatore Venuta è ancora vivo nei cuori, là dove l’oblio della morte diventa del tutto inutile e impotente a trascinarne via la memoria.”
La giornata in memoria del Professor Salvatore Venuta proseguirà, questo pomeriggio, alle ore 17, con la cerimonia che si terrà presso il Teatro Politeama di Catanzaro.
Interverranno alla cerimonia il Rettore dell’Università Magna Graecia, Professor Francesco Saverio Costanzo, il Preside della Facoltà di Giurisprudenza, Professor Luigi Ventura, il Preside della Facoltà di Farmacia, Professor Domenicantonio Rotiroti, il Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Professor Giovambattista De Sarro.
La cerimonia proseguirà con gli interventi del Presidente della Fondazione “Tommaso Campanella”, Avvocato Anselmo Torchia, il Presidente del Collegio degli Oncologi Medici universitari, Professor Guido Francini, il Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’University Medical Center di Friburgo, Professor Roland Mertelsmann, il Direttore Scientifico dell’Istituto Toscano Tumori di Firenze, Professor Lucio Luzzatto.
A chiusura della cerimonia interverranno anche il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini, Dottoressa Anna Rosalba Buttiglieri, e il Direttore Generale della Fondazione “Tommaso Campanella”, Dottor Francesco Talarico, che consegnerà la Borsa di studio internazionale intitolata a Salvatore Venuta.
Alle ore 20.15 i pianisti Monica Leone e Michele Campanella eseguiranno “Fantasia in fa minore op.103 per pianoforte a 4 mani” di Franz Schubert e “Quadri da un’esposizione” di Modest Mussorgski.