Da una campagna acquisti incompleta a quattro esaltanti gare nei play
off
Una stagione dal finale amaro
Novanta minuti fatali ai sogni promozione di una cittÃ
Il 15 giugno sarebbe potuta passare alla storia come una data di rottura. Tredici
anni di permanenza in C/2 avrebbero logorato qualunque piazza possa vantare
un blasone pari a quello giallorosso. I tifosi catanzaresi, però, non
mancano mai agli appuntamenti che contano. Lo stadio del capoluogo ha accolto
20.000 spettatori. Nulla da fare, il Catanzaro resta nel limbo del calcio professionistico.
La stagione inizia con una campagna acquisti estiva che porta nel capoluogo
calabrese alcuni elementi di categoria superiore. L’obiettivo dichiarato è
quello di centrare la promozione. C’è soddisfazione per l’arrivo delle
due ali (Ferrigno e Ambrosino) che hanno fatto sognare i tifosi del Giulianova.
Ottimo il colpo che porta Mario Alfieri nella città dei tre colli. Il
regista di centrocampo ex Cosenza è un autentico lusso per la C/2. L’acquisto
dei due brasiliani Toledo e Machado è un investimento, si spera di ripetere
il successo dell’operazione Kamarà . Importante aver mantenuto gente di
assoluto livello in organico come Ascoli, Ciardiello e Moscelli. La panchina
è affidata a Franco Dellisanti, un tecnico di primo livello.
Due i nei della campagna acquisti fatta dalla famiglia Mancuso: la mancanza
di una prima punta di valore e una panchina che risulterà ben presto
troppo corta. Ingenito, pur avendo realizzato il record di marcature in una
sola stagione (34 gol nel campionato dilettanti), non costituisce una certezza.
Per la punta 32enne, l’esperienza nel Catanzaro è la prima in un campionato
professionistico. Dopo un avvio di torneo non proprio brillante, Ingenito lascia
tutti di stucco, tornando alla Viribus Unitis, sua squadra di provenienza. Una
vera e propria fuga. La stagione, a ogni modo, comincia con due vittorie, sulla
Palmese (4-0) e sul Gela (1-0), che hanno un po’ illuso il pubblico accorso
al Ceravolo nel mese di settembre. Poi una lunga e inesorabile discesa. Arrivano
tre 0-0 consecutivi che palesano la cronica sterilità offensiva della
formazione di Dellisanti. Un periodo nero che prosegue con tre sconfitte consecutive
(Ragusa, Frosinone e Brindisi). I tifosi contestano con uno striscione che recita
“società vergogna”. Il pubblico inizia a disertare il Ceravolo,
la curva Capraro appare tristemente vuota.
Giovanni Mancuso decide, così, di rassegnare le dimissioni. Una decisione
che appare come la naturale conclusione di un’escalation di eventi negativi
succedutisi di anno in anno. Dalla sfortunata finale play off, persa incredibilmente
contro il Sora, si arriva alla contestazione frontale messa in atto da una parte
della tifoseria nel corso dell’attuale stagione. Il peso del fallimento di 4
anni di gestione è troppo pesante per un imprenditore abituato a mietere
successi nei suoi affari.
Domenico Cavallaro, già membro del consiglio d’amministrazione, diventa
il nuovo massimo esponente societario. Il presidente-traghettatore, com’è
soprannominato in quei giorni Cavallaro, ha il compito di cedere il 100% del
pacchetto azionario. I contrasti all’interno del sodalizio giallorosso tra soci
di maggioranza e quelli di minoranza sembrano insanabili. I giocatori non ricevono
lo stipendio da mesi. Il malumore cresce all’interno dello spogliatoio, ma Cavallaro
riesce a tenere sotto controllo la situazione. Lo Giudice funge, in quei giorni,
da collante tra società e giocatori. Scoppia il caso Alfieri. Il centrocampista
vuole andare via. Sembra imminente il suo passaggio alla Nocerina. Nessuno,
però, è intenzionato a firmare la rescissione del contratto del
giocatore, e Alfieri resta, risultando poi una pedina fondamentale per il raggiungimento
dei play off.
Il mercato di riparazione porta un solo atleta alla corte di Dellisanti: Nunzio
Falco, la punta che il Catanzaro bisognava come il pane per finalizzare la mole
di gioco creata nel corso del girone d’andata. In casa giallorossa, però,
si inizia a parlare di salvezza. La zona play out è vicina, solo due
punti separano il Catanzaro dal quint’ultimo posto. Il nuovo presidente intavola,
a ogni modo, una trattativa con una cordata capeggiata da Nino Tallarida, imprenditore
di Locri trapiantato in Emilia Romagna. Il consulente economico di Tallarida,
Paolo Signifredi, è protagonista anche della conferenza stampa del dopo
gara di Catanzaro-Nocerina. La cessione dell’Us è solo una formalità .
Si trova l’accordo tra le due parti, ma nella notte che avrebbe dovuto suggellare
il passaggio di consegne, la trattativa salta, definitivamente. Sono giorni
bui per il sodalizio giallorosso. Si susseguono i giorni e le notti in cui i
tifosi “vegliano” davanti la sede di via Jannoni aspettando un’evoluzione
della situazione. Il pericolo di fallimento è concreto. è necessaria
una ricapitalizzazione che, però, nessuno vuole fare. Oltre 70 anni di
storia calcistica rischiano di essere cancellati da debiti che incombono come
macigni. I giocatori inviano le lettere di messa in mora della società .
Una spada di Damocle che non influenza, però, la felice conclusione della
trattativa finale. I soci di minoranza Parente e Poggi sono decisi a rilevare
il resto delle azioni. Un primo tentativo fallisce in maniera eclatante nella
sede di via Jannoni, con tanto di conferenza stampa indetta. Le speranze di
vedere il Catanzaro nella stagione 2003/2004 sono ridotte al lumicino. In molti,
hanno l’impressione di assistere a uno sceneggiato di qualità scadente.
Alla fine, l’Us finisce nelle mani dei soci di minoranza. Il Catanzaro volta
pagina. La svolta operata dal duo Poggi-Parente sembra portare un nuovo, inaspettato
entusiasmo sia all’interno della squadra che tra i tifosi. Si procede a una
rivoluzione. Gianni Improta diventa il nuovo direttore tecnico. Cambia la sede
della società che si trasferisce nei nuovi locali di via Lombardi. Non
tarda, inoltre, ad arrivare il supporto finanziario del comune alla societÃ
giallorossa. L’obiettivo primario dei nuovi dirigenti è il risanamento
della società . I debiti ammontano a miliardi di vecchie lire. La squadra,
intanto, incappa in un brutto ko a Ragusa il 23 febbraio. Un passaggio fondamentale
per la stagione di Ciardiello e compagni. Negli spogliatoi, i giocatori capiscono
che non si può più sbagliare, scatta la molla dell’orgoglio. Dopo
questa debacle, il Catanzaro non subisce nessun’altra sconfitta. La serie positiva
non s’interrompe neanche nei match di play off. La gara d’andata della semifinale
sembra tagliare le gambe alla truppa di Dellisanti. Il pareggio interno con
la Nocerina lascia l’amaro in bocca ai 12.000 supporter accorsi al “Ceravolo”.
Il riscatto arriva sette giorni dopo in Campania, dove al “San Francesco”,
Ferrigno e compagni colgono una vittoria di fronte a 2.500 persone accorse da
tutta Italia per assistere all’incontro. Domenica scorsa, il pareggio a reti
bianche con l’Acireale. Vista la migliore posizione raggiunta al termine della
regular season, i calabresi hanno a disposizione due risultati su tre. L’ultima
uscita stagionale ha, poi, riportato il cuore di una città intera negli
abissi.
Enrico Foresta – Il Quotidiano
Due desolanti giornate di giugno
Qualcuno abbandona lo stadio pochi secondi dopo il raddoppio acese, altri increduli
rimangono a fissare i festeggiamenti che si svolgono sotto la curva est.
Un settore che a distanza di due anni accoglie un migliaio di persone che celebrano
la promozione in C/1. Una festa che il pubblico giallorosso può solamente
osservare, immaginando il sapore di una vittoria che anche stavolta non è
arrivata.
Gettato alle ortiche un girone di ritorno pressoché perfetto. Novanta
minuti hanno cancellato quanto di buono era stato fatto in un anno intriso di
mille difficoltà . Inevitabile, adesso, la ricerca di un colpevole, quando
sarebbe, forse, più proficuo individuare le basi su cui costruire una
squadra vincente per il prossimo campionato. Rimane la voglia, probabilmente
la necessità , di non arrendersi. Andare avanti, senza rimanere incastrati
tra un passato vissuto da protagonisti assoluti in Calabria e un presente mediocre.
Il Catanzaro sembra quasi un pesce di grossa taglia intrappolato tra le secche
di un mare torbido. Tredici anni di C/2 non hanno depauperato l’enorme patrimonio
costituito dai tifosi giallorossi. Basta considerare le cifre, spropositate
per la quarta serie professionistica, della finale play off. Oltre 17.000 paganti
per un incasso che si aggira attorno al mezzo miliardo di vecchie lire.
Proprio da questa fonte inesauribile di energia bisognerà ripartire.
Basterà che la nuova dirigenza mantenga le promesse fatte in occasione
del suo insediamento: centrare il salto di categoria con una societÃ
risanata dai debiti accumulati negli ani.
Smaltita l’ennesima incredibile delusione, il pubblico catanzarese potrÃ
accordare nuovamente fiducia alla sua squadra del cuore.
Consapevoli, però, che solamente la promozione sbiadirà i ricordi,
ormai impressi nel dna di ogni catanzarese, di due desolanti giornate di metÃ
giugno.
Enrico Foresta – Il Quotidiano