Cari amici riprendo a scrivervi dopo la gita in terra
giuliana e non vi nascondo che, stranamente, lâamaro in bocca per il risultato
negativo è durato poco. Certo fa male perdere, da fastidio uscire sconfitti con
un certo demerito, ma le premesse della prima trasferta in serie B sono state
molto, ma molto positive.
Questo viaggio aveva un
significato particolare, Trieste, complice il calendario, ha assurto un valore
simbolico non indifferente per tutti coloro hanno seguito le Aquile in tutti
questi anni, sia nella cadetteria degli anni 80 che nella serie C del decennio
successivo.
Nessuno si è sentito in qualche
modo impedito dalla distanza kilometrica che separava Trieste da Catanzaro,
anzi per alcuni è stato un ulteriore incentivo e poi finalmente, dopo tanti
anni, i nordici giallorossi avevano a portata di mano il Magico.
Era troppa la voglia di esserci,
di stare lì a sostenere le Aquile, di essere al cospetto della gente triestina
e di far vedere allâItalia intera, attraversata completamente, che siamo
tornati.
Ti accorgi che un viaggio in
treno di svariate ore ti scorre come niente, rivedi le immagini della serie C,
i racconti di tanti itinerari fatti insieme, le immagini sbiadite di
calciatori, di aneddoti e di bocconi amari. Al tuo fianco trovi lâamico che ti
racconta i gemellaggi di tutto il mondo ultras, sei con chi dalla gioia
conserva le parole, poi spuntano i panini della mamma ed il profumo di casa ti
fa sentire la nostalgia della terra di Calabria. Il viaggio prosegue e mentre
ti avvicini alla meta la tensione sale, dai un buffetto ad un fratello
cresciuto lontano senza aver mai visto una serie B, lo guardi e sorridi.
La città di Trieste ti accoglie e
ti abbraccia nel suo multietnico crogiuolo di razze, ti appare subito la bellezza
di questo luogo ove le cicatrici della storia recente faticano a rimarginarsi.
Incontrare la tua gente lontano è
sempre un emozione particolare, è sempre un qualcosa che ti riempie il cuore.
Vedersi per le strade del capoluogo giuliano e stringersi la mano, solo perché
si appartiene alle Aquile, è una cosa bellissima. Gli sguardi si incrociano, ti
riconosci grazie ad una sciarpa o ai caratteri somatici, poi come dâincanto
stai insieme tutto il giorno, come se ti conoscessi da una vita. Questo accade
perché le gioie ed i dolori di questa Magia cromatica ti accomunano e ti
affratellano.
Maestoso lo stadio giuliano,
lontano anni luce da qualche altro impianto ove si fatica a dipingere un
cancello, distante anche la sua concezione di luogo per la gente, di spazio
delle famiglie ove gustare un evento. La partita scorre come sempre, il blu dei
giallorossi fatica a violare la rete dellâUnione ed il risultato non ci arride.
Come sempre da brividi i cori che giungevano dallo spicchio di curva riservato
al Popolo delle Aquile, qualcuno ci avrà uditi in Slovenia, tanto era da matti
la voglia di urlare.
Significativo come sempre
lâapplauso finale con gli Ultras e degli altri della curva che ha accompagnato
il termine della contesa. Ulteriore lezione di quei ragazzi sempre al fianco
dei giallorossi, segno di un modo di pensare allâavanguardia, di un esempio,
nel sostenere la squadra, da tenere a mente. Deve crescere tanto la cultura
sportiva nella città dei tre colli, deve maturare molto il nostro pubblico, deve
essere consapevole di poter essere quel valore aggiunto, che in una gara può
risultare determinante. Sinceramente mi aspettavo qualche numero in più con
riferimento alle presenze che potevano giungere dalla Calabria, lâamore per le
Aquile, tributato questa estate con la nascita di tanti club, meritava qualche
sacrificio in più. Anzi per essere più preciso, la presenza a Trieste era un
atto di âdevozioneâ. Spero che tutto sia stato solo un caso, facciamo
attenzione ai mali del calcio moderno, che la pay tv non ci levi quel genuino
entusiasmo che ci ha contraddistinto per anni.
Qualche sassolino come al solito
me lo voglio togliere, anche oggi gli abbonati non avranno la loro tessera, la
cosa comincia ad assumere i contorni del giallo e lâunica risposta può esser
data è quella del super lavoro della Zecca di Stato, ma âtiremm innanzâ per
dirla in lingua trentina.
Stranezze del calcio moderno e di
un calendario corto ci troviamo a giocare due gare nei prossimi tre giorni,
questa sera col Catania e venerdì in quel di Ascoli.
Con i primi câè una storica
rivalità , nata quando i giallorossi disputarono una gara in campo neutro in
terra etnea ed i locali tifarono spudoratamente per il Milan, da allora gli
incroci con i âmilanesiâ siciliani sono sempre stati ad alta tensione sia dal
punto di vista dellâordine pubblico che da quello prettamente sportivo. Questa
sera spegniamo i loro ardori vulcanici, rimandiamoli a casa con i nostri
poderosi cori e con il risultato dalla nostra.
Prima di ritornare a viaggiare ci
sarà la tappa intermedia a Roma, dovrebbe giungere entro la fine della
settimana il giudizio della Commissione di Appello Federale, mi astengo da ogni
commento, mi tengo dentro la speranza di un giudizio sereno ed equo per la
società e per i nostri calciatori.
Venerdì, invece, lo scenario
delle Aquile si trasferisce nelle Marche, dove quattro mesi fa ci riprendevamo
meritatamente la Serie B. Anche in quel di Ascoli ci sarà spazio per tanta
rivalità sportiva, i più ricorderanno i bianconeri di Rozzi ed i campionati
gomito a gomito per andare in serie A.
Affrontiamo queste gare con
ardore ed orgoglio, sempre pronti a sostenere i nostri calciatori, ricordando
delle difficoltà di questo campionato, consapevoli di come le emozioni e le
gioie saranno diluite e stemperate nel tempo.
Jamu Avanti Catanzaro!
Gennaro Maria Amoruso
Chi volesse suggerirmi argomenti, segnalarmi temi o
dissentire sulle mie parole può farlo allâindirizzo:
gennaro@uscatanzaro.net
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