UNA NUOVA “BRETTON WOODS”? I “GRANDI” A WASHINGTON

riceviamo e pubblichiamo

UNA NUOVA “BRETTON WOODS”? I “GRANDI” A WASHINGTON
LA VOCE DI EMMAUS INTERNAZIONALE

Emmaus Internazionale riunisce 306 Gruppi in 36 paesi di Africa, Americhe, Asia e Europa per realizzare, con l’apporto dei più deboli, dei più esclusi, piccole ma efficaci azioni collettive, per dimostrare che ci sono alternative possibili alle diffuse situazioni mondiali di ingiustizia.
Emmaus Internazionale riunisce 306 Gruppi in 36 paesi di Africa, Americhe, Asia e Europa per realizzare, con l’apporto dei più deboli, dei più esclusi, piccole ma efficaci azioni collettive, per dimostrare che ci sono alternative possibili alle diffuse situazioni mondiali di ingiustizia.

Renzo FIOR, presidente di Emmaus Italia ha dichiarato: “che nessuna soluzione possibile potrà emergere dalla prossima riunione di Washington se non avrà un solido fondamento di solidarietà. E nessun tentativo di rifondazione economica potrà avere la pretesa di imporre, come in passato, la speculazione finanziaria ed i profitti eccessivi di qualche minoranza, così come nessuna truffa a danno dei risparmiatori e della povera gente ad opera dei managers della finanza, incoraggiati dagli Stati, potrà più essere tollerata.”

Emmaus, in un comunicato diffuso a tutti i suoi gruppi presenti nel mondo, afferma con forza che in futuro sarà impensabile ed impossibile il ripetersi di quanto abbiamo assistito negli ultimi mesi, che attraverso aggiustamenti superficiali alle assurdità folli del sistema finanziario si sia imposta una cauzione forzata a carico degli abitanti di tutto il pianeta di 2.000 miliardi di dollari. A questa somma infatti ammontano i piani di salvataggio europeo e americano.
Nessuna perdita delle borse mondiali non potrà più essere una contingenza accettabile: il suo montante oltrepassa alla lunga i 100/150 miliardi di dollari che basterebbero per garantire l’acqua potabile e quanto serve per sfamare quel quarto di popolazione mondiale che oggi ne è privata.
La crisi economica e finanziaria degli ultimi mesi, che ha provocato l’aumento della miseria e della precarietà in tutti i continenti, era prevedibile e prevista. Non è la prima, né sarà purtroppo l’ultima se non ci sarà un’autentica inversione di rotta.
Emmaus Internazionale, come tanti altri movimenti associativi e sindacali, ha denunciato infinite volte le derive neoliberali, cercando di porvi rimedio, nel concreto, anche se modestamente, giorno dopo giorno, al Nord come al Sud del Pianeta. Possiamo garantire che queste infinite “buone pratiche” economiche e finanziarie sperimentate da decenni da Emmaus Internazionale e da altri, hanno sempre “un saldo positivo”, perché immerse nella solidarietà, animate dalla condivisione delle risorse e dall’uso del denaro al servizio della Persona umana e del bene comune.

A quei sedicenti “Grandi” che siederanno il prossimo 15 novembre attorno a un tavolo a Washington ed a tutte le “conferenze” che seguiranno, Emmaus Internazionale chiede che si dia spazio e voce non solo ai Paesi più poveri ma anche a rappresentanze dei cittadini e associazioni che lottano contro la miseria, per un’economia solidale.
Invitiamo inoltre tutti i grandi Movimenti associativi internazionali a mettersi insieme ed a condividere i loro mezzi per un OSSERVATORIO MONDIALE PER LA SOLIDARIETA’ che in modo costante e permanente possa essere una forza di vigilanza, di allarme e di proposta sul sistema economico e finanziario internazionale, per il futuro.
Infine, Emmaus Internazionale chiama tutti a mettere la solidarietà tra le persone, i popoli e le nazioni come fondamento e orizzonte di ogni riflessione, iniziativa e decisione di costruzione dell’economia mondiale dando priorità alla condivisione delle ricchezze, all’accesso ai diritti e beni fondamentali (come l’acqua, l’alimentazione, la salute e l’istruzione) per tutti gli abitanti del Pianeta.

Emmaus Italia onlus

Autore

Redazione

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