“Una città per parlare”, Scalzo strega la Casa delle Culture

Applausi per il forum organizzato dai giovani a sostegno del candidato a sindaco per il centro sinistra

Una Casa delle Culture gremita di un pubblico eterogeneo. Un’assemblea pubblica ampiamente partecipata, e moderata da Emanuele Ferragina, giovane ricercatore catanzarese in Scienze Politiche presso l’università di Oxford, in cui i temi della democrazia, del rinnovamento, della voglia di costruire qualcosa di serio, innovativo e concreto, sono stati il fil rouge della discussione.

Così, stamani, “Una città per parlare” è stato un momento importante per i cittadini che hanno deciso di ascoltare e interagire con Salvatore Scalzo, candidato a sindaco per il centro sinistra. A lui, è toccato il compito di concludere i lavori, con un intervento appassionato che più volte ha strappato applausi a scena aperta. Ma prima di lui, il bellissimo dialogo scritto dal professore Piero Bevilacqua e letto in sala da Enzo Colacino e Mauro Lamanna, un dialogo tra nonno e nipote, un dialogo tra generazioni che si scambiano il testimone. Un dialogo su un necessario patto generazionale.

Proprio quel patto generazionale alla base del progetto di Salvatore Scalzo, che ancora una volta ha sottolineato come sia necessario allontanarsi dalla logica della rottamazione, per imboccare la via della cooperazione tra energie nuove ed esperienze valide. Tra qualità nuove e passate, tra mondi e culture sempre complementari.

E’ stata poi la volta proprio di Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla “Sapienza” di Roma, uno dei più autorevoli accademici non solo della Calabria, il quale ha offerto il suo appoggio al progetto di Scalzo e ha raccontato per punti i motivi che lo hanno spinto ad esprimere così apertamente il sostegno al candidato del centro sinistra: il “no” alla politica scellerata che mira a dividere la società, che alimenta una cultura dell’odio e della paura, il “no” alla privatizzazione dei beni comuni e alle lottizzazioni selvagge, il “no” a chi crede di cavarsela con personale furbizia o amicizie familiari, a chi sfrutta i sistemi clientelari. Per questi e altri motivi, ha spiegato Bevilacqua, “dico “Sì” a Salvatore Scalzo sindaco di Catanzaro. L’impegno diretto in politica di giovani come lui è il più importante evento politico e civile verificatosi in città negli ultimi vent’anni. Un gruppo di ragazzi colti e generosi che non si limiterà a partecipare ad una competizione elettorale, ma che intende rimanere a lungo sulla scena e aprire una pagina nuova nella storia della città. E’ un messaggio a tutti i cittadini di Catanzaro: questi ragazzi sono la promessa di un avvenire migliore, sono la speranza per tutti noi”.

A chiudere, come detto, Salvatore Scalzo, il quale in circa trenta minuti d’intervento ha riassunto i temi principali di questa campagna elettorale, anticipando di fatto una parte delle 100 idee per Catanzaro che saranno presentate alla stampa e alla città martedì 26 aprile prossimo, alle 17:30, presso la fondazione “Simona & Daniela” onlus. Di seguito un’ampia sintesi dell’intervento.

“Come ho detto più volte, ritengo ci sia una mentalità e una città da ricostruire. E l’entusiasmo che portiamo è il motore giusto per operare questo cambio. C’è da intervenire sul modo di lavorare tra la gente.

Abbiamo quindi deciso di essere diversi in questa campagna, è questa la nostra grande sfida. Abbiamo scelto di fare una campagna fatta di programmi e di idee concrete, per riportare le persone a votare con gioia e voglia di partecipare ad un’idea di città innovativa.

Nello specifico, puntiamo a costruire una città per la maggioranza delle persone. Persone che fino ad ora sono rimaste ai margini, escluse da un concetto di politica clientelare che ha reso Catanzaro una città per pochi, gestita da pochi. Puntiamo sulla qualità della classe dirigente che sappia guardare con competenza alle sfide del futuro.

Tra qualche giorno presenteremo le nostre 100 idee per Catanzaro, divise in tre pilastri fondamentali: un programma partecipato, costruito dai cittadini, da tecnici e da giovani, che si è arricchito delle esperienze e delle competenze di una città intera che ha voglia di dire la sua e di trovare qualcuno che sia in grado di ascoltarla.

Vi assicuro che questa nuova metodologia di lavoro ha portato grandissimi frutti, non solo in termini di partecipazione quotidiana ma proprio in termini di numeri. Al punto tale da spingerci a fare ancora di più perché le carte in tavola, rispetto ad un mese fa, sono decisamente cambiate.

Vediamo avversari nervosi che attaccano dal punto di vista personale, toccano i sentimenti, e questo mi rammarica. La nostra idea resta quella di saldare due mondi: quello di chi è rimasto e mette a disposizione la propria esperienza e conoscenza del territorio, e quello di chi è andato via con il pensiero e il coraggio di tornare. Si può invertire questo trend e la mia candidatura, che mette in pratica il progetto dell’associazione Ulixes che ha sempre lavorato per mantenere il cordone con la città a chi partiva, serve anche a realizzare questo: mettere a disposizione di Catanzaro competenza e meriti, non clientelismo. Devono tornare questi i principi cardine della società che guarda al futuro.

Il programma che abbiamo redatto in questi 35 giorni di lavoro è strutturato secondo tre pilastri fondamentali: innanzitutto una città che funziona e che traspare, frutto di una severa riorganizzazione della macchina comunale che rimuova gli intoppi e possa permetterci di lavorare secondo il piano previsto. Poi una città che respira e che si muove, con un concetto di mobilità ecosostenibile, rimodulata secondo criteri di efficacia e di efficienza, che eviti gli sprechi e guardi alla salvaguardia ambientale e alla difesa del territorio con ogni forza. Un paio di esempi su tutti: abbiamo un progetto di 7 milioni di euro da investire sui bus a metano, che porterebbe ad una riduzione del 40% dei costi operativi. Abbiamo poi un progetto che, con una piccola allocazione, permetterà di realizzare degli orti urbani in tanti quartieri della città. Senza dimenticare, poi, il piano di mobilità della giunta Olivo, i cui effetti si vedranno tra qualche anno ma che hanno già ottenuto il plauso della Regione che li ha finanziati dopo averne valutato l’effettiva utilità e bontà progettuale.

Il terzo pilastro è una città che crea ed include: bisogna creare le condizioni ottimali per lo sviluppo economico investendo sulle peculiarità della città in maniera mirata e precisa, in ottica integrata e di sistema: un polo delle arti e dell’artigianato, attenzione profonda sulle eccellenze locali come l’Università che dovrà essere maggiormente integrata con Catanzaro, guardando alle potenzialità economiche della città. Ma soprattutto un’Università che sappia essere il motore del ringiovanimento del centro storico. Le politiche sul turismo dovranno tenere conto delle potenzialità offerte dal territorio, da quei 232 ettari di terreno a Giovino su cui vogliamo far convergere le migliori capacità internazionali da cui tirar fuori un’idea sostenibile e vincente che allontani per sempre il rischio di lottizzazioni e cementificazioni selvagge.

Il porto, poi, una questione spinosa su cui bisognerà trovare una soluzione, congiuntamente alla darsena Alli. E un sistema di agevolazioni e contributi a chi, nella fascia di immobili prospicienti al mare, intenderà investire in strutture ricettive caratteristiche, per incentivarne l’attivazione.

Insomma, queste sono solo alcune delle 100 idee che abbiamo in mente. A dire il vero, le idee sono 99, l’ultima è che il programma è sempre aperto agli input della cittadinanza attiva e propositiva. Tutto questo lo abbiamo pensato e realizzato in appena 35 giorni: pensate a cosa potremmo realizzare in cinque anni”.

Infine, Scalzo ha risposto alle domande che Wanda Ferro gli ha rivolto a mezzo stampa stamani: “Io amo parlare solo di contenuti e programmi, al massimo di giudizi politici e non personali. Stamattina ho letto del vile attacco personale rivoltomi, basato su giudizi nel merito di sentimenti e scelte personali che non devono assolutamente entrare nell’agone politico. Appena ho avuto modo di leggerle, mi sono sentito rammaricato, non nervoso: sul personale non si deve mai scendere, lo dico con il cuore.

Io rispondo quindi alle due domande: sulla giunta Olivo la mia posizione è sempre quella espressa in passato. Ci sono state tantissime cose positive che dovranno essere dette, che cito con orgoglio: c’è una buona amministrazione che lascia un bilancio in attivo. Facciamo un confronto tra le due amministrazioni e poi vediamo chi ha lavorato meglio da questo punto di vista. Poi la capacità di disegnare un’idea di città, costruendo un piano strategico per la prima volta, adottando scelte di lungo periodo, non fatte per tagliare i nastri, ma pensando al futuro. Certo, accanto a questi, ci sono stati punti di criticità a cui bisogna guardare per migliorare e questo va detto per onestà intellettuale e per fare critica costruttiva come la comunicazione e la necessità di una maggiore attenzione alla manutenzione quotidiana, ad esempio.

I nodi vengono al pettine, poi: in questi giorni, guarda caso, le inchieste sugli appalti ci dice che chi è arrivato qui, le imprese in odore di mafia le ha tolte. Questo è un fatto. Voglio vedere se qualcuno ci spiegherà perché certi personaggi se li è ripresi. Ci rispondano.

Sul rinnovamento: per me il rinnovamento è il volto di quanto visto oggi, tante esperienze diverse e qualità, che si saldano e lavorano insieme senza protagonismi, ma spinti dall’entusiasmo di fare qualcosa di davvero utile per la collettività. Su tutte le liste, poi, non c’è molto da dire, anzi tutt’altro.

Per questi e tanti altri motivi, io sono fermamente convinto che raggiungeremo il risultato massimo alla fine di questa campagna elettorale”.

 

 

Autore

Salvatore Ferragina

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