È molto difficile arrendersi, ma in questo momento sento il bisogno di dire: ebbene sì, mi arrendo! Quando è impossibile, razionalmente o no, raggiungere con lo sguardo un filo di speranza e la realtà ti violenta in questo modo, chi non si arrenderebbe?
È stucchevole, nonché antipatico, ripetersi con le (ahinoi) solite osservazioni in merito all’inadeguatezza dell’attuale rosa, all’ancora maggiore inidoneità di chi l’ha costruita e per finire dell’assurda sopportazione di chi stipendia i succitati. Un bunker di supponenza inattaccabile come si trattasse di una dittatura della sconfitta, di una purga imposta e trangugiata settimanalmente da chi ancora in cuor suo a fatica canta “Vedrai vedrai”.
Ma il giorno in cui “cambierà” è ben lontano o almeno non se ne conoscono connotati e tempistica. Il silenzio tombale (è il caso di dirlo) regna sovrano e avvolge anche i discorsi di chi un giorno, recandosi a prendere il solito caffè al bar con l’amico, condiva le proprie argomentazioni con la squadra simbolo di qualcosa che va al di là del calcio.
Eppure è accaduto e questa è la peggiore delle sconfitte. Ancor peggio della faccia tosta (tanto per non scadere nella scurrilità) di chi non utilizza un nanogrammo di dignità, vietandosi di proferire verbo o di affidare ad un fiammifero il proprio contratto. No, non si fa. Ed allora fino in fondo e i famigerati conti si faranno alla fine. Fine che si prospetta tale in tutti i sensi.
Chi scrive non è un tribunale né un assegnatore di colpe ma non può vietarsi di vedere ciò che accade. In tutto questo comunque c’è qualcosa che non torna.
Come mai una proprietà così caratterialmente delineata, sanguigna e con un forte aspetto decisionista ha sopportato e sta sopportando tutto ciò? Per molto ma molto meno in passato sono stati mandati a pascolare molti personaggi che hanno fatto parte del team. Questioni di contratto (economiche)? Questioni politiche?
Chi, da quando Cosentino ha in mano il Catanzaro, sta consigliando il proprietario di GICOS? E per quanto questo consigliere sia “potente” (oggi si dice così), perché Giuseppe Cosentino non lo manda a quel paese cambiando registro una buona volta per tutte?
Chiunque è padrone di suicidarsi con le proprie mani (in questo caso con il proprio denaro), ma allorquando con sé porta nell’oltretomba un’intera tifoseria unitamente ad un’icona della Calabria, allora le cose cambiano. Non c’è da prodursi nell’italico vezzo dell’essere “contro” o “a favore” di questo o di quello.
E ti trovi ad affrontare in casa la squadra costruita da Pasquale Logiudice e allenata da un catanzarese D.O.C. Gaetano Fontana e ad inchinarti innanzi alla capolista costruita dall’ex DS (ultimo a consegnare la serie B a Catanzaro nella stagione 2003/2004 e a scaldare realmente i cuori giallorossi). La domanda che mi pongo è come mai questo “consigliere” potente abbia toppato nei propri “suggerimenti” per tanti anni e un imprenditore di successo come Giuseppe Cosentino non lo abbia ancora mandato a quel paese?
L’altro interrogativo è come mai altrove, con budget tutto sommato ragionevoli, si riesca ad allestire squadre dignitose che non richiedano continue rivoluzioni?
Attenzione, il Catanzaro è penultimo ma lo aspettano due trasferte allucinanti, la prima contro il Catania di Russotto, la seconda contro il Foggia e poi c’è in derby con la Reggina. Tanto per non dimenticare, il 22 dicembre (altra scelta scellerata della Lega) ecco il Cosenza e si rischia veramente il tracollo e l’umiliazione oltre ogni immaginazione.
Caro Presidente, chi la consiglia da oramai (ahinoi) tanto, troppo tempo, sta determinando uno sfacelo finanziario nonché di immagine per un’intera comunità e rischia seriamente di coinvolgere anche la sua azienda che è immagine di una Calabria imprenditoriale vincente (ha presente il main sponsor in bella vista sulle magliette?). Quando deciderà di mandare a quel paese le viperucce che si ostina a riscaldare e che puntualmente la “mordono” con risultati sconcertanti?
I poteri forti (utilizziamo sempre terminologie tenere che è meglio…) possiamo comprenderli in campo politico. Sgovernano il nostro Bel Paese da sempre e camaleonticamente continuano a farlo tutt’oggi. Affidarsi ad una “Z” per la panchina va bene, ma fidelizzarsi all’ultima lettera dell’alfabeto per altro e per il resto della propria esperienza sportiva, non mi sembra molto edificante né per le tasche societarie, né per i pessimi risultati ottenuti.
Sì, è vero, i politici catanzaresi sono da coma piatto e dopo aver posizionato un tappeto rosso cosparso da petali di rosa, hanno trasferito i propri interessi altrove e tradito ogni aspettativa. In poco più di sessanta giorni il “collega” Raffaele Vrenna ha avuto l’Ezio Scida ristrutturato. Per il Nicola Ceravolo non è bastato un decennio!!! Questi sono i fatti. Quanto sopra però non c’entra con l’inadeguatezza dei centrali difensivi giallorossi o l’evidenza di un attacco a dir poco anemico e di una rosa palesemente insufficiente.
E allora lasciamo stare tutto e decidiamo una buona volta per tutte quali saranno gli obiettivi. Iniziamo ad esorcizzarci dal mutismo infruttuoso e ricominciamo a dialogare con i destinatari del prodotto Catanzaro Calcio. I Re Tentenna sono stati sempre bocciati dalla storia. Non è dato più procrastinare: o si lascia o si raddoppia. La vita non sempre permette i compromessi.
Giuseppe Mangialavori
bravo come sempre….l’unico!!!
Cara Redazione, l’articolo è zeppo di indecifrabili allusioni che a me, lontano da Catanzaro, non consentono di afferrare il bandolo della matassa. Ci sarebbe un personaggio politico (o vicino alla politica) che (per malvagità o per tornaconto personale) comanda a bacchetta e dispone azioni ed omissioni del presidente nella conduzione della società? Francamente (pur rendendomi conto delle difficoltà insite nell’esplicazione di simili argomenti), la veridicità di quanto esposto è correlata alla fruizione da parte del lettore di qualche ulteriore tassello che consenta di intuire le finalità e (non ultimo) e le sembianze dell’innominablile. Infine, sembra inverosimile che un imprenditore di successo sia stato e continui a rimanere passivamente succube, per ragioni politiche (?), di un cachiello chiunque questi sia.
Cara Redazione, comunque grazie. E grazie all’ottimo Mangialavori. Sempre forza Catanzaro.
Z come Zavaglia
Ottimo! Se non aggiungere che fra i due esiste una palese complicità, che continuando su questo percorso porterà a breve la scomparsa del calcio a Catanzaro.<br />
ma una volta non andavano il presidente e l’allenatore ha scegliere i calciatori adatti per la categoria<br />
Mi è piaciuta molto la dichiarazione rilasciata dal mister
Bravo mister forza Catanzaro!!!