L’applauso dedicato al Presidente Giuseppe Cosentino ed alla squadra subito dopo il triplice fischio di Catanzaro-Benevento, è un importante punto dal quale ripartire che non bisogna sottovalutare. Mai dopo i playoff persi nelle scorse, ahinoi numerose esperienze, il Popolo giallorosso aveva dedicato un tributo così alle Aquile. Forse la tifoseria è cresciuta, forse si è accorta che il Catanzaro 2013/2014 ha profuso ogni sforzo unitamente al proprio Presidente per centrare l’obiettivo, sta di fatto che gli applausi di cui sopra erano sinceri.
Punto e a capo direbbe giustamente qualcuno. Bisogna guardare avanti e iniziare a comprendere se bisogna studiare da “grandi” o bisogna tentare di ottimizzare le risorse per assicurarsi giovani promettenti che al momento non certificherebbero ambizioni di vittoria diretta del prossimo campionato. Giuseppe Cosentino anche quest’anno ha dovuto sobbarcarsi costi non di poco conto. Paradossalmente la Prima Divisione a conti fatti costa molto più di una serie B. Paradossi di un calcio che anche con l’ultima riforma della Lega Pro, se possibile, ha offeso la meritocrazia, promuovendo in prima Divisione società che fino ad un “secondo” fa viaggiavano nel dilettantismo. Un’infornata di quelle che nella storia del calcio italiano non si era mai vista. Chi ha conquistato la Prima Divisione di Lega Pro negli scorsi campionati si vedrà equiparato a chi poco tempo addietro stava in serie D. Ma sono cose che succedono (solo in Italia).
A seconda della composizione dei gironi potremo fare i nostri pronostici, ma non solo. Sarà importante comprendere quali siano le aspirazioni e le possibilità dell’US Catanzaro che peraltro quest’anno ha arricchito il proprio organigramma di un Ufficio Marketing. Pianificare discorsi anche per ciò che riguarda la sponsorship, gli introiti derivanti dalla stessa per progetti in essere, la sua fidelizzazione al brand Catanzaro, saranno fasi di un percorso si suppone già avviato. Certo è che è difficile da parte del Presidente affrontare il futuro sfidando incognite quali in primis la precarietà della struttura Nicola Ceravolo insieme ad un apporto inadeguato del tessuto imprenditoriale locale. La difficoltà di attirare investimenti di sponsor “fuori porta” è sempre più palese soprattutto per il torneo 2014/2015, visti e considerati i competitor regionali che il prossimo anno dovrebbero frequentare lo stesso girone. Sarà necessario pertanto fare i passi a seconda delle reali potenzialità o voglia di rischiare. Certo è che con uno stadio che versa nelle attuali condizioni, e con un milione e mezzo a disposizione per i lavori c’è poco da ridere per il futuro. Ma se la memoria non mi inganna, i milioni non sarebbero dovuti essere cinque? E la gara d’appalto vinta con progetto annesso?
Quanto sopra obbliga ad un sano realismo e purtroppo non permette di fare voli pindarici sul futuro delle Aquile. Campo sintetico? Mega palazzina a “soffocare” il settore distinti? Con il milione e mezzo a disposizione, le priorità saranno gli spogliatoi (che attualmente versano in condizioni penose) e altro. A quando l’apertura dei distinti? I lavori dovrebbero essere consegnati nel 2016. Quali lavori? Quali garanzie ha l’attuale proprietà che ciò avvenga? Come si farà ad ospitare i numerosi derby durante il prossimo campionato?
La rassegnazione che si respira non è tanto dovuta all’ennesima sconfitta dei playoff, quanto al disarmante disinteresse o peggio sufficienza con i quali si affrontano problematiche la cui risoluzione viene procrastinata nel tempo con le solite scusanti che oramai non sono più accettabili.
La pausa che la Società capeggiata da Giuseppe Cosentino ha preso prima della nuova programmazione serba in sé molteplici chiavi di lettura. Quello che tutti noi ci auguriamo è che quegli applausi post Catanzaro-Benevento, siano di sprone per la proprietà al fine di ripartire dal lavoro finora svolto, senza arrendersi a comprensibili, scoraggianti dati di fatto che la Catanzaro di oggi pone come fattori dissuasivi. Con i soldi altrui è semplice dare giudizi affrettati e programmare campionati di vertice.
Oggi non è facile fare calcio da nessuna parte e chi ha una proprietà come il Catanzaro deve avere la forza di guardare avanti senza ingiustificati piagnistei. Tanto per fare un esempio, Bari in piena zona playoff per la conquista della serie “A”, ha stentato a trovarne una con enormi difficoltà! Non è facile fare calcio oggi giorno e non è facile farlo senza adeguati sostegni. La tifoseria dovrà comprenderlo e sostenere l’Uesse a partire dalla prossima campagna abbonamenti. Lo stesso dovrà fare la classe dirigente cittadina che deve comprendere come la squadra di calcio sia una preziosa risorsa anche per il tessuto imprenditoriale locale che non può stare più con le mani in mano.
Giuseppe Mangialavori