Dopo un mese torna il calcio al “Ceravolo”. E’ una bella giornata di sole e per la terza volta consecutiva le aquile ritrovano il Perugia per una sfida di vertice. Non c’è una grande cornice di pubblico: dall’Umbria arrivano 150 tifosi e alla fine, ad assiepare il vetusto impianto catanzarese, si conteranno circa 3mila spettatori.
Il Catanzaro è reduce dalla vittoria di Ascoli, sofferta ma importante perché i tre punti mancavano da parecchio e il Perugia si presenta in Calabria con la voglia di rifarsi per via degli ultimi non brillanti risultati. Entrambe le compagini hanno motivazioni diverse, i grifoni giocano per la rincorsa della prima piazza, i giallorossi per consolidare un posto nei play off e una migliore posizione. La vittoria del “Del Duca” non ha destato grande entusiasmo sulla sponda catanzarese. La settimana che ha preceduto la partita è stata condita da qualche polemica sulla “giornata giallorossa”, indetta dalla società e ritenuta da qualche abbonato non necessaria dopo la cancellazione della sfida con la Nocerina.
Qualche considerazione: il sostegno a una società, che con sacrifici e abnegazione ha ridato la gioia ai tifosi di poter riparlare solo di calcio, andrebbe riconosciuto e non dovrebbe mai mancare sia nei momenti belli, quelli delle vittorie, che nei momenti meno positivi in termini di risultati. Pur rispettando le posizioni di tutti, è fastidioso voler fare i conti in tasca al presidente Cosentino che, tra tante difficoltà, porta avanti il nome di Catanzaro, ridando quella dignità perduta negli anni precedenti alla sue gestioni. Basti pensare alle condizioni dello stadio e ai costi per sostenere un campionato come la Lega Pro, dove non ci sono grossi ricavi da contributi come avviene nelle due massime serie calcistiche.
Se poi, insieme a chi dissente con giusta causa si unisce qualche profittatore del momento, che magari ha sostenuto società indegne, allora la critica costruttiva, specie per una società giovane che ha bisogno di crescere, può diventare deleteria. Per quanto attiene al Catanzaro, invece, quello che ci sentiamo di scrivere è sempre lo stesso: i risultati del campo sono spesso figli di una buona organizzazione societaria e crescere da questo punto di vista deve essere l’obiettivo primario. Con uomini che conoscono il calcio e le sue dinamiche, forse la querelle sulla “giornata giallorossa” non ci sarebbe stata, perché sarebbe bastato riconoscere all’abbonato una sorta di “porta un amico” con un prezzo speciale e tutti ne avrebbero guadagnato.
Infine, consentiteci di dire che da tre anni consecutivi giochiamo contro il Perugia e per il terzo anno di fila siamo costretti ad ospitare la società umbra e il suo entourage (compresi operatori e giornalisti) nei container. Se la stessa attenzione la ponessimo pure per queste vergognose vicende che riguardano la città, forse tutti ne guadagneremmo. Ma ora veniamo alla partita.
In settimana avevamo visto allenarsi un Catanzaro diverso e la partita di ieri l’ha confermato. Scendiamo in campo finalmente con la maglia rossa. Non è una maglia personalizzata, ma il rosso è rosso Catanzaro. Non sappiamo se il modulo adottato ieri (una sorta di 3-5-2 flessibile) sia dipeso dall’assenza di Catacchini, colpito da un attacco febbrile, ma di certo la voglia e la convinzione viste sin dai primi minuti sono state armi decisive per la vittoria.
Ieri Brevi ha cambiato oltre al modulo anche gli uomini e il loro modo di stare in campo. Bisogna dargli atto che le mosse sono state azzeccate. Analizzando i tre reparti possiamo dire che tutto ha funzionato alla perfezione. Vitiello, improvvisato dietro da centrale, con Ferraro e Bacchetti ai lati hanno dominato e vinto i duelli contro i pericolosi avversari. Vacca in cabina di regia, oltre a contrastare, ha impostato dialogando con Russotto e sciorinando giocate di categoria superiore. Marchi pendolo sulla fascia destra ha forse disputato la sua migliore partita da quando è in giallorosso e lo stesso ha fatto Sabatino sull’altra corsia. Difesa e centrocampo alti hanno supportato il reparto offensivo, guidato da un Germinale che ha fatto salire la squadra e ha dato respiro alla manovra. Anche Madonia è in netta ripresa.
Adesso si dovrà lavorare molto sulle ripartenze. Infatti, nella ripresa, quando il Perugia ha prodotto il massimo sforzo nel tentativo di raggiungere il pareggio, il Catanzaro ha sciupato per imprecisione nei passaggi, invitanti corridoi in contropiede che avrebbero chiuso la partita con meno patemi. La cronaca della partita parla di poche azioni da goal da ambo le parti. Le difficoltà del Perugia a tirare in porta e a trovare gli spazi sono due note a favore della squadra di Brevi. La vittoria è un giusto premio ed è meritata perché è stata voluta, cercata e difesa con il cuore anche da un pubblico che specie in tribuna ha colto i momenti in cui la squadra aveva bisogno del sostegno.
Il campionato è ancora lungo e ogni partita sarà una battaglia. Bisogna continuare su questa strada, il torneo di Lega Pro è livellato e squadre spettacolari non ne abbiamo visto. Proprio per questo ci piace il Catanzaro visto ieri, aggressivo e senza alcun timore reverenziale. Nel corso di un torneo ci sono per tutte le squadre gli alti e i bassi. Il Catanzaro visto all’opera dopo la sconfitta con L’Aquila ha avuto qualche contraccolpo. Così com’è fuori discussione che qualche partita vista nel girone d’andata ha lasciato l’amaro in bocca per come è stata affrontata.
Di contro c’è una squadra che ha la difesa meno battuta del torneo e che ha subito meno sconfitte rispetto alle altre. Se l’attacco non è prolifico bisogna allora, come abbiamo suddetto, lavorare sulla convinzioni dei propri mezzi nella manovra offensiva (verticalizzazioni, soluzioni con tiri da fuori) ma allo stesso tempo bisognerà mantenere la convinzione e la determinazione di volere il risultato a tutti i costi. Quella stessa convinzione che hanno avuto i fedelissimi presenti ieri al “Ceravolo” e nelle lontane trasferte di campionato che come sempre sosterranno le Aquile anche a Pontedera. Raggiungere i play off e conquistare nella griglia una posizione di vantaggio è un obiettivo possibile, poi sarà tutta un’altra storia. Sora, Acireale e Pescina insegnano. Forza Giallorossi!
Salvatore Ferragina