Lo scempio si è compiuto, sportivamente è finita, provo a battere il senso di amarezza e di nausea
che si è impadronito di me da quel messaggio ricevuto da Catanzaro lunedì pomeriggio (Us Catanzaro 1929, the End) sapendo che i momenti che viviamo sono quelli decisivi ai fini della ricostruzione del calcio nella nostra città. Il rischio è grande, e ripenso alle esperienze analoghe di Cosenza (che non fruì del lodo) e Messina. Il lodo comporta che il titolo sportivo (V. art. 52 co. 6 NOIF) viene attribuito dalla FIGC sentito il Sindaco. Questa norma porta sostanzialmente a una potenziale asta fra soggetti interessati a fruire del titolo, in quanto dopo aver presentato una domanda corrredata da fideiussione di appena 50.000 Euro si predispone un’offerta per il fondo di garanzia di allenatori e calciatori.
Il lodo, dunque, potrebbe costare molto poco, se le offerte sono poche o magari solo una o due, perchè l’asta andrebbe sostanzialmente deserta a causa di un accordo pre-Lodo fra istituzioni e imprenditori.
Veniamo a noi: ripartire uniti è la vera priorità di questi giorni, evitare che alcuni soggetti possano scendere dal carro dei falliti per saltare su quello dei salvatori non sarebbe opportuno, perchè causerebbe una frattura ancora più insanabile nella tifoseria.
Ormai lo scempio è compiuto, serve un atto di responsabilità da parte di chi, avendo sentore di essere inviso a parte della tifoseria perchè ritenuto vicino alla vecchia gestione, si faccia definitivamente da parte.
Non, magari, diciamo, per incapacità o perchè corresponsabile dello scempio. Questo è opinabile e ognuno può avere le sue opinioni. Magari i soggetti in esame non la pensano così. Ma per UNIRE e COMPATTARE una tifoseria spaccata, che deve ripartire da una soluzione convergente ed unitaria.
Scriveva un acuto utente di questo forum che potremmo assistere nella prossima stagione a un derby fra Rotelliani e Princiani. L’avete preso in giro, non capendo stoltamente che proprio questo è il rischio, quello di uno scontro fra fratelli sul campo intitolato a Ceravolo. Non sia mai, anche gli ultras del Cosenza lo hanno impedito, con un atto meraviglioso di amore per Cosenza.
Ecco, io dico a quelli che comunemente si chiamano sciacalli solo perché interessati alle spoglie dell’Us: fatevi da parte. Anche questo è amore per il Catanzaro, amore per Catanzaro. Tornate a fare i tifosi, osservate paciosamente le gesta della vostra squadra del cuore, riservate le vostre avventure imprenditoriali in altri e più redditizi campi, visto che il calcio è notoriamente un investimento a perdere. Il vostro amore riservatelo invece alle vostre famiglie.
Lasciate che il calcio rinasca da altre e più fresche forze, che potrebbero trovare il consenso di tutta la tifoseria e non il pregiudizio di molti, o sia pure di alcuni. Si, perché contano le opinioni di tutti. Divisi siamo morti, non lo avete ancora capito?
Queste mie righe, mosse solo da amore e volontà di ragionamento e da nessuna propositività di carattere pratico (non conosco un soggetto che risponda a queste caratteristiche di terzietà, ma spero che il Cielo ce lo recapiti in città), servano solo come appello all’unità.
Rivolto a tutti i tifosi, senza alcun destinatario particolare, perché fare i nomi sarebbe non solo inelegante, ma addirittura inopportuno, visto che tutti i tifosi sono uguali e di pari dignità in quanto tutti ammalati dello stesso morbo che in questi giorni ci fa essere scontrosi e apatici, contratto non si sa come per via aerea fra Via Schipani e Piazzale Jan Palach.
E rivolto, l’appello, a tutti gli imprenditori, che sappiano leggere le mie righe in modo costruttivo e assolutamente disinteressato. Ciascuno saprà leggervi una chiave di lettura, ne sono sicuro.
Per i prossimi mesi ho un sogno, e lo dico davvero: che nei bar e nei club si torni a litigare fra tifosi per le qualità tecniche di un terzino o di un centrale e non per l’appartenenza politica di questo o quel rappresentante del tifo organizzato. A prescindere dall’appartenenza del Catanzaro a questa o quella tifoseria, fosse pure l’eccellenza.
Chiudo con una notazione scherzosa: Sig. Mirante, dice la norma sul lodo petrucci che nella nuova società non possono partecipare soggetti che abbiano detenuto partecipazioni dirette e/o indirette superiori al 2% del capitale. Peccato, perché se avesse avuto il 2% al posto del 3,67% a Lei non sarebbe cambiato nulla e forse avrebbe potuto accedere al lodo. A volte anche per un 1,67% di differenza cambia la storia…
GIANNANTONIO CUOMO