“Sulla Rete dell’Emergenza e in particolare sull’esclusione del Sant’Anna Hospital dal novero dei cosiddetti ospedali “Hub”, le tesi sostenute dal commissario straordinario alla Sanità, Massimo Scura, nella sua intervista rilasciata al Quotidiano del Sud venerdì scorso, appaiono quantomeno discutibili”. E’ quanto sostiene il Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”.
“Affermare – continua la nota – come ha fatto il commissario che il S.Anna “è un privato e la rete fatta è pubblica”, aggiungendo subito dopo che “la norma generale ci dice che il privato deve essere integrato con il pubblico” ma senza spiegare come, è per un verso fuorviante e per un altro addirittura infondato. Scura dovrebbe sapere, infatti, che le strutture pubbliche e quelle private accreditate sono tutte erogatrici di prestazioni riconducibili, senza distinzione di sorta, al Servizio Sanitario Nazionale, nel quadro di quel diritto alla salute che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini. Dire che la Rete fatta è pubblica, quindi, significa introdurre una distinzione arbitraria tra pubblico e privato accreditato; distinzione che è appunto fuorviante e viziata, almeno in apparenza, da un pregiudizio che francamente sembra sopravvivere solo alle nostre latitudini.
Ed è proprio da questo punto di vista, inoltre, che le affermazioni del commissario appaiono anche infondate, se è vero com’è vero che in altre regioni italiane le scelte compiute in tema di Rete Cardiologica e Cardiochirurgica vanno in tutt’altra direzione ed evidentemente senza violare nessuna norma generale. A puro titolo di esempio, basta leggere quanto riporta il sito internet della regione Emilia Romagna, che di sicuro non può essere accusata, per storia e tradizionale orientamento politico, di perseguire il vantaggio del privato a scapito del pubblico. Ebbene, in Emilia la maggioranza degli Hub cardiochirurgici è costituita da strutture private accreditate, un’integrazione vera e non vagheggiata, come dimostra lo stesso sito internet in una pagina diversa, dove è possibile leggere che “la rete cardiologica – cardiochirurgica costituisce un esempio positivo di integrazione pubblico-privato in un’ottica non competitiva, e l’indifferenza della natura pubblica o privata delle strutture rispetto alla qualità dei servizi forniti si caratterizza anche per la partecipazione dei diversi soggetti pubblici e privati agli stessi percorsi diagnostico-terapeutici”. Fin qui l’Emilia ma si potrebbero fare, volendo, anche altri esempi.
Dunque di cosa stiamo parlando? Anzi, di cosa sta parlando l’ingegnere Scura?
Se le motivazioni dell’esclusione del S.Anna Hospital dagli ospedali Hub della Rete dell’Emergenza sono quelle date dal commissario, egli farebbe bene a trovarne delle altre e più plausibili, sempre ammesso che ci siano. Né vale l’affermazione di Scura secondo cui il S.Anna “può essere considerato un piccolo Hub specializzato”. Qui il commissario dimostra di conoscere molto poco la realtà sulla quale è chiamato a decidere. E se è vero che egli può giovarsi dell’attenuante d’essere fresco di nomina, ci permettiamo di suggerirgli un ripasso della rassegna stampa dei giorni scorsi: si farà un’idea più precisa dei volumi di attività del S.Anna e della qualità delle prestazioni che l’ospedale garantisce ai calabresi. Qui vorremmo solo fargli presente che quei numeri fanno del S.Anna Hospital non solo un’eccellenza italiana ma anche una realtà unica all’interno del sistema sanitario regionale, se parametrata sia agli standard normativi, sia a quelli condivisi dalla comunità medico scientifica.
In un ambito in cui il fattore tempo è fondamentale per salvare la vita, come pensa il commissario Scura di garantire la sicurezza dei malati?”.