Un approccio rinunciatario. È questo ciò che resta del Catanzaro nel day after post Bari. Quella del “San Nicola” sarebbe dovuta essere la prova di maturità per una squadra alla ricerca di conferme al cospetto di una big del campionato e invece la prestazione, più del risultato finale, racconta di una squadra troppo lontana dalle prime della classe.
Eppure i numeri delle Aquile prima dell’incrocio con i tanti ex che militano nel Bari, disegnavano uno score più che positivo: 11 punti nelle ultime cinque gare con le importanti affermazioni su Avellino e Teramo, fino a quel momento imbattute.
Partite nelle quali mister Calabro, doveroso riconoscerlo, aveva trovato una certa stabilità, anche di formazione. Spazio a Riccardi in difesa con Fazio e Martinelli. A centrocampo la scelta coraggiosa di spedire Corapi in panchina dando spazio a Risolo in tandem con Verna e Carlini alle spalle di due attaccanti di cui uno ben strutturato fisicamente (Evacuo o Curiale) e Di Massimo più sgusciante.
Ma soprattutto, scelte azzeccate per correggere in corsa la squadra pescando dalla panchina la carta vincente.
FALLITO L’ESAME DI MATURITA’
Per queste e per tante altre ragioni, la gara di ieri era un vero e proprio esame di maturità. Inutile girarci intorno: il Catanzaro lo ha fallito. Nessun dramma, sia chiaro, ma la consapevolezza che ad oggi il Catanzaro non possiede la caratura tecnica e mentale per competere con le grandi del girone.
I numeri della partita raccontano di un Bari che ha letteralmente bombardato la porta di Branduani con Maita, in particolare, e De Risio quasi in versione Xavi ed Iniesta dei tempi d’oro contro i malcapitati Verna e Risolo. L’ex capitano giallorosso ha tirato in porta in varie circostanze con troppa facilità ed è andato vicino al gol colpendo una traversa e chiamando in causa Branduani. Mostruoso il portiere delle Aquile sull’altro centrocampista nel primo tempo.
Per quanto il Catanzaro abbia perso di misura, ciò che fa più male è il modo in cui è arrivato il gol decisivo. Già, perché alla fine la rete le Aquile se la sono quasi fatta da soli. Prima l’errore di Riccardi su un passaggio elementare che avrebbe potuto propiziare una ripartenza pericolosa, poi il regalo di Contessa nel tentativo di tenere la sfera in campo, infine l’ingenuità di Garufo che ha concesso con troppa facilità il destro ad Antenucci e giù il cappello per l’attaccante del Bari alla sua presenza numero 500 tra i professionisti, griffata con un tiro a giro sotto l’incrocio.
Dicevamo dell’atteggiamento rinunciatario dei giallorossi, determinato senza dubbio dalle scelte di mister Calabro che ha finito per snaturare la squadra in avvio di ripresa rinunciando lle idee che tutto sommato gli avevano dato ragione nella prima frazione.
Il Catanzaro era partito con Di Massimo e Di Piazza davanti per sfruttare le ripartenze e non era andata malissimo limitando il Bari alle conclusioni dalla distanza nonostante la netta superiorità in mezzo al campo.
Poi il cambio che non ti aspetti: fuori Di Massimo, dentro Garufo con Casoli avanzato a supporto di un solitario Di Piazza in balia di Sabbione e Di Cesare con l’ex Celiento che agiva da esterno aggiunto in fase offensiva.
Il campionato non è la Coppa Italia. Il Bari costretto a vincere non vale il Chievo Verona delle seconde linee o il Genoa affrontato al “Ferraris”. La voglia dei pugliesi di portare a casa i 3 punti era molto più elevata di veneti e liguri. Perché snaturarsi quando la quadratura era stata trovata?
Si è più volte detto che quest’anno il Catanzaro ha un ottimo reparto offensivo, ma bisogna anche sfruttarne le caratteristiche perché giocatori come Evacuo e Curiale difficilmente potranno essere d’aiuto se non si arriva dal fondo a mettere palloni in mezzo. E su questo punto gli esterni stanno deludendo ampiamente. L’unico che ha dato un p0′ di brio è stato Evan’s, lasciato in panca dopo il buon impatto contro la Cavese.
Alla fine della partita si contano 13 tiri tutti pericolosi dei pugliesi contro il vuoto. L’unica conclusione nello specchio della porta l’ha effettuata Garufo, una telefonata per Frattali.
Nessuna reazione nemmeno dopo lo svantaggio. E dire che di fronte c’erano la seconda contro la quarta in classifica distanziate di 4 punti. Non proprio il classico testa-coda.
E ORA LA TURRIS
Servono risposte immediate. Serve la capictà di mettersi alle spalle la prestazione di Bari. Serve un atteggiamento diverso all’altezza della fama dei calciatori presenti in rosa.
È anche vero che il 5-1 di Terni ancora brucia e non è da escludere che nelle valutazioni del tecnico e dei calciatori, il ricordo di quella disfatta abbia inciso nell’approccio fin troppo accorto, oltre i limiti del catenaccio.
D’altra parte lo stesso mister Calabro ha parlato di percorso di crescita affermando che è da incontri come quelli di Bari che passa il futuro del Catanzaro.
E allora, se proprio c’è qualcosa da imparare dalla sconfitta del “San Nicola” è che le Aquile devono provare a giocarsela.
L’occasione per mettere in pratica la lezione arriverà domenica prossima con una partita che si prospetta tutt’altro che facile. In Calabria scenderà la Turris, attuale quarta in classifica imbattuta fuori casa da 581 giorni, ultima sconfitta a Portici il 4 maggio 2019 in Serie D. R
Sarà Branduani contro Giannone. Un incrocio che due anni fa coincise con la fine dell’avventura giallorossa a caccia della Serie B.
Stavolta il Catanzaro riuscirà a scrivere una storia nuova?
Foto di copertina tratta dalla pagina Facebook SSC Bari
Giusta disamina, purtroppo non abbiamo un centrocampo all’altezza.
Si Aquila la disamina di Capicotto è giusta se non fosse per il concetto espresso sui nostri attaccanti che non sono eccezionali secondo me, anzi su scarsi. Di Massimo è l’unico potenzialmente bravo, ma poi sbaglia gol abbastanza semplici in quantità industriale. Ma Evacuo e Curiale sono due “pistuni” con scarsa mobilità e agilità, palloni gliene arrivano pochi ma loro non ne prendono uno!!!! Sono anziani?? E’ vero ma ci sono altri giocatori con la loro età in C (vedi Vantaggiato per esempio) molto più mobili, veloci e che concludono con tiri in porta da tutte le parti del campo. Ma poi questa grande esperienza da parte loro non la mettono per niente a frutto, domenica su un pallone lungo verso l’aria avversaria, con Evacuo in vantaggio si è fatto fregare da Di Cesare in recupero, con ESPERIENZA sarebbe bastato mettersi tra pallone e avversario e forse avremmo ottenuto anche un rigore, non mi sembra molto esperto!!! Comunque è da domenica sera che dico che l’impostazione della partita da parte di Calabro non l’ho capita. Stavamo andando bene nelle ultime partite e poi contro il Bari l’ha sgarrata totalmente, con scelte tecnico-tattiche inspiegabili. Speriamo che torni normale così da vincere contro la Turris e non sarà facile.
A me pare che sia finito l effetto della sfuriata, dopo quella abbiamo battuto avellino e teramo ,…. stanno rallentando persino Casoli,Risolo.e Di massimo
Analisi spietata ma lucida.