Il Catanzaro si presenta al “Veneziani” con i suoi cinquanta tifosi al seguito e con una squadra falcidiata da infortuni e con la squalifica di Maita che pesa come un macigno.
Recupera Foresta che non è al meglio della condizione e dal primo minuto rientrano Moi e Bernardi, con il primo che paga lo stop forzato di domenica scorsa.
Nel tridente è confermato Caruso, mentre Agodirin, anche lui non in perfette condizioni fisiche, parte dalla panchina.
Le premesse della vigila e le paure, erano identiche a quelle ccon l’Andria mister Erra più che preoccupato dalla forza dell’avversario, deve fare i salti mortali per capire su quali uomini poter contare, vista la ristrettezza della rosa.
Se i miracoli di Grandi nella ripresa vanno sottolineati, è giusto pure rimarcare quelli di Erra (ne parleremo dopo) che sta davvero facendo il massimo per tirare il meglio dai suoi ragazzi.
Il primo tempo di ieri è stato senza ombra di dubbio, il migliore da quando il Catanzaro è impegnato in trasferta. Davanti c’era una squadra in forma, che la domenica precedente non aveva affatto demeritato contro la capolista Casertana.
Eppure i giallorossi, rimaneggiati, hanno affrontato la partita con il giusto piglio, e se Pisseri nella prima frazione di gioco non avesse fatto ciò che Grandi ha fatto nella ripresa, il Catanzaro poteva chiudere la contesta con almeno due goal di vantaggio.
La partita è piacevole, il Catanzaro ribatte colpo su colpo e costringe spesso il Monopoli a rincorrerlo, nei primi quarantacinque minuti il predominio territoriale del campo è dei giallorossi.
Capitan Giampà, pur non avendone le caratteristiche, riesce a non fare sentire la mancanza di Maita (l’uomo più in forma) la circolazione della palla è ottima, e sia da destra che da sinistra, con Bernardi e Squillace, i giallorossi riescono a pungere e soprattutto a dare il la alle ripartenze.
Il goal di Agnello, solito inserimento del centrocampista, prima ingabbiato con D’Urso e ora pericoloso anche sotto porta, da il meritato vantaggio alle aquile, che poi hanno il torto di subire il pari di Gambino per una disattenzione difensiva.
Se vogliamo attribuire colpe, percentualmente sono da dividere fra Grandi (forse poteva uscire sul traversone a campanile), Moi mal piazzato e Bernardi che si attarda nella diagonale.
Nella ripresa accade ciò che già era accaduto contro l’Andria. I gabbiani fisicamente sono più forti dei ragazzi in maglia giallorossa, a fare la differenza in questo contesto sono proprio i contrasti, specialmente quelli aerei, spesso vinti dagli uomini di Tangorra, che aumentano così la pressione e iniziano a crederci.
Il centrocampo del Catanzaro non è più ordinato e manovriero come quello del primo tempo; Giampà alla distanza cala, Foresta non è un gladiatore nel mezzo e Agnello con il passare dei minuti, paga dazio per il gran correre del primo tempo.
La logica conseguenza, con il baricentro che si abbassa, è che la manovra non è più fluida. Le ali giallorosse non sono fulmini di guerra nelle ripartenze e con Razzitti che fa da boa, i tre d’attacco rimangono sempre più isolati, poi, sia Squillace che Bernardi, spinti dietro dalla pressione del Monopoli, non appoggiano più la manovra nella fase d’attacco.
Il Monopoli crea una serie d’occasioni dettate anche dalla mancanza di filtro nel mezzo, troppo facile per i centrocampisti in maglia biancoverde, scodellare palloni nel cuore dell’area di rigore o fornire assist in verticale. A questo bisogna aggiungere un Moi che non guida la difesa come bene ha fatto in altre occasioni.
Due volte Croce potrebbe chiudere la sfida, ma non fa i conti con il vice di Scuffia d’inizio stagione (a scriverlo ci vengono i brividi) e poi ancora altre due volte a circa quindici minuti dal termine, prima su Luciani e poi ancora su Croce.
Nei dieci minuti finali, se prima c’erano stati i miracoli di Grandi a salvare il Catanzaro, adesso ci pensa Erra.
Inserisce Orchi, la difesa passa a cinque, è inutile puntare ancora sulle ripartenze che non ci saranno mai e il punto da conquistare diventa l’obiettivo massimo.
Un grande risultato e un grande mister per come si stava mettendo la partita, consentono al Catanzaro di uscire imbattuto dal “Veneziani” e fare felici quei cinquanta tifosi che hanno seguito la squadra, sostenendola per tutti i novanta minuti festeggiando a fine match, ben oltre il novantesimo.
Ora mancano due partite al termine del girone d’andata. L’anno si chiuderà contro l’Ischia e poi ci toccherà il Melfi. Sulla carta due squadre abbordabili, se prese con la stessa determinazione vista dall’avvento di mister Erra.
E a proposito del tecnico è doveroso soffermarci. Lo avevamo scritto già sabato scorso, dopo aver pareggiato in casa con l’Andria e lo riscriviamo oggi: questo tecnico andrebbe blindato se si vuole parlare di progetto.
È vero che bisognerà giudicarlo con una squadra a ranghi più completi e con altre ambizioni, ma è anche realistico scrivere che chissà cosa avrebbero fatto altri allenatori con la rosa non certo di primo rango di questo Catanzaro.
La società adesso non ha più quella “depressione” di inizio stagione, i risultati (sono sei quelli utili consecutivi) hanno aiutato a ricompattare l’ambiente.
Adesso con il mercato di riparazione, possono essere gettate le basi per guardare in ottica positiva al girone di ritorno, con ambizioni che non possono essere precluse, in una piazza come la nostra.
Domenica arriva l’Ischia e poi il Natale. Invitiamo i tifosi con il classico “tutti allo Stadio” e tal proposito vorremmo che lo facesse anche la società, riconquistando il proprio pubblico, riavvicinandosi agli Ultras che omaggeranno con una splendida coreografia “Massimo Capraro” cogliendo l’occasione, magari con iniziative di marketing ad hoc, per riempire di più il “Ceravolo”.
Lo meritano i ragazzi che sin dalla prima partita hanno dato l’anima fra mille difficoltà, lo meritano i tanti tifosi della provincia e quelli che malgrado tutto seguono ancora i giallorossi e non sono mai mancati, lo merita chi vorrebbe seguire e sostenere il Catanzaro, ma che per motivi contingenti non può farlo.
Forza Giallorossi.
Salvatore Ferragina
Si Salvatore, ma nella griglia playoff quest’anno quante squadre entrano per ogni girone….vietato rispondere al solito modo per gli altri forumisti …mi sembra importante chiarirlo. crazie afaquileforza
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In una bella intervista nel libro di Gianni Rivera si racconta di una partita in cui nereo rocco negli spogliatoi detto’ a formazione facendo dieci nomi. Maldini il capitano di permise di dire, ma mister giochiamo in dieci? E Rocco si batté una mano sulla fronte e disse ‘Mona che son, mi son dimenticato’, andò da Barison e gli disse, in dialetto, ‘Paolone, entra che ridemo’. Rivera gli chiese che strategia mister? E roco rispose: Albertosi (credo fosse lui) in porta e gli altri avanti. L’allenatore ha un doppio compito molto semplice: Aggregare lo spogliatoio e non imbrigliare troppo i gocatori. Per giocare a calcio bisogna lasciare sfogo alla creativita’ dei giocatori. D’Urso non e’ stato in grado di fare nessuna delle due cose. Troppo schemi. E qualcuno come straniero grande intenditore lo voleva fino alla fine.
Pareggio giusto,ottenuto dopo aver giocato un buon primo tempo,sofferto nella ripresa,bravo il Mister a cambiare modulo nel momento di maggior pressione del Monopoli,passando al 5-3-2.Complimenti a Grandi,grazie a lui siamo rimasti a galla.Si è sentita l’assenza di Maita nel mezzo a dettare i tempi di gioco.
Ma non ho capito se il merito è dell’allenatore che ha cambiato modulo o di Grandi che ha parato di tutto. Con quel cambio di modulo se al posto di Grandi c’era Scuffia o Cannizzaro ne predevamo 4.
LO MERITANO I TANTI TIFOSI DELLE PROVINCE, è meglio. <br />
Un saluto a Salvatore ed a voi tutti