di Vincenzo Capellupo
Associazione Ulixes
“Siamo gente che lascia la propria terra ma continua a conservare la propria identità, noi possiamo capire: siamo più sapienti” queste le parole con cui si è concluso il primo abbraccio che la città di Catanzaro ha voluto riservare ad uno dei suoi figli più illustri: il regista Vittorio De Seta. Un abbraccio che presto diventerà più caldo come ha ricordato l’Assessore alla cultura di Catanzaro, Antonio Argirò, anticipando di essere “ al lavoro, insieme al sindaco Rosario Olivo, per conferire la cittadinanza onoraria al maestro De Seta che tra l’altro, vanta un nonno sindaco della città dei tre colli”.
L’incontro di sabato 30 settembre, svoltosi nella Sala Concerti del comune, fortemente voluto dalla Cgil di Catanzaro, per festeggiare i 100 anni del Sindacato, avrebbe dovuto avere come momento centrale la presentazione alla stampa della proiezione del film, “Lettere dal Sahara” di Vittorio De Seta. Causa sciopero dei giornalisti si è, però, trasformato in uno straordinario momento di incontro sul meridione, sull’emigrazione e sul cinema come impegno sociale.
Tra gli intervenuti Sergio Genco, segretario generale Cgil Catanzaro –Lamezia, che ha ricordato quanto antica sia la Camera del Lavoro di Catanzaro “ la più antica della Calabria” e come essa abbia negli anni, contribuito all’affermazione dei diritti costituzionali al sud, anche con strumenti insoliti come “lo sciopero alla rovescia” . La scelta di festeggiare i 100 anni di storia del sindacato con il capolavoro di De Seta non è stata casuale ma è nata dalla necessità di riaffermare il proprio ruolo di sostegno agli ultimi e agli indifesi e di opposizione alle nuove schiavitù, siano esse precariato o caporalato.
Il maestro De Seta ha parlato più nel dettaglio del suo film prodotto con un difficile sforzo di ripresa della realtà, senza costruzione delle scene, grazie anche all’utilizzo della tecnica del digitale e alla scelta di lasciare spazio alla poesia che l’esistenza dei più umili spesso sa sprigionare. Molti hanno parlato di “lettere del Sahara” come di un film “ girato da un regista senegalese” e questo perché “ solo chi non dimentica la propria identità si può commuovere e può far commuovere per l’esistenza degli altri”. Un film, quindi , che alimenta il confronto come elemento di rinascita “ saremo salvati dagli stranieri perché noi possiamo rivendicare la nostra identità e sfuggire all’omologazione solo dal confronto”. La dialettica dell’opera di De Seta, pertanto, si oppone allo scontro teorizzato dal film “ Il mercante di pietre ” di Martinelli, in questi giorni in anteprima nel capoluogo di regione.
Tra gli altri intervenuti il direttore artistico del teatro Politeama, Mario Foglietti, che ha ricordato come De Seta appartenga “ a quella categoria minima di autori che sanno allontanarsi dalla riva del cinema fenomeno da baraccone per avvicinarsi alle sponde misteriose dell’arte”; ed ancora in rappresentanza della Cineteca della Calabria, Eugenio Attanasio, che ha ricordato il contributo fondamentale che il regista calabrese ha dato alla formazione di altri grandi autori come Martin Scorzese e Gianni Amelio.
Non resta che assistere alla proiezione del film “Lettere dal Sahara” e partecipare all’incontro con il regista Vittorio De Seta, giovedì 5 Ottobre, alle ore 18.30, presso il Cinema Teatro Comunale di Catanzaro.
VINCENZO CAPELLUPO