Davanti a cinquemila sostenitori giallorossi e una ventina proveniente dalla città abruzzese è arrivata la prima sconfitta interna delle aquile. Il Catanzaro ha meritato la sconfitta, macchiata però dalla solita diversità di giudizi della terna arbitrale. Non è un’attenuante ma chiaro è il riferimento agli episodi che hanno visto coinvolti Ferraro prima e Infantino dopo. Il fallo da tergo del difensore catanzarese è stato punito con un rosso diretto, la testata dell’attaccante abruzzese è stata sanzionata con un giallo. È questo l’unico episodio su cui recriminare, perché la parità numerica poteva e doveva essere ristabilita, applicando semplicemente il regolamento.
Al “Ceravolo” gli arbitri, abituati a dirigere gare davanti a pochi spettatori, spesso si esaltano e peccano di protagonismo, pertanto è inutile pensare a congiure o chissà cosa; è meglio guardare avanti e cercare d’affrontare il girone di ritorno nella consapevolezza che questa squadra, risultato di domenica a prescindere, può ambire a qualcosa d’importante. La coreografia degli Ultras è molto bella così come è emozionante il classico coro “Siamo la Massimo Capraro”. Peccato che la curva stia perdendo lo smalto di un tempo. L’incitamento non è continuo specie nei momenti topici della partita, quando servirebbe mettere pressione ed essere il dodicesimo uomo in campo, trascinando gli altri settori come ai bei tempi. Forse è il caso di rivedere qualcosa per far sì che il coinvolgimento della gente sia totale come avviene in trasferta.
In campo però non vanno i tifosi, ci va la squadra. E domenica a prescindere dall’inferiorità numerica per lunghi tratti della sfida, il Catanzaro onestamente non c’è stato. Per carità, l’impegno come sempre non è mancato, e significativi sono stati gli applausi dei presenti a fine partita. Però tatticamente e tecnicamente i giallorossi hanno lasciato a desiderare. La partita può essere riassunta in poche righe: il Catanzaro a inizio gara ha tentato di attaccare i rossoblu, cercando di assediarli nell’area di rigore. La squadra di Pagliari, dopo essersi assestata, è uscita fuori dal guscio e con le classiche ripartenze, che già in altre partite in trasferta erano state letali per gli avversari, ha iniziato creare difficoltà ai giallorossi.
Emblematici i problemi palesati per la prima volta in questa stagione dai difensori giallorossi, in difficoltà davanti alle iniziative di De Souza e Infantino. I due attaccanti ripartivano serviti in tutta tranquillità dai centrocampisti aquilani, liberi di agire poiché non pressati e agevolati dalla mancanza di filtro nel mezzo. Il rigore e l’espulsione di Ferraro sono la logica conseguenza di una pressione che diventava sempre più consistente. L’unica reazione degna di nota era più frutto della rabbia che di azioni manovrate. Ci riferiamo al’incrocio dei pali di Fioretti che alla fine risulterà l’unico vero pericolo creato verso la porta aquilana.
Nella ripresa non succede nulla. Il Catanzaro cerca i lanci lunghi per Germinale e i cambi apportati da Brevi, con Russotto dietro le due punte o con l’innesto di calciatori più tecnici come Tortolano e Fiore, non cambiano il corso della sfida. Il Catanzaro subisce il secondo goal e cala il sipario sulla partita e sul girone d’andata.
Adesso bisognerà guardare avanti, e la fiducia non manca perché questa squadra ha ampi margini di miglioramento. Se Brevi col materiale a disposizione potesse fare di più, non lo sapremo mai perché non c’è la controprova. Per adesso la possibilità di rimpinguare l’organico, con quegli elementi che possono portare entusiasmo e quel salto di qualità che manca, la offre il mercato di riparazione. Sia chiara una cosa: il mercato di riparazione non dev’essere visto come una bocciatura di chi in queste partite ha onorato la maglia mettendo partita dopo partita il massimo impegno. Le campagne-acquisti di riparazione servono sempre alle squadre per correggere eventuali punti deboli e sarebbe un peccato, dopo lo splendido e inaspettato girone d’andata, non intervenire.
Non entriamo nel merito dei programmi della società. È il caso di ricordare che il sodalizio guidato da Cosentino ha grossissimi meriti, su tutti quello di aver ridato un’immagine e una proprietà a una piazza come Catanzaro che negli ultimi anni aveva avuto società-fantasma. Se si riparla di calcio, di stadio e ristrutturazione, di programmi, di settore giovanile, è tutto merito del nostro Presidente che adesso può tirare le somme e capire cosa vorrà fare: tentare il salto di categoria o rimanere ancora nella terza serie calcistica. Dal punto di vista gestionale sarà lui a decidere. Noi, cronisti e tifosi, non possiamo non affermare che basterebbe poco.
Il Catanzaro di mister Brevi è “double face”: cinico in trasferta dove subisce poco o nulla, con difficoltà in casa quando c’è da fare la partita. Fare la partita è quello che manca ai giallorossi. Riavvolgendo il nastro e tornando al mercato estivo qualche considerazione tecnica va fatta. Ortoli, memore delle vergognose batoste dell’anno precedente, ha provveduto a sistemare prima di tutto la difesa: obiettivo raggiunto. A centrocampo, giocando a tre, le chiavi erano state affidate a Uliano che ha deluso le aspettative. In corsa si è dovuto cambiare, prendendo Vitiello che per caratteristiche è diverso. Il regista, che nell’intento del tecnico doveva essere l’ex del Sud Tirol, è venuto a mancare.
Infine, in attacco, è difficile lasciare in panchinai uno dei tre pezzi da novanta (Germinale, Russotto, Fioretti). I tre in trasferta si sono bene amalgamati, ma al “Ceravolo” i problemi non mancano Potrà essere il centrocampista dai piedi buoni a risolvere questi problemi? Con uno o due esterni bravi a fare le due fasi il Catanzaro migliorerà le sue prestazioni? Cosentino paga Ortoli e Brevi per risolvere tali enigmi e ora la palla passa a loro. Noi non possiamo far altro che aspettare sapendo a priori che nel bene e nel male ci saremo sempre.
L’augurio è di ritrovarci nella categoria superiore, con uno stadio degno e con tutte le componenti della città che remano tutti verso la stessa direzione. Ripetere e ribadire cosa significherebbe un Catanzaro in una categoria più consona alla propria storia è superfluo. Cosentino sa bene quanto può dare la piazza di Catanzaro intesa come tifosi., E sa anche che in una categoria superiore i ricavi aumenterebbero e con una gestione oculata, come lui ha dimostrato di saper fare, le soddisfazioni arriverebbero pure dal punto di vista economico.
Auguri di Buon Natale e di Buon Anno a tutti e come sempre Forza Giallorossi.
Salvatore Ferragina