PROLOGO
Non avevo messo in conto questo pezzo.
Ma le cose più belle sono proprio quelle che non metti in conto.
Rispetto a quando iniziai la saga degli “Un anno di calcio a Catanzaro” diverse primavere sono passate, la chioma è visibilmente imbiancata, pensieri e responsabilità sono aumentati esponenzialmente e le partite della domenica scorrono distrattamente sul piccolo schermo di un tablet, tra il pianto di un bambino ed un cartone animato in filodiffusione.
Anche la penna sembra stanca e imbolsita, scorre con la stessa difficoltà con cui vanno i giri delle gambe di un terzino alla fine di una stagione faticosa e ricca di impegni.
Proprio nelle festività natalizie che ci relegano ad un new normal, fatto di distanze, incertezza nel futuro e profonda malinconia, provo a fare il mio omaggio personale alla resilienza.
Agli affetti più cari, che ci sono e ci saranno sempre.
Agli amici di Puntonet.
Al mio papà, con cui non vedo l’ora di tornare al Ceravolo appena sarà possibile.
Alla città di Catanzaro, che non mi è mai mancata così tanto.
Alla vita che verrà.
Perché ogni giorno c’è sempre un buon motivo per essere orgogliosi delle nostre radici e dei nostri colori. E se non c’è, va bene anche quello del giorno prima.
CAPITOLO UNO – INVERNO
Il Catanzaro che si affaccia all’inizio del 2020 è in un vortice di trasformazioni.
Gli anni della gesione Noto hanno palesato enormi limiti da un punto di vista dell’organizzazione societaria, sospesi tra l’ambizione del rincorrere modelli virtuosi e l’incapacità di sostenere con convinzione le scelte operate. Il comandante sembra accontentarsi di una navigazione a vista, caratterizzata da umori instabili, risultati altalenanti sul campo e lotte intestine malcelate.
Il tutto in assenza di una pianificazione e di una visione organica su cosa voglia rappresentare il Catanzaro calcio. L’ambizione supera di gran lunga il talento nel fare calcio.
Il passaggio dal 3-4-3 di Auteri al 3-5-2 di Grassadonia non produce gli effetti sperati. I risultati stentano ad arrivare e i nervi sono a fior di pelle, come palesato dal comportamento del tecnico nella prima conferenza stampa dell’anno, in cui polemizza veementemente con un giornalista presente.
Il tecnico di Salerno afferma che “Chi vuole bene al Catanzaro dovrebbe dormire con la foto della famiglia Noto perché una società del genere non esiste nemmeno in Serie B”.
La Reggina è già ad una distanza siderale in classifica, ma Grassadonia crede ancora nelle possibilità di scalare la graduatoria e vorrebbe portare Leandro Greco a Catanzaro: il centrocampista ringrazia ma non gradisce la destinazione. In pochi giorni arrivano però Corapi, Atanasov, Contessa, Tulli, Carlini e Di Piazza, oltre al portiere Bleve.
Nel frattempo si sono già sfaldati i primi pezzi del Catanzaro targato Auteri: Figliomeni rescinde, Favalli va alla Reggiana, Signorini in prestito a Trieste mentre Maita si appresta a rafforzare la corazzata Bari. Senza troppi rimpianti vengono ceduti anche Nicastro, sulla carta un titolare ma che non ha mai convinto fino in fondo, Calì, Adamonis, Elizalde, Tascone e Mangni (quest’ultimo in prestito).
Il Catanzaro si conferma regina del mercato in termini di volumi di transazioni gestite (non certo per qualità), con pieno merito del Direttore Sportivo Pasquale Logiudice.
Si vince la prima del 2020 contro il Bisceglie (2-1) ma poi si perde in casa contro un ottimo Monopoli (1-2), subendo la rimonta al gol di Fischnaller. Sarà l’ultimo gol in giallorosso del forte attaccante altoatesino prima di approdare al Sudtirol.
Nonostante i tentativi di aggiustamenti tattici (da 3-5-2 a 3-4-3 e viceversa), la sconfitta per 1-0 a Teramo costa l’esonero a Grassadonia, dopo solo tre mesi di panchina giallorossa. Dodici gare di campionato per un amaro bottino di soli 16 punti (media punti di 1,33, inferiore all’1,6 del suo predecessore).
Sebbene la frattura con la società e con la dirigenza sembrasse insanabile, Gaetano Auteri viene clamorosamente richiamato alla guida dei giallorossi. Il tecnico di Floridia viene accolto a furor di popolo con gli applausi di duecento spettatori sui gradoni del “Mirko Gullì” per il primo allenamento.
Lui dichiara: “Questa maglia me la sento cucita addosso.Voglio far ritornare questa squadra a fare quello che sa fare”. Per quanto riguarda il rapporto con la proprietà: “Se sono stato richiamato vuol dire che c’è tanta fiducia reciproca…Mi sono sfogato nei confronti della famiglia Noto. Ho chiesto abbondantemente scusa”.
La prima della gestione Auteri-bis è un successo: 1-2 a Lentini, con reti di Riggio e del neoacquisto Tulli. La tifoseria e l’opinione pubblica locale credono in una rinascita targata Corapi-Auteri.
Il nuovo capitano sforna assist, Tulli e Di Piazza segnano a ripetizione: sembra di rivedere i meccanismi che hanno fatto sognare la promozione in B pochi mesi prima, fino al brusco risveglio di Salò. 4-0 alla Viterbese ed 1-4 al Rieti in pochi giorni, il Catanzaro sembra avere nella testa e nelle gambe la forza di riavvicinarsi alle zone alte della classifica.
Ma l’onda lunga dell’entusiasmo generato dal ritorno di Auteri sembra aver esaurito il suo effetto già a metà febbraio: prima uno scialbo pareggio interno con la Casertana (1-1) e poi la batosta subita a Francavilla (4-0) dalla Virtus di mister Trocini ridimensionano nuovamente le velleità dei giallorossi.
Il Catanzaro si presenta quindi al derby interno contro la Reggina capolista con un divario importante di classifica (21 punti), che non si percepisce sul campo nonostante la Reggina espugni il Ceravolo con gol di Rivas: la prestazione gagliarda e le buone intenzioni giallorosse si infrangono sul palo a botta sicura colpito da Carlini. La vittoria per la Reggina rappresenta un crocevia fondamentale nella strada che la porterà alla promozione diretta in B.
Nel frattempo il calcio catanzarese vive il lutto per la scomparsa di Sasà Leotta: calciatore, allenatore, innamorato dei colori giallorossi. Ci lascia un pezzo della gloriosa storia delle Aquile.
Il mese di Marzo comincia con una nuova netta e fragorosa sconfitta a Potenza (2-0), la terza consecutiva, la cui conseguenza è la decisione del Presidente Floriano Noto di portare la squadra in ritiro punitivo a Steccato di Cutro per una settimana, in preparazione della sfida interna contro il Bari.
Sul campo a preoccupare sono buchi difensivi ed un attacco impalpabile, ma l’attenzione e la paura si sposta verso un fenomeno di dimensione ed impatto decisamente più significativi: i numeri dei contagi da covid-19 crescono in maniera esponenziale in pochissimi giorni, spingendo il Governo ad adottare misure restrittive progressive che portano al lockdown nazionale con il DPCM 08/03/2020.
A porte chiuse ed in un clima surreale il 9 marzo si gioca al Ceravolo il match contro il Bari (1-1), che verrà ricordato come l’ultima apparizione dei giallorossi prima della sosta forzata dovuta alla pandemia. Il campionato viene ufficialmente sospeso fino al 3 aprile. In realtà tutti già sappiamo che il pallone smetterà di rotolare sui campi di gioco per diversi mesi.
Il Paese intero entra in una sfida assai delicata contro un nemico infame ed invisibile, che nel giro di poche settimane metterà a dura prova la tenuta del servizio sanitario, mieterà decine di migliaia di vittime e costringerà tutti noi ad una “nuova normalità”, rivedendo le nostre abitudini e stili di vita.
Il racconto di Un anno di calcio a Catanzaro proseguirà domani con la pubblicazione del Capitolo Due.
Grazie!!!
grazie