Un anno e tre giorni fa, quando a mezza stampa locale (lucida e attenta come sempre) l’idea che il Catanzaro potesse schierare tra i titolari Diomansy Kamara sembrava una follia d’inizio estate, scrissi questo pezzo: .
L’autocitazione è il più delle volte inutile (oltre che fastidiosa). Questa volta però – e mi perdonerete – la trovo assolutamente necessaria. Non saprei infatti come dimostrare meglio ciò che pensavo allora di quel ritorno. Un giocatore vero, visto e celebrato nei migliori campionati d’Europa, non ancora bollito, decideva di giocare non per qualche squadretta cinese o araba, non partiva per il Nordamerica in cerca dei dollari ma s’infilava dentro un aereo con destinazione Catanzaro.
Al netto dei “sacrifici” di rito, di cui società e calciatore parlavano, a tutti noi sembrava si trattasse di un segnale straordinario. Dopo anni spartani e fallimentari la nostra squadra poteva contare su una proprietà in grado di regalarci, insieme alla sopravvivenza, anche qualche sogno.
La foto di Kamara, Ortoli e Cosentino in camicia bianca, quella stretta di mano a sigillo dell’accordo in un ristorante romano, ha emozionato molti di noi: sapeva di “Futuro”. Con l’ingaggio di quell’ultratrentenne di successo, noi avevamo effettivamente riconquistato un’ipotesi di futuro.
In seguito molte cose non hanno funzionato. Questioni tecniche, gestionali, personali e disciplinari hanno trasformato l’intera annata dei giallorossi in una lunga e noiosa rincorsa all’estate. Tutti hanno sbagliato, tutti hanno pronunciato parole inopportune, tutti hanno contribuito con azioni e omissioni a consolidare un pensiero che da qualche tempo ci tormenta. Quale? Che qualsiasi cosa ci capiti, per quanto inizialmente meravigliosa, sia destinata a mutare irrimediabilmente in una cocente delusione. Come se a Catanzaro fosse impossibile gioire soltanto. E così, fuori dai denti, quelle poche volte che ci capita di esultare lo facciamo guardandoci intorno. A chiappe strette.
Oggi Joe dirà la sua ancora una volta – lo aveva già fatto ai microfoni di Nico De Luca – sull’intera vicenda che lo vede allontanarsi definitivamente dal Catanzaro. Dirà che Cosentino non ha rispettato i patti? Certo. Che il presidente non ha idea di cosa sia il calcio? Probabile. Che Mr. Gicos è un fanfarone e non merita il Catanzaro? Chissà. Quando una storia finisce male volano piatti e parole grosse. Specie se gli ex innamorati godono a specchiarsi in un’immagine da duri e puri.
Ma ciò che preoccupa sul serio è che Kamara si spinga oltre e dia seguito a quella frase buttata lì qualche giorno fa: “Tornerò quando un catanzarese lancerà un progetto reale concreto“. Ecco, caro Joe, questo non farlo. Per due ragioni.
La prima: io sono catanzarese e amo la mia gente ma davvero oggi non esiste qualcuno fra noi in grado di “lanciare un progetto reale e concreto” che abbia a che fare con la nostra squadra. Gli straordinari monopolisti di questa città (le cui virtù imprenditoriali andrebbero verificate in altri contesti geografici) hanno accuratamente e sprezzantemente evitato ogni occasione di legare il proprio nome a quello del Catanzaro, abbandonandolo fino all’epilogo del doppio fallimento. La politica poi, che quel progetto dovrebbe sostenere (o almeno evitare di intralciare) è la stessa che da anni si dimostra incapace di aprire e chiudere il cantiere di un’opera piccola, piccolissima come quella del “nuovo” Ceravolo.
La seconda ragione è inevitabilmente legata alla prima. Il nostro presidente si chiama Pino Cosentino e chiaramente non è catanzarese. Può piacere o no. È un uomo che fa discutere, di cui abbiamo imparato a conoscere pregi e difetti. Ci ha fatto gioire, divertire, arrabbiare. A volte ci ha lasciati senza parole. Non è un genio della comunicazione ma non ha mai tradito l’essenza del suo ruolo, quello di garante di una passione. Qui nessuno di noi è un novello de Coubertin, nessuno si sogna di sostenere che l’importante sia partecipare. “Dignitoso” è un aggettivo che può usare la dirigenza, noi puntiamo in alto, vogliamo vincere, vogliamo provarci ogni anno. Per questo se c’è qualcosa che a nostro avviso non funziona, noi semplicemente ne scriviamo su queste pagine o ne parliamo attraverso i nostri canali. Però ci è sempre chiaro un concetto: Cosentino paga, Cosentino decide. C’è qualcuno in grado di fare meglio? C’è un nuovo ricco in città? Allora si faccia avanti pubblicamente, evitando di usare una storia finita male per fare peggio. Ci regali un protagonista finalmente diverso dal solito sciacallo in salsa di morzello.
Ciao Joe, a te auguriamo buona vita, sinceramente. E qualsiasi cosa tu possa pensare adesso, sappi che qui c’è gente che ti ha voluto bene. Senza chiedere nulla in cambio.
Fabrizio Scarfone
se uno vuole fare meglio si prende il catanzaro con i fatti,senza fare parole da mercatino
PERFETTO !!!!
Joe è disposto ad acquistare personalmente la Società a costo zero coltivando grandi ambizioni sportive?<br />
Il Presidente ha più volte dichiarato la propria disponibilità a cedere gratuitamente a chi vuol far bene.<br />
Se è disposto OK altrimenti sono tutte solo parole.<br />
Personalmente preferirei che questa storia finisse nel silenzio con affetto e riconoscenza per entrambe le parti in causa!
Eccezionale!!!
Forza Joe sbalordisci tutti e compra tu il Catanzaro!!
VATTENE e non tornare mai più.
Che l obiettivo di mister Gicos era solo un operazione commerciale….questo è innegabile….Joe serviva solo per far vendere abbonamenti a prezzo salatissimo…..una volta fallito questo obiettivo…(vuoi perché il catanzarese ha mille difetti ma noneè fesso….vuoi perche la realtà decadente della città è lapalissiana….lavora solo il 10. % dei giovani….gli altri sono mantenuti da genitori e nonni……) il buon Joe veniva ingiustamente scaricato….gli si attribuivano responsabilità non sue e si veniva meno ai patti contrattuali….<br />
Voglio ricordare che Cosentino…privilegia prima il denaro…poi i rapporti umani con i calciatori…all uopo vari esempi….di gente che sudava la maglia con il cuore ed è stata mal ripagata..e maltrattata…Sirignano…Quadri….Ulloa……e tanti altri…..
"Ciao Joe, a te auguriamo buona vita, sinceramente. E qualsiasi cosa tu possa pensare adesso, sappi che qui c’è gente che ti ha voluto bene. Senza chiedere nulla in cambio".<br />
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Il pezzo non poteva finire meglio, complimenti sinceri.