Tutto da rifare

Dopo dieci giornate di campionato l’unica certezza è che adesso è tutto da rifare. Le idee di rilancio, la prima amichevole svolta a Chiaravalle in ritiro, i buoni propositi della dirigenza con l’intera tifoseria, sono ormai un lontano ricordo.

Il Catanzaro è ammalato in tutti i sensi e rischia concretamente la retrocessione. Lo dice la classifica, lo testimonia tutto l’ambiente che giorno dopo giorno si allontana sempre di più.

Sullo sfondo il rischio di rimanere invischiati in una lotta per non retrocedere non preventivata, con una squadra costruita per lottare almeno per un posto play-off. Potrebbe essere devastante e da tenere in seriea considerazione prima che sia troppo tardi.

Mister Z è il quarto allenatore della stagione. A lui si chiede il miracolo. Sul tecnico calabrese sono riposte le speranze di quei tifosi che ancora credono in una svolta tecnica. La partita pareggiata con il Melfi ha dato pochissime indicazioni, ma ha sentenziato che il lavoro per Zavettieri, che sarà coadiuvato da Spader, non sarà semplice.

Bisogna ricostruire innanzitutto il morale degli atleti che vanno in campo e bisognerà dare un’identità a questa squadra che in quattro mesi ha avuto altrettanti timonieri. 

Il “buon” pareggio di domenica scorsa, almeno per come si era messa la partita, pensando a quanto accaduto con Paganese e Messina, deve essere un punto di partenza. Non può passare inosservata, però, la precaria condizione fisica della squadra.

Sarà un caso, ma il solo Roselli che non ha svolto la fase di preparazione con il Catanzaro, sembra essere quello che ha più gamba rispetto agli altri. Domenica con il Melfi, se si potesse analizzare la partita con i nuovi sistemi tecnologici, le palle recuperate dai giallorossi si conterebbero sulle dita di una mano e i chilometri percorsi dagli atleti sarebbero veramente pochi.

Preoccupa, a nostro avviso, più la condizione atletica che il recepimento del nuovo modulo. In particolare della difesa a quattro, perché chi svolge il “lavoro” del calciatore non può non apprenderlo, altrimenti dovrebbe cambiare mestiere. Le distanze non rispettate domenica, la squadra lunga (vedi difensori troppo lontani dai centrocampisti e viceversa) sono frutto di una condizone fisica precaria che prescinde dalle capacità tecnica di un atleta.

Le tante anomalie all’interno del Catanzaro Calcio, a tal proposito, continuano con la presenza del preparatore atletico Truda (oltre a Ferrara, vice di Somma) che, per quanto suddetto e per quanto visto nella gestione degli allenamenti atletici con l’ex mister, dovrebbe almeno dare una risposta, facendosi da parte perché chi l’aveva portato non c’è più. Nel frattempo nellla giornta odierna, i due suddetti, hanno presenziato all’allenamento accomodandosi in panchina in abiti da gioco e hanno ricevuto qualche invettiva dai pochi tifosi presenti.

Anche in questo la società è in ritardo. Si aspetta il rientro di mister Gicos per le decisioni drastiche, ma un primo passo indietro oggi è stato fatto. Infatti, la parte atletica oggi è stata diretta da Umberto Nocera e Giuseppe Talotta, vale a dire i due collaboratori dello staff di Antonio Raione, che per il momento (in attesa del rientro di Cosentino che dovrà risolvere la grana con Truda e Ferrara) fungerà da supervisore.

Senza parlare poi della presenza del ds Preiti, il quale con certezza, essendo i risultati sotto gli occhi di tutti, è il principale responsabile del fallimento tecnico, poiché ha avuto carta bianca per fare e disfare: una sorta di Attila dei tempi moderni.

Sarebbero tante le domande da porre ma che non troveranno di certo risposta. Una rosa costruita con elementi fotocopia a centrocampo non si era mai vista. Una difesa che doveva giocare a quattro per caratteristiche dei calciatori e che invece gioca da mesi a tre, salvo poi cambiare a quattro, con l’arrivo di Zavettieri portato dalla società.

Un attacco senza attaccanti e senza uomini goal, con due centravanti simili per caratteristiche e che solo Somma, scelto sempre da Preiti (altra perla) poteva far giocare insieme.

Basterebbero queste poche considerazioni per non aspettare il rientro del presidente e presentare dimissioni con tanto di scuse per palesata incapacità tecnica.

Basterebbe questo per fare immediatamente qualche passo indietro ed evitare di minare la tranquillità e il lavoro del nuovo mister.

Carmelo Moro, già cresciuto nel Catanzaro e con ottimi risultati in tema di settore giovanile, Angelo Sorace, ex diesse del primo anno del salto dalla C2 alla C1, e Mimmo Giampà non hanno bisogno di alcuna spinta e presentazione.

Siamo certi che accorrerebbero al capezzale per dare una mano al Catanzaro, al presidente Cosentino e allo stesso Zavettieri (che oggi di fatto non ha un soggetto con cui confrontarsi sulle questioni tecniche), consigliandolo pure se è il caso d’intervenire immediatamente nel mercato degli svincolati.

Perché aspettare ancora? Perché non dare un segnale alla piazza e a quei pochi tifosi rimasti che ancora seguono con passione la sorte delle Aquile? Perché non tentare di riavvicinare i tifosi che non credono più in questa società?

Intanto la squadra ha ripreso ad allenarsi lunedì, mentre martedì ha riposato. È questa la prima novità portava dal nuovo tecnico. Gli allenamenti di oggi hanno visto Zavettieri impegnato in una doppia seduta. Sabato sta recuperando, oggi si è allenato con il gruppo e poi in palestra.

Sembra completamente recuperato anche Baccolo. Oggi ha svolto lavoro differenziato Cunzi.

L’obiettivo di Zavettieri, oltre a ricostruire il morale, è quello di inculcare ai calciatori il nuovo modulo e una mentalità vincente. Ci vorrà lavoro e tanta predisposizione al sacrificio.

Sullo sfondo la necessità di ridare un ruolo importante a Maita (visto davvero in forma in questi ultimi allenamenti) e a quei calciatori poco utlizzati fino ad oggi.

Operazione importante e necessaria in una rosa così male assortita come quella dei giallorossi. 

Anche domani è in programma una doppia seduta, sempre al PoliGiovino (alle ore 9.30 ed alle ore 15), con un’amichevole nel pomeriggio contro la formazione Allievi.

Salvatore Ferragina