Intervistiamo

Tribunale Lamezia: chiusura più vicina

Scritto da Redazione
Col decreto approvato oggi dal Consiglio dei Ministri via al taglio di 37 tribunali e 38 procure. Saltano anche le sedi di Paola, Castrovillari e Rossano

Con il decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie approvato oggi in Consiglio dei Ministri è stata data attuazione alla delega al Governo attribuita dalla legge per la stabilizzazione finanziaria n. 148/2011 approvata dal governo Berlusconi.

Attuando in maniera rigorosa i criteri di carattere tecnico previsti dalla legge delega, lo schema di decreto legislativo – che ora passerà alle Commissioni parlamentari per un parere obbligatorio ma non vincolante – prevede:

  • la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali e di 38 procure;
  • la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale;
  • la ridistribuzione sul territorio del personale amministrativo e dei magistrati restanti, la cui pianta organica non subirà alcun ridimensionamento.

A questa riorganizzazione si aggiunge quella degli uffici dei giudici di pace che ha già portato all’individuazione di 674 sedi che saranno soppresse e rispetto alle quali è atteso il parere delle commissioni competenti.

La riforma – afferma il ministro della Giustizia Paola Severinonon è compresa nel decreto di spending review, perché rappresenta l’adempimento di una delega che ha come obiettivo la riorganizzazione degli uffici giudiziari, con un conseguente recupero di efficienza. Sulla giustizia, infatti, non sono possibili tagli indiscriminati ma solo risparmi destinati a creare efficienza. In questi giorni ho dialogato e ascoltato le ragioni di tutti. Poi, con serenità, ho elaborato la mia proposta. Noi tutti, cittadini, magistrati e avvocati, siamo chiamati a contribuire a una giustizia più efficiente. E’ impensabile e anacronistico mantenere una geografia giudiziaria che risale ai tempi dell’Unità d’Italia: la parcellizzazione e lo spreco delle risorse giudiziarie ha raggiunto livelli talvolta imbarazzanti. Giusto per fare qualche esempio, esistono sezioni distaccate in cui ben cinque unità di personale amministrativo sono impegnate nel corso di un intero anno ad occuparsi di poco più di un centinaio di procedimenti utilizzando strutture che costano ai cittadini per le sole spese vive (utenze per luce, acqua, telefono e ordinaria manutenzione) circa 50.000,00 euro l’anno. A regime – prosegue il Guardasigilli – l’accorpamento dei piccoli tribunali comporterà risparmi e maggiore efficienza. Non andiamo più in carrozza, qualche chilometro in più percorso con mezzi più rapidi di quelli del secolo scorso e su strade migliori aiuteranno la giustizia a viaggiare più speditamente e in maniera più efficiente”.

Con la razionalizzazione delle sedi verranno dunque chiusi i tribunali e le relative procure di Lamezia Terme, che sarà accorpata a Catanzaro), oltreché le sedi di Paola, Castrovillari e Rossano che verranno accorpate a Cosenza. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Giustizia, oltre ad una presunta maggiore efficienza, si risparmieranno quasi 3 milioni di euro per il 2012, più di 17 milioni nel 2013, fino ad arrivare ad oltre 31 milioni nel 2014.

La battaglia per la salvaguardia del Tribunale di Lamezia Terme, che ormai va avanti da mesi, sembra dunque perduta, a meno di clamorosi ripensamenti. In una terra, profondamente segnata dalla ‘ndrangheta, la soppressione del tribunale potrebbe sembrare, simbolicamente e non solo, un abbandono da parte dello Stato. Il sindaco della città della Piana Gianni Speranza però non si arrende. In un commento a caldo su Twitter, Speranza definisce la proposta di decreto del Governo «profondamente sbagliata» e annuncia battagliero: «Io non mi arrendo. Questo è il momento della lotta e delle iniziative». 

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