Gli Ultras 1973 hanno organizzato un treno charter per consentire a tantissimi tifosi giallorossi di sostenere le Aquile nell’importante sfida al “Delle Alpi” contro la formazione granata. L’incontro è di quelli dal sapore antico. Il grande Toro, di cui diamo qualche cenno storico, non è sfida di tutti i giorni. Lâincontro fu fissato per martedì 3 maggio 1949 ed il Torino ottenne dalla Federazione il permesso di anticipare al 30 aprile la sfida con lâInter. La gara contro il Benfica fu davvero unâamichevole, tanti gol e Toro sconfitto 4-3: grandi feste per il capitan Ferreira e applausi per tutti. Il giorno seguente, il 4 Maggio, il Torino salì sul trimotore I-Elce per fare ritorno a casa. Il tempo era pessimo, nuvole basse, pioggia: alle 17 lâultimo contatto tra lâaereo e lâaeroporto di Torino, poi il buio. La Basilica di Superga apparve davanti al pilota allâimprovviso: una fiammata, lo schianto tremendo, la morte improvvisa. Tra le 17,01 e le 17,04 del 4 maggio 1949 morì il grande Torino ed iniziò la sua leggenda.
La rotta seguita dallâaereo era quella esatta, volava però troppo basso: sarebbero bastati pochi metri in più dâaltezza oppure un piccolo scarto laterale per evitare lâimpatto, ma il destino aveva deciso. La notizia della tragedia in un attimo fece il giro del mondo, in tutti lo sgomento fu enorme il compito più ingrato toccò a Vittorio Pozzo, che dovette procedere al riconoscimento dei suoi ragazzi. I morti furono 31, perirono anche i giornalisti Renato Casalbore (Tuttosport), Luigi Cavallero (La Stampa) e Renato Tosatti (Gazzetta del Popolo). Torino, quella Torino del dopoguerra, aveva bisogno dei granata, dello spettacolo, della gioia che sapevano offrire quei ragazzi: ora non câerano più, era tutto finito.
Dopo il riconoscimento le salme furono portate a Palazzo Madama, per il saluto della folla: una vera processo rese omaggio alle bare allineate. Una folla immensa partecipò ai funerali il 6 maggio 1949, mezzo milione di persone, forse più: tutta Torino era lungo il percorso del funerale le case erano deserte.
Tutto il mondo dello sport era presente alle esequie, tutte le squadre italiane e molte straniere fra le tante corone di fiori ne spiccava una di rose rosse con questa scritta: Josè Ferreira, ai suoi più grandi amici. In coda al corteo funebre sfilò, mestamente vuoto, il mitico Conte Rosso, il pullman usato per le trasferte dei campioni. Per varie ragioni tre componenti di quella magica squadra non salirono sullâaereo per Lisbona: Giuliano, Gandolfi e il più famoso Sauro Tomà , fermato dal medico per un infortunio al ginocchio. Anche Ferruccio Novo, bloccato dalla broncopolmonite, si salvò, così come il grande Nicolò Carosio che rimase a casa per la cresima del figlio. La stagione 1948-49 fu portata a termine dai giovani del Torino, che disputarono le ultime gare contro le corrispettive formazioni giovanili. Il Torino vinse tutte le rimanenti partite, chiudendo il campionato 1948-49 con 60 punti, cinque di vantaggio sullâInter seconda: mai trionfo più fu amaro. Il 26 maggio 1949 si assistette allo stadio Comunale ad una gara che rimarrà nella storia. Forza ragazzi, a questa sfida, al ritorno delle Aquile a Torino e prima volta al delle Alpi non si può mancare.
Tornando a noi, sono assicurate le soste per servizio viaggiatori anche a Roma Ostiense e Pisa, dove i sostenitori giallorossi potranno salire a bordo del treno e proseguire per Torino.
E’ necessario raggiungere quota 500 prenotazioni per poter assicurare il servizio Charter dedicato solo ai supporters giallorossi. AFFRETTATEVI A PRENOTARVI.