Al “Ceravolo” è ancora estate, fa caldo e malgrado la sfida in programma non sia di cartello, più di quattromila spettatori si accomodano nella stadio che aspetta la ristrutturazione, fregandosene dello streaming del canale Lega Pro.
Prima di addentrarci nel clima partita è necessario tornare indietro.
Esattamente alla settimana di preparazione alla partita e ripensare alle parole di Moriero: “sarà una guerra” aveva detto il mister e non si sbagliava.
Poche ore prima della contesa, davanti al piazzale dello stadio, nell’attesa, i commenti fra i tifosi avevano in comune la quasi certezza di fare un solo boccone del Martina.
Noi, che per vicissitudini abbiamo visto la serie A, la B, la C1 e siamo stati costretti a tanta C2 dovremmo ricordare quante volte, squadre di poco appeal, arrivate a Catanzaro, quadruplicavano gli sforzi, impegnandosi al massimo, perché giocare contro il Catanzaro e giocare in uno stadio con più gente, ti fa venire la voglia di dare il massimo.
Pertanto, pur esistendo l’evidente differenza tecnica e di qualità, spesso i valori si azzerano. Allora, cerchiamo tutti di essere umili, per primi noi tifosi e guardare avanti, sapendo a priori che di partite come quelle di ieri ne vedremo tantissime e che squadre come quella pugliese, nel nostro girone ce ne stanno tante.
Prendiamo esempio dell’accortezza di Moriero nel preparare la partita, prendiamone esempio perché non sempre assisteremo a prestazioni spettacolari; a volte bisogna accontentarsi anche dei “soli” tre punti…e scusate se è poco.
Bene la curva. Si presenta compatta quando le squadre entrano in campo, i cori dalla tribuna si sentono e partono seguendo l’evolversi della partita nei suoi vari momenti. Da Martina Franca arrivano una ventina tifosi che si sistemano nel settore ospiti.
Uno striscione goliardico ricorda la performance di Iemmello, attaccante del Foggia e catanzarese di nascita, che con un goal al “San Vito” ha castigato i tifosi rossoblu che lo avevano insultato per le sue origini della città capoluogo di regione. Sono sfottò che nel calcio ci stanno, ci dispiace solo quando si va oltre con gli insulti pesanti, anche perché è già la seconda volta che una scena del genere capita a Cosenza.
Allora fu un certo Massimo Palanca di Camerino, ma catanzarese d’adozione, ad essere insultato e la conseguenza fu una doppietta che ancora a Cosenza ricordano.
Il consiglio che possiamo dare è di non guardare i certificati di nascita dei calciatori che saranno avversari dei lupi, se i risultati sono questi.
Gli altri due striscioni commuovono, perché ricordano due ragazzi che hanno ci hanno lasciato; Vinicio Caliò, nella tragedia di 14 anni fa alle Giare e Carlo La Forza a un anno della sua morte, con la sua storia d’amore e di passione per i giallorossi, che ha commosso l’Italia intera.
La partita in settimana era stata preparata con tanti dubbi e qualche certezza per Moriero.
Ai quattro infortunati si era aggiunto Silva Reis che in settimana aveva accusato qualche problemino. Moriero ha deciso di non rischiarlo, vista la carenza di uomini che ha disponibili e ha provato una sorta di 4-2-4 offensivo che però non ha dato i frutti sperati, specie nel primo tempo.
Eppure il Catanzaro era partito bene, Russotto, che era il giocatore più in palla all’inizio ha tentato le incursioni centrali con azioni personali in velocità, grazie agli spazi creati da Ilari che agiva da finto centravanti.
Il tecnico avversario, ha però capito subito come limitare i danni, ha fatto scalare i difensori sulla linea del centrocampo creando ancor di più superiorità numerica nel mezzo, ha fatto intasare di calciatori in maglia bianco blu le corsie esterne e ha così limitato il Catanzaro che giocava anche a sfavore di vento.
Il Catanzaro è stato imbrigliato, il Martina malgrado il caldo correva di più e non lasciava spazi alla manovra dei giallorossi che spesso (soprattutto con Maiorano nel mezzo) erano costretti a rincorrere gli avversari, mentre con Vacca non si riusciva a dare respiro alla manovra.
Il risultato era, che il gioco sulle fasce era inesistente e Ilari non svolgendo il suo ruolo non riusciva a fare salire i compagni, prendendosi falli o facendo sponde per gli esterni e per lo stesso Russotto che agiva alle sue spalle.
Serviva forse un uomo in più per il centrocampo, poteva entrare Silva Reis prima, ma come abbiamo detto sopra, i due non erano al 100% della condizione fisica e Moriero ha pazientato sperando in qualche soluzione dei singoli per sbloccare la partita.
Giustamente, aggiungiamo noi, perché nella seconda frazione di gioco, il Martina non poteva correre come aveva fatto per 45 minuti e il vento, che nel primo tempo aveva condizionato la manovra dei ragazzi in maglia giallorossa, in particolare con lanci e passaggi imprecisi, adesso era a favore dei giallorossi.
La ripresa con il vento alle spalle vede un Catanzaro che lascia negli spogliatoi il fioretto e scende con la sciabola. C’è più grinta e i primi quindici minuti sono devastanti per i calciatori di Ciullo. Moriero chiama a se Russotto verso la panchina e gli spiega di infilarsi negli spazi per vie centrali aspettando il lancio in verticale dei compagni o il traversone lungo dei difensori; Ilari nel frattempo era stato arretrato nel ruolo che aveva svolto nelle prime due partite.
L’ex under 21 coglie al volo l’indicazione del suo mister e arriva prima davanti a Blevi che salva in disperata uscita, poi con il suo movimento si lancia a rete due volte e provoca le due espulsioni degli avversari e il rigore che lo stesso attaccante romano, realizza con freddezza.
Il Catanzaro ormai domina la partita, lo stava facendo nella ripresa in undici contro undici figuriamoci in superiorità numerica di due uomini. Silva Reis nei minuti finali è utile per fare salire la squadra e per mettere in movimento alle due ali, movimenti che erano mancate nel primo tempo
L’unico limite è quello di specchiarsi troppo e non chiudere la contesa, specie quando si arriva davanti l’area di rigore in netta superiorità di uomini, troppe volte le occasioni andavano sprecate.
Questi sono limiti curabili e Moriero dovrà essere bravo a perfezionarli. Il Martina cerca il goal del pareggio procurandosi un angolo che più che provocare pericoli all’inoperoso Bindi, crea spavento ai tifosi presenti, memori di qualche delusione che nel pallone è sempre dietro l’angolo.
Non vogliamo essere ripetitivi, ma partite come queste ne vedremo altre, l’essenziale è affrontarle sapendo che ogni sfida ha le sue difficoltà e che anche il fanalino di coda, come lo è ancora il Martina, può crearti problemi.
Due parole sulla società: ieri per impegni di lavoro sono mancati il presidente Cosentino e l’Ad Pecora.
Il consueto giro di campo, abitudine del patron, ieri è stato appannaggio di Ambra che ha raccolto tanti applausi e che in conferenza stampa ha dimostrato una competenza calcistica che ci ha davvero sorpreso. Tutto questo entusiasmo non può che fare bene al nostro Catanzaro, perché l’entusiasmo e la vicinanza affettiva fra tifo, società e squadra è da sempre una componente fondamentale per mietere successi.
Ora ci aspetta Melfi, squadra che affrontavamo in Seconda Divisione.
Sarà una partita difficilissima, proprio per quanto suddetto in merito al Martina. Allora adesso possiamo dirlo “Tutti a Melfi” a sostenere il Catanzaro.
Salvatore Ferragina