TORINO – Tre gol, un palo e un rigore
fallito. Ã una giornata felice per il Torino, che, battendo il
Catanzaro per 3-0, regala ai suoi tifosi una vittoria che in
casa mancava da un mese. E che nell’ ultima partita casalinga
dell’ anno al ‘Delle Alpì non arrivava addirittura dal 2000.
A sbloccare il risultato è un tiraccio di Mudingayi (21′
pt), complice la deviazione decisiva di Alfieri, che spiazza il
suo portiere e offre così l’ unica emozione di un primo tempo
giocato al rallentatore. Il Torino, con Pinga schierato dietro
le punte e Codrea distante dal cuore del gioco, non riesce a
dare continuità alla sua manovra, mentre il Catanzaro (privato,
per infortuni e squalifiche, di sette giocatori) bada soltanto a
difendersi. A rimetterci è soprattutto lo spettacolo, che non
offre soddisfazioni ai tifosi granata, oggi in festa per il
35/esimo compleanno degli ultras. Prima del fischio iniziale,
però, minuto di silenzio e commozione per la morte dell’ ex
presidente granata Mario Gerbi.
La musica, però, cambia nella ripresa quando Rossi dà una
sistemata alla sua squadra avanzando Codrea e spostando Pinga
sulla fascia sinistra. Il brasiliano diventa protagonista: in
negativo, quando al 5′ si fa parare dall’ ottimo Manitta un
rigore concesso per fallo di mano di Ascoli, e in positivo,
prima con una punizione scodellata alla perfezione per la testa
di Comotto (10′) che sfiora il palo, e poi con il gol del
raddoppio (21′). Ã suo infatti sia il tiro che finisce sul
palo, sia la ribattuta in rete con cui si fa perdonare il
penalty sbagliato.
Il Catanzaro, che dal primo tempo affianca ad uno spento
Carbone la seconda punta Cammarata (entrambi ex granata), non
reagisce e il portiere granata Sorrentino rimane inoperoso per
tutta la ripresa. Galvanizzati dal doppio vantaggio, e dalle
belle combinazioni sulla sinistra tra Pinga e Balzaretti, i
padroni di casa vanno ancora in rete (28′). Il gol arriva su
rigore, concesso di nuovo per fallo di mano che porta anche all’
espulsione di Briano. Sul dischetto questa volta si presenta
Marazzina: la palla viene intercettata da Manitta, ma il tiro
dell’ attaccante è troppo potente per essere trattenuto.
Tony Marchese