CATANZARO  Sesto minuto del secondo tempo. Il Catanzaro è da poco tornato in campo dopo un primo tempo decisamente grigio, nonostante il sole. Spingono, gli uomini di Braglia, che negli spogliatoi hanno saputo del sonoro vantaggio del Teramo a Viterbo, e dei parziali successi di Acireale e Lanciano. Spingono, i giallorossi, e trovano il gol proprio quando la gente grida ai suoi uomini migliori di inventare qualcosa che possa bucare la porta che il francese Basso sembra difendere con poca difficoltà . E quando Toledo, con la punta del piedo destro, infila l’angolino alla sinistra dopo un paio di rimpalli, il Ceravolo tira fuori tutta l’esultanza tenuta in gola per due settimane. Il Catanzaro passa, e conserverà il vantaggio fino al 94′.
Generoso l’impegno dei ragazzi allenati dal tecnico toscano, utile a sopperire a una vaga mancanza d’idee e un gioco fin troppo prevedibile. Ma quanta sofferenza per battere il Chieti, in una sfida piena di ex, in campo e in tribuna. Una partita che segna il dodicesimo risultato utile consecutivo, e soprattutto il secondo posto. Alle spalle di un Acireale che in trasferta sembra non avere ostacoli. Poco importa, però. Quello che conta, adesso, è continuare a marciare domenica dopo domenica. Armati di quel carattere determinato che ormai è una certezza, in casa Catanzaro, e di manovre efficaci. Il primo aspetto è stato fondamentale a superare un buon Chieti, magari falloso ma con gente davvero brava. Petitto, Rajcic e Califano su tutti in una formazione che nel primo tempo ha spesso fatto paura, e che solo dopo il gol ha via via ridotto il suo raggio d’azione. Pantana di Macerata, va detto, ha fatto di tutto per trasformare la gara in una sfida tra scapoli e ammogliati. Punizioni fischiate a casaccio, ammonizioni affrettate o negate, gol visti e non visti, un recupero finale un po’ abbondante. Si dirà : se succede in A di trovare arbitri in giornata no, figurarsi in C1. Ma la speranza è che arbitri così innamorati del fischietto, non se ne vedano più.
La cronaca. I circa 50 sostenitori teatini, stretti in curva est, salutano Zattarin con uno striscione che lo definisce “capitano di questo calcio modernoŠ ingrato!!”. Avrà sorriso il neo difensore catanzarese, seduto in tribuna ad assistere alla gara della sua nuova squadra. Un po’ meno dopo i primi minuti, che mostrano un Catanzaro ancora con la testa al Natale. La prima mezza occasione dei padroni di casa, infatti, arriva al 9′ su lancio di Dei, ma Petitto anticipa Alfieri proteso a colpire di testa. L’occasione vera giunge un minuto dopo: Dei crossa, Corona si coordina e lascia partire un sinistro al volo che finisce fuori di poco. Il Chieti però appare tonico. E al 13′ fa vedere le streghe: Califano raccoglie un bel lancio dalle retrovie, infila la difesa giallorossa e batte a rete solo soletto, Lafuenti scatta come un felino e respinge. Quagliarella arriva per primo sul pallone, ma il suo destro ricava soltanto un corner. Gli ospiti non mollano, e Lafuenti è costretto a uscire su Califano ancora sfuggito alla guardia di Zappella e soci.
Il Chieti picchia, Pantana fa “l’inglese” e lascia correre. Al 24′ pericoloso rasoterra di Dei, su assist di Corona, ma il primo tempo trascorre sostanzialmente all’insegna della noia. Medda, già ammonito, butta giù Corona poco dopo ma il terzino se la cava con una semplice ramanzina mentre il Ceravolo invoca la giusta espulsione. Al 36′ Cherubini ruba palla a centrocampo e va al tiro, ma è una semplice “telefonata” al numero uno giallorosso. Troppo prevedibile il Catanzaro, i suoi uomini chiave non trovano spunti. Alfieri spreca tanto, Ferrigno lo imita spesso, Briano quasi passeggia. Poi per poco non arriva il gol, quando Ferrigno che spalle alla porta colpisce di testa e coglie la parte superiore della traversa. Ci prova Alfieri, su punizione dal limite al 43′, ma la palla termina sul fondo.
Nulla da fare. Fino al gesto di Toledo, impreziosito da una finta a rientrare che disorienta tutti e manda in estasi il pubblico. Al 13′, si grida al gol quando Basso non controlla bene un lungo calcio piazzato di Alfieri. I piedi del portiere francese finiscono entrambi dietro la linea di porta, ma Pantana dice di no con la collaborazione dell’assistente Genovese. I giallorossi cominciano a giocare di rimessa, Dei e Ascoli aiutano la linea difensiva, per non parlare di Corona, a volte centrocampista altre centrale aggiunto. I fischi dell’arbitro interrompono il gioco fino all’assurdo. Potrebbe passare ancora, il Catanzaro: al 37′ Alfieri prova una fuga solitaria ignorando Corona, e al 46′, Corona entra in area e con un tocco morbido supera Basso. Ma Petitto arriva in scivolata e salva la sua porta.
Ivan Montesano