Riceviamo e pubblichiamo
Aberrante, irritante e sciocco, con questi tre aggettivi definiamo il recente comunicato dell’FC Catanzaro. Una società che, con questa nota, dimostra di essere inconcludente e dilettantistica. In un momento così difficile per la tifoseria giallorossa, sono sembrate vere e proprie provocazioni quelle diramate dall’ufficio stampa (sic!) del sodalizio guidato da Pasquale Bove. Avere scritto che la “stagione è stata complessivamente positiva dal punto di vista tecnico-sportivo, visto che la squadra giallorossa, pur partita senza proclami e senza promesse specifiche, ha raggiunto, nonostante un supporto di pubblico non all’altezza della tradizione della città e che ha pesato non poco sulle finanze della società, un importante obiettivo come quello dei playoff ottenendo in classifica finale un terzo posto assolutamente lusinghiero e che ha reso merito all’impegno, alle capacità ed alla professionalità del tecnico Provenza, di tutti i suoi collaboratori e dei giocatori i quali hanno dato il massimo per onorare al meglio la gloriosa casacca giallorossa” e la prova provata che con questa società non si va da nessuna parte.
“Senza sordi non sinda cantanu missi” diceva un vecchio detto popolano. Questa è la sintesi dell’intera stagione dell’FC Catanzaro. Una squadra che poteva tranquillamente vincere il campionato se solo ci fosse stato l’apporto economico necessario. Una squadra che ha perso il campionato a Gennaio, quando invece di rafforzarsi ha pensato a barcamenarsi alla meno peggio. Così alla fine, la colpa è dei tifosi. Che dopo anni, anni e anni di delusioni hanno ormai capito l’andazzo. Ma nonostante tutto, a discapito di quello che dicono Pasquale Bove & company i tifosi del Catanzaro ottengono un importante secondo posto in classifica per quanto riguarda la media spettatori nel girone C di seconda divisione lega Pro.
Se si analizza il dato facilmente consultabile sul sito ufficiale della Lega Pro, si evince che i supporters giallorossi sono stati in media 3.139 con un incasso medio di poco meno di 25.000 euro a partita. Senza dimenticare che le prime partite per problemi di agibilità dello stadio Ceravolo sono state giocate a porte chiuse. Ma se si leggono bene i dati, se si esclude il Cosenza, che ha disputato un campionato di vertice e che veniva dalla vittoria del campionato di serie D (quindi con l’entusiasmo alle stelle dopo tanti anni di dilettantismo), i tifosi del Catanzaro sono stati i primi in tutti e tre i gironi della seconda divisione. Infatti, nel girone A la società con maggior numero di presenze allo stadio è stata l’Alessandria con 2.243 spettatori e una media di 21.095 euro d’incasso, mentre nel girone B il Giulianova ha avuto una media di 1.341 spettatori a partita. La nostra tifoseria, addirittura, si avvicina moltissimo a quella del Foggia che ha primeggiato nel girone B di Prima Divisione, allo Zaccheria i presenti sono stati in media 4.200. Mentre il Pescina, che domenica prossima si giocherà l’accesso in prima divisione, ha una media spettatori di 320 (avete letto bene) a partita per un incasso veramente irrisorio e nonostante tutto è il secondo anno consecutivo che arriva ai play off e quest’anno “rischia” di fare il salto di categoria. L’esempio del Pescina è emblematico: quando c’è una società seria non occorrono gli incassi al botteghino per vincere i campionati.
Ci sembrava doveroso per rispetto del popolo catanzarese. Una tifoseria che, evidentemente, ha abituato troppo bene negli anni passati le società che si sono avvicendate a fronte di risultati scarsi e deludenti. Oggi il tifoso delle aquile ha capito che una società che va in giro per tutto l’anno a raccattare soldi dalle istituzione e da sponsor privati non è una società seria. Un sodalizio che non è riuscita a dotarsi di un addetto stampa all’altezza della situazione, nonostante, paradosso dei paradossi, tra gli azionisti societari figuri il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri. Una società che non ha un sito internet ufficiale e che per tutto l’anno non ha nemmeno affisso i manifesti delle partite. Una società che non ha un responsabile marketing. Una società che è stata deferita per inadempienze amministrative. Insomma una società di dilettanti allo sbaraglio che conclude il suo famoso comunicato dicendo “Il beffardo risultato della semifinale di ritorno col Pescina, frutto anche di madornali errori, ha purtroppo reso vani gli sforzi, i sacrifici e le speranze di una intera stagione, ma è ora necessario ripartire cercando di non disperdere quanto di buono si è fatto e, soprattutto, di dare continuità al calcio catanzarese. A questo proposito gli azionisti hanno sottolineato come sia assolutamente necessario che le istituzioni e le forze economiche della città si stringano attorno alla società mettendo in campo tutte le possibili forme di sostegno. Le scadenze che incombono per l’iscrizione al nuovo campionato sono infatti numerose e pesanti e l’attuale proprietà non può essere lasciata sola a sopportare il peso economico derivante dalla gestione della squadra di calcio della città”.
“Senza sordi non sinda cantanu missi” diceva un vecchio detto popolano. Questa è la sintesi dell’intera stagione dell’FC Catanzaro. Una squadra che poteva tranquillamente vincere il campionato se solo ci fosse stato l’apporto economico necessario. Una squadra che ha perso il campionato a Gennaio, quando invece di rafforzarsi ha pensato a barcamenarsi alla meno peggio. Così alla fine, la colpa è dei tifosi. Che dopo anni, anni e anni di delusioni hanno ormai capito l’andazzo. Ma nonostante tutto, a discapito di quello che dicono Pasquale Bove & company i tifosi del Catanzaro ottengono un importante secondo posto in classifica per quanto riguarda la media spettatori nel girone C di seconda divisione lega Pro.
Se si analizza il dato facilmente consultabile sul sito ufficiale della Lega Pro, si evince che i supporters giallorossi sono stati in media 3.139 con un incasso medio di poco meno di 25.000 euro a partita. Senza dimenticare che le prime partite per problemi di agibilità dello stadio Ceravolo sono state giocate a porte chiuse. Ma se si leggono bene i dati, se si esclude il Cosenza, che ha disputato un campionato di vertice e che veniva dalla vittoria del campionato di serie D (quindi con l’entusiasmo alle stelle dopo tanti anni di dilettantismo), i tifosi del Catanzaro sono stati i primi in tutti e tre i gironi della seconda divisione. Infatti, nel girone A la società con maggior numero di presenze allo stadio è stata l’Alessandria con 2.243 spettatori e una media di 21.095 euro d’incasso, mentre nel girone B il Giulianova ha avuto una media di 1.341 spettatori a partita. La nostra tifoseria, addirittura, si avvicina moltissimo a quella del Foggia che ha primeggiato nel girone B di Prima Divisione, allo Zaccheria i presenti sono stati in media 4.200. Mentre il Pescina, che domenica prossima si giocherà l’accesso in prima divisione, ha una media spettatori di 320 (avete letto bene) a partita per un incasso veramente irrisorio e nonostante tutto è il secondo anno consecutivo che arriva ai play off e quest’anno “rischia” di fare il salto di categoria. L’esempio del Pescina è emblematico: quando c’è una società seria non occorrono gli incassi al botteghino per vincere i campionati.
Ci sembrava doveroso per rispetto del popolo catanzarese. Una tifoseria che, evidentemente, ha abituato troppo bene negli anni passati le società che si sono avvicendate a fronte di risultati scarsi e deludenti. Oggi il tifoso delle aquile ha capito che una società che va in giro per tutto l’anno a raccattare soldi dalle istituzione e da sponsor privati non è una società seria. Un sodalizio che non è riuscita a dotarsi di un addetto stampa all’altezza della situazione, nonostante, paradosso dei paradossi, tra gli azionisti societari figuri il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri. Una società che non ha un sito internet ufficiale e che per tutto l’anno non ha nemmeno affisso i manifesti delle partite. Una società che non ha un responsabile marketing. Una società che è stata deferita per inadempienze amministrative. Insomma una società di dilettanti allo sbaraglio che conclude il suo famoso comunicato dicendo “Il beffardo risultato della semifinale di ritorno col Pescina, frutto anche di madornali errori, ha purtroppo reso vani gli sforzi, i sacrifici e le speranze di una intera stagione, ma è ora necessario ripartire cercando di non disperdere quanto di buono si è fatto e, soprattutto, di dare continuità al calcio catanzarese. A questo proposito gli azionisti hanno sottolineato come sia assolutamente necessario che le istituzioni e le forze economiche della città si stringano attorno alla società mettendo in campo tutte le possibili forme di sostegno. Le scadenze che incombono per l’iscrizione al nuovo campionato sono infatti numerose e pesanti e l’attuale proprietà non può essere lasciata sola a sopportare il peso economico derivante dalla gestione della squadra di calcio della città”.
Una società che si appiglia ai madornali errori arbitrali, che chiede l’aiuto economico delle istituzioni per l’iscrizione al campionato, non può rappresentarci. Ma sia chiaro, le responsabilità, non sono solo di Pasquale Bove e soci, ma anche del loro predecessore il cui disastroso operato ha determinato questa situazione. Dulcis in fundo lasciamo Gianni Improta, il baronetto, sempre lui, riesce a fare e disfare senza raggiungere alcun risultato importante “E ora di fare le valigie e di tornare una volta per tutte nella propria città natale”Catanzaro ed il club la saluta. Un appello lo lanciamo al nuovo giunto sig.Aiello, tanta passione ma non ha fatto quello che già aveva promesso di fare “Pulizia”, allora si goda la famiglia sig.Aiello la città ed il nostro club lo ringrazia per il suo interessamento, eravamo alla ricerca di un’imprenditore con la “I” non di chi si è gia’ fatto trasportare dal marciume che vi è intorno alla nostra squadra del cuore!!
Concludiamo dicendo che il nostro club, diserterà lo stadio fin quando ci saranno questi soggetti a rappresentare il vessillo giallorosso, Rimarremo tifosi del Catanzaro ma rimarremo al di fuori di questa ennesima pagliacciata. Solo con una nuova (in tutti i sensi) e seria compagine societaria torneremo a riempire le scalee del Ceravolo.
Concludiamo dicendo che il nostro club, diserterà lo stadio fin quando ci saranno questi soggetti a rappresentare il vessillo giallorosso, Rimarremo tifosi del Catanzaro ma rimarremo al di fuori di questa ennesima pagliacciata. Solo con una nuova (in tutti i sensi) e seria compagine societaria torneremo a riempire le scalee del Ceravolo.
Il Club Nicola Pellegrino
Cani Sciolti