”Non c’è nessun pericolo immediato. Abbiamo verificato tutte le informazioni in nostro possesso. Tutto va incentrato sulla prevenzione e poi sulla repressione. Non c’è stato mai un pericolo immediato né c’è ora”. Ad affermarlo è il capo del pool antiterrorismo della Procura della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Murone, dopo che ieri mattina la vicenda del ”kamikaze pentito” è stata al centro di un vertice tra gli investigatori.
Ieri la notizia delle rivelazioni fatte dall’extracomunitario a un magistrato era finita su un quotidiano locale, oggi Murone sottolinea: ”Abbiamo fatto una riunione con la polizia giudiziaria. E’ emerso che la situazione è abbastanza tranquilla per quanto riguarda noi e le notizie in nostro possesso”. La situazione, insomma, secondo il sostituto procuratore antiterrorismo è completamente ”sotto controllo”. ”Non ci sono kamikaze attivi in Calabria, né altrove”, assicura.
Nonostante le parole rassicuranti del magistrato della Dda, tuttavia, le indagini sono in corso e sono dirette ad accertare che l’uomo abbia detto la verità , e soprattutto a verificare gli eventuali collegamenti dell’extracomunitario: se cioè vi sia una rete di fiancheggiatori che avrebbero dovuto sostenere l’uomo nella sua azione.
L’extracomunitario che, secondo quanto da lui stesso raccontato ai magistrati, avrebbe dovuto farsi saltare in aria in un attentato che avrebbe dovuto mettere a segno forse a Roma, potrebbe non trovarsi più nel carcere di Paola. Dopo le sue rivelazioni, infatti, l’uomo proveniente da un Paese dell’Africa nord-occidentale potrebbe essere stato trasferito in un’altra struttura, anche per proteggerlo da eventuali ritorsioni. Sul nome del magrebino, di età compresa tra i 25 e i 30 anni, c’è il massimo riserbo.
Il ”sedicente kamikaze” era arrivato in Calabria trovando ospitalità per poi essere arrestato per un reato minore. Poi la scorsa estate l’uomo ha deciso di raccontare tutto a un magistrato.
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