Telic. Sono 1.850 i lavoratori del call center stabilizzati

Sono 1.850 i lavoratori del call center Telic che hanno ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Così come stabilito dalla legge, che prevede la stabilizzazione di una quota dei collaboratori a tempo indeterminato entro il mese di aprile di quest’anno, anche i lavoratori dei call center di Catanzaro, Cosenza e Crotone hanno ottenuto la tanto attesa stabilizzazione.
La notizia è stata resa nota dagli stessi azionisti di Telic, Gianni, Rino e Sergio Abramo che affermano come «sono proprio 1.850 i lavoratori che hanno ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato». In particolare, Sergio Abramo afferma anche che «stiamo già lavorando affinché, anche le persone non comprese nell’elenco degli stabilizzati, ma che, in ogni caso, hanno le stesse caratteristiche, possano in un futuro diventare dipendenti di Telic a tutti gli effetti».
I tre azionisti di Telic «confermano il loro impegno ad assumere quanti sono rimasti esclusi dagli accordi siglati nell’aprile 2007 con i sindacati affinché gli stessi possano rientrare in un nuovo piano di stabilizzazione».
«Certo – sottolinea ancora Sergio Abramo – la sfida si gioca sulla produttività, sull’efficienza, ma anche sul controllo dell’assenteismo che è un fenomeno molto presente nei contratti di lavoro caratterizzati da un forte impegno di risorse che per aziende come Telic, nate senza alcun contributo ed esclusivamente frutto del nostro impegno imprenditoriale e finanziario, rappresenta il fattore che più incide sull’economia di impresa».
Il 30 aprile scade il periodo previsto dalla Finanziaria 2007 per favorire accordi di stabilizzazione per i lavoratori a progetto. Sono circa 6 mila i giovani che lavorano a progetto nei call center calabresi per meno di 7 euro l’ora, dove in altri posti d’Italia ne arrivano a pagare fino a 20, riversando in gravi condizioni di precariato. «Si tratta perlopiù di trentenni – denunciarono i vertici regionali della Slc-Cgil in una conferenza stampa a Lamezia Terme – il 90%, che vivono in stato di disagio, senza che gli vengano riconosciuti i diritti previsti dalle leggi e dai contratti collettivi nazionali. La vertenza riguarda grandi gruppi come Telic (Abramo), Multivoice-Phonmedia Call&Call e Intuch che operano nelle principali città calabresi, e di queste solo qualcuno fino a oggi ha mostrato reale interesse
a sedersi a un tavolo di trattativa».

da gazzetta del sud

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Redazione

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