«In risposta al gratuito additamento nei miei riguardi mosso dalla Ferro, per non essere salita tra gli scranni del consiglio regionale, seppur capisco la sua delusione, non posso tollerare che mi vengano addebitate responsabilità che non ho, e mi duole che al suo fianco, durante la conferenza stampa, ci fossero anche due dei consiglieri che hanno votato e approvato la contestata legge elettorale».
a dichiararlo in una nota stampa è l’ex presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico.
«Mi meraviglio, inoltre, di come – continua – una persona cresciuta nella politica possa fondare tanto gravi accusazioni su dichiarazioni da altri affidate alla stampa, senza alcuna verifica. Tengo a evidenziare con chiarezza, per chi pur addentro alla vicenda non l’avesse ancora riscontrato, due aspetti importanti: in primis, che lo spostamento della discussione dalla commissione competente alla conferenza dei capigruppo, è avvenuto su decisione unanime di tutti i gruppi politici, per come già avvenuto nella precedente legislatura, su un tema fondante quale quello delle riforme; il secondo, che sulla legge elettorale non c’è stato alcun coordinamento formale e pertanto, contrariamente a quanto insinuato, nessuna “manina” ha modificato la legge dopo il voto, essendo la stessa stata promulgata per come approvata. La legge elettorale, dopo ben due anni di incontri, riunioni e discussioni, il 3 giugno 2014 è stata approvata nella regolarità più assoluta».
«D’altronde, chi ha linearmente – prosegue Talarico – interpretato la legge, in aderenza a quanto poi sostenuto dal ministero degli Interni e dall’avvocatura, oltre a essersi candidato alla carica di presidente ha, altresì, proposto la sua candidatura a consigliere.
A coloro che lamentano che per la prima volta il leader della minoranza non sia entrato in Consiglio, voglio ricordare che per la prima volta, durante le ultime elezioni, si è votato senza il voto disgiunto e, pertanto, il voto al consigliere è stato in automatico assegnato al presidente, non essendo in conseguenza un voto diretto, ma derivato dal voto al consigliere stesso.
In conclusione, invito la Ferro a non proclamarsi vittima di complottismo e a non fare illazioni fuori luogo su tematiche delicate riguardanti la rappresentatività democratica, tentando di scaricare, su di me – conclude – responsabilità proprie».