Il Catanzaro non si ferma più e peccato che il Sorrento abbia fatto il corsaro in quel di Nocera altrimenti…
Ma quello che più importa è che la zona playoff sia stata quasi agganciata. La scalata inarrestabile dei ragazzi di Domenicali non conosce stop.
Dopo i noti fatti in terra etnea, si ricomincia a parlare di calcio giocato. Il Catanzaro non risente della sosta e piazza il quinto colpo. Il giocattolo è ben oleato e mister Domenicali ha dimostrato di conoscerlo a meraviglia. C’è voluto un po’ di tempo, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo stesso dicasi per Longo. Tutte le scelte del DG hanno risposto all’appello: Morleo si trasforma in bomber dimostrando che il DG ha visto bene e Guidone (sentiremo parlare a lungo… di lui) bagna l’esordio con un gol. Meglio di così…
Le assenze? Particolare trascurabilissimo per questa squadra. Chi subentra fa il proprio dovere e anche di più e al povero Marcianise vengono rifilati i “soliti” tre gol. Non è stato facile così come non è facile mai nulla, ma il risultato finale proietta i giallorossi nei quartieri alti della graduatoria.
Le assenze? Particolare trascurabilissimo per questa squadra. Chi subentra fa il proprio dovere e anche di più e al povero Marcianise vengono rifilati i “soliti” tre gol. Non è stato facile così come non è facile mai nulla, ma il risultato finale proietta i giallorossi nei quartieri alti della graduatoria.
Se proprio qualcuno volesse fare il pignolo, potrebbe obiettare che l’ottimo rendimento delle ultime giornate sia dovuto anche al fattore campo. Ma non direbbe cosa esatta. All’ Andria, al Monopoli, al Potenza e al Gela, si è aggiunto il R. Marcianise e la collezione potrebbe continuare, perché no? Magari stile Inter… I ragazzi anche ieri hanno dimostrato una voglia matta sciorinando una prestazione maiuscola. Non si sono abbattuti dopo il pari dell’avversario e non si sono accontentati dopo il 2-1, andando a segno per la terza volta. Per il gioco e gli schemi di Mister Domenicali non ci sono differenze tra la disputa di una gara in casa o fuori. L’obiettivo è sempre uno: la vittoria. Paradossalmente dovrebbe essere più vantaggioso il confronto in trasferta. Le ripartenze e gli atleti veloci di cui dispone l’allenatore, gli potrebbero permettere di aggredire meglio chi ha (o dovrebbe avere) il dovere di proporre (così come è avvenuto nella vittoriosa trasferta di Potenza), di costruire giocando tra le mura amiche.
Ieri, soprattutto nelle fasi iniziali della gara, la supremazia è stata schiacciante e i giallorossi si sono trovati in superiorità numerica più di una volta e in ogni reparto (tranne in qualche momento di fisiologica flessione dovuto alla spinta degli ospiti).
Il futuro ci darà risposte ben precise a riguardo. Tredici gare prima della fine della regular season. Le prossime cinque (recupero incluso) vedranno il Catanzaro giocare solo una volta in casa (il 25 febbraio) nel derby contro il Lamezia e rendere visita a Rende, Cassino, ProVasto (gara da recuperare) e Celano. Questa squadra non temerà le porte chiuse, aperte o socchiuse e (ne siamo certi) paleserà tutto il suo valore anche lontano dal Ceravolo.
D’altronde la filosofia del mister (ribadita più volte anche nei commenti post-Marcianise) è bene impressa nella mente dei ragazzi: vivere alla giornata e dare il massimo senza guardare troppo alla classifica.
A tutto ciò devono aggiungersi le note positive delle reazioni in campo e in tribuna… Tifoseria caldissima seppur non numerosa e calciatori che a fine gara (per la prima volta in questo campionato) si recano sotto la curva per ricevere gli applausi della Massimo Capraro. E’ l’inizio di un discorso interrotto e che i risultati e l’impegno profuso da questi ragazzi hanno cementato oltre ogni rosea aspettativa.
La trasferta di Rende sarà l’occasione giusta per confermare il trend di questo superCatanzaro e dimostrare la maturità e la civiltà del popolo calabrese. L’auspicio è che si tratti di una bella giornata di sport e che non si vada oltre i civili sfottò che caratterizzano un simpatico e pacifico scambio verbale di vedute tra tifoserie. Perdere questa occasione sarebbe stupido.
L’ex caput mundi, (figuraccia a parte) ieri ha esternato tutti i limiti dell’ignoranza e come la violenza sia qualcosa che non fa parte del genoma del calcio, ma viene trasferita da altri “ambienti” a quest’ultimo che ne è la vera vittima. Il calcio è una cartina al tornasole del Paese visto nella sua globalità. Speriamo che a Rende vinca lo sport, perché insieme allo sport vincerebbe un’intera Regione.
Giuseppe Mangialavori