Mentre riscuote molta simpatia l’iniziativa di UsCatanzaro.net , anche i grandi campioni di un passato glorioso si mobilitano in vista della “Giornata dell’orgoglio giallorosso”, in programma domenica dalle 14 nel piazzale davanti al Ceravolo. E oggi, dopo a ritrovarsi per costruire il futuro, sono tre stelle del Catanzaro anni ’70 a vestire simbolicamente, ancora una volta, la maglia giallorossa. Alberto Spelta, Paolo Braca e Adriano Banelli quella maglia l’hanno indossata 729 volte. Ne conoscono il peso e hanno deciso di unirsi alla mobilitazione per sensibilizzare una città umiliata e rassegnata dopo la stagione più vergognosa della propria storia calcistica. Le loro parole sono cariche di affetto e di dolore, di rabbia e di orgoglio. Un’unica certezza: così non si può andare avanti. «Serve una società forte e competente», dicono. Gli stessi sentimenti che provano i tifosi, chiamati da domenica in avanti a mostrare di esserci e di volere il cambiamento. Nell’anno del 40esimo anniversario della prima promozione in serie A. Nell’anno del secondo fallimento in cinque anni.
Red
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Mi sarebbe piaciuto domenica trovarmi fuori dal Ceravolo e chieder a gran voce ad istituzioni e imprenditori locali di impegnarsi per ridare alla città una società seria e forte. Solo così si potrà ricostruire una squadra capace di infiammare di passione il cuore della gente. Una squadra di cui andare fiero quando ti chiedono “per chi tifi”? Il Catanzaro è stato e sarà per sempre l’orgoglio di un popolo. Sarò con voi idealmente, come sempre è accaduto negli ultimi 40 anni da quando ho avuto la fortuna d’indossare la maglia giallorossa. Catanzaro è la mia seconda terra. Se chiudo gli occhi sento ancora il ruggito del vecchio Militare e le battaglie contro Juve, Milan, Inter. Le nuove generazioni non hanno avuto la fortuna di vivere quel periodo: tutti insieme possiamo riscrivere la storia.
Alberto Spelta (5 stagioni, 153 partite, 2 promozioni in A)
Parlare del Catanzaro in questo periodo mi mette una tristezza… Oramai mi hanno levato puro lo sfizio la domenica di saperne il risultato. Vi sembrerà strano, ma una vittoria dei giallorossi era sempre un piacere da assaporare da solo con i miei ricordi. Quella maglia mi ha regalato i momenti più belli della mia carriera. Partite, sapori, odori che non dimenticherò mai. Come i tifosi: unici. Come unica deve essere questa pagina nera che ha portato al secondo fallimento. Avete ragione: ci vuole una società forte e competente se si vuole ritornare in alto. Non c’è più spazio per dirigenti improvvisati e arrangiati. Il Catanzaro non merita questa fine. Domenica urlate anche per me: io lo farò a distanza.
Paolo Braca (10 stagioni, 240 partite, 2 promozioni in A)
Dodici anni con addosso la maglia giallorossa. Tre promozioni in A e spesso l’onore di una fascia da capitano. Il Catanzaro è qualcosa che va oltre una squadra di calcio. Vederlo ridotto sottozero è una vergogna. Toccato il fondo, è il momento di risalire. Serve una società seria, solida, competente che possa lavorare in pace senza le solite interferenze. Solo così il Ceravolo potrà ritornare a essere uno stadio importante e non uno squallido deserto. Abito a pochi chilometri da Gubbio: in due anni stanno conquistando la B. E’ la dimostrazione che anche chi non ha i mezzi di Moratti, può raggiungere risultati importanti se la base è reale. Nel calcio attuale, più dell’attaccante da 20 gol la differenza la fa la società. E poi Catanzaro ha davvero il dodicesimo uomo in campo: i tifosi sono da serie A. E allora domenica dimostratelo ancora una volta e fate vedere che questa città non può rassegnarsi ad avere una squadra di dilettanti.
Adriano Banelli (12 stagioni, 336 partite, 3 promozioni in A)