Bar Mangialavori

Sotto la panca…

Brutta prova delle Aquile. Rincalzi insufficienti.
Catanzaro, Juve Stabia e Cisco Roma in appena tre punti.
di Giuseppe Mangialavori

Forse non si esagera se si dice che il Catanzaro più brutto edizione 2009/2010 si è visto ieri a Barletta. In terra pugliese, soprattutto nella seconda frazione di gara, il Catanzaro è apparso brutto e senz’anima. Involuto, in precarie condizioni fisiche e purtroppo con una panchina cortissima che ancora una volta ha palesato i limiti strutturali di una squadra che, al di là degli undici papabili titolari, denota le deficienze evidentemente non risolte in fase di mercato di riparazione.

Bella cornice di pubblico con la speaker barlettana che dedica un caloroso saluto alle due tifoserie che sfilano orgogliose del gemellaggio a bordo campo. Insomma tutti presenti e “più forti di ogni repressione” come recita uno striscione esposto in curva dai tifosi di casa. Diciamo subito che sul terreno di gioco soffia tutt’altra aria. Le due compagini si dimostrano vogliose e determinate a darsi battaglia, fino a sfiorare la rissa a fine gara.

Un Catanzaro in netta involuzione dicevamo, che più volte ha denotato limiti anche in fase difensiva. La prima rete dei biancorossi nasce proprio da una disattenzione del reparto arretrato che si apre al centro e permette a Simoncelli di sfruttare una prateria e presentarsi solo soletto al cospetto di Vono per poi trafiggerlo inesorabilmente. Il Cosimo Puttilli esplode tanto che la postazione della tribuna stampa, dove sono gentilmente ospitati i giornalisti catanzaresi, riceve più di una “sollecitazione”… A spegnere il fuoco biancorosso divampato più forte che mai ci pensa dopo appena cinquanta secondi il solito, onnipresente Longoni (i tifosi giallorossi sono pregati di recarsi in Vaticano per proporre una beatificazione dell’argentino). L’attaccante si fa vedere in ogni dove sul fronte avanzato e non solo, ed è l’unico insieme a Corapi a dare valore aggiunto e senso alle manovre avanzate dei giallorossi. L’assenza di Mosciaro pesa più di quanto ci si potesse aspettare. Prima del vantaggio dei padroni di casa, proprio Longoni aveva consegnato a Montella un pallone di platino che la punta giallorossa colpiva malamente di testa mandando a lato.

Il Catanzaro sfrutta solo la fascia sinistra. La fascia destra è semplicemente inesistente.

Sul secondo tempo è meglio stendere un velo pietoso.

Di Cuonzo è out. Orosz è praticamente assente, anzi farebbe meno danni se lo fosse di fatto. Ma quali sono le alternative di Mister Auteri che dalla tribuna scalpita e non poco? Al 22° della ripresa Lodi subentra a Benincasa ed al 27° Capicotto sostituisce l’evanescente Orosz. Tre minuti più tardi il Barletta batte una punizione dal vertice sinistro dell’area di rigore e Di Maio devia di testa il pallone che consente a Rescio di riportare il Barletta in vantaggio. Riesplode il Puttilli e la partita finisce qui. Alla fine mancano solo quindici minuti più recupero ed i palloni scompaiono, complici i raccattapalle che si trasformano in piccoli Houdinì grazie ai cartelloni pubblicitari utilizzati come cilindri per eclissare i palloni. Come si diceva in apertura, brutto sipario a fine gara con una rissa sedata in tempo e le due tifoserie che sulle note della vecchia colonna sonora del Pinocchio di Luigi Comencini, cantano “Barletta-Catanzaro”.

I biancorossi pugliesi vincono con merito ed il Catanzaro si lecca le ferite per la seconda sconfitta consecutiva in trasferta. Tra i due litiganti (Aquile e Vespe) a godere è proprio la Cisco Roma che con un poker liquida in trasferta il Manfredonia. Lo stesso fa la squadra di Rastelli con il Noicattaro ed ora Catanzaro, Juve Stabia e Cisco Roma sono tutte lì in un fazzoletto di appena tre punti. Traballa la prima posizione, ma è a rischio anche la seconda…sarebbe un vero peccato perdere in un solo colpo tutto quello che di buono si è conquistato. 

Il Barletta si ritrova ad un solo punto dalla zona che conta (Gela e Siracusa perdono colpi). Insomma sarà un fine campionato al calor bianco e chi avrà nervi saldi e soprattutto risorse umane sufficienti vincerà sul filo di lana. La speranza per le Aquile Giallorosse è che quei maledetti “tre punti” che mancano in classifica alla fine non siano determinanti, altrimenti tutti di corsa a Chianciano per curare il fegato malconcio…

 

Urge rialzarsi e riprendere a vincere con l’Isola Liri per far vedere ai propri tifosi e alla concorrenza che le Aquile non si arrendono. La sconfitta barlettana potrà servire al Mister nella speranza che non ci siano ulteriori infortuni/squalifiche e che gli uomini a disposizione siano sufficienti al raggiungimento dell’obiettivo che tutti auspicano.

 

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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