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Soriero chiede alla regione modifica del piano casa

“Auspico che il Consiglio regionale approvi la proposta di Piano Casa apportando le modifiche necessarie per rendere le norme attuative sia negli ampliamenti, sia nelle ricostruzioni più aderenti alla reale situazione dell’edilizia in Calabria.  E’ appena il caso di ricordare che in soli 15 anni fra il 1990 e il 2005 in Calabria sono stati edificati 269.560 ettari,pari al 26,13% dell’intero territorio regionale.   Questa percentuale altissima colloca  la Calabria al secondo posto nella graduatoria nazionale, per consumo di suolo  agricolo ben più intenso di quello registrato nelle grandi regioni del Nord sviluppato, dalla Lombardia al Veneto.

Si è costruito ovunque:nei greti dei fiumi, sugli arenili,sulle scarpate, con gravi danni per l’ambiente e per l’economia regionale. C’è stato una specie di “accumulazione primitiva” attraverso l’esasperazione di un modello acquisitivo di arricchimento individuale a spese dei beni collettivi. Ha riguardato tante fasce sociali e ha ovviamente consegnato la guida del modello agli interessi della mafia (dall’edilizia,ai lavori pubblici, al turismo).

A che serve drogare ulteriormente un settore la cui produzione va piuttosto contenuta e finalizzata?

La dotazione edilizia per il settore  abitativo censita in Calabria  al 2001 da ISTAT risulta molto elevata, pari a 1.111.314 abitazioni, di cui oltre un terzo 397.134  non occupate. In rapporto alla popolazione  al 1/1/2006  si ha una dotazione edilizia aggiuntiva   pari a circa 4,2 metri cubi all’anno per ogni abitante. Il livello annuale della produzione edilizia residenziale  è aumentato notevolmente passando dalle 4700 abitazioni all’anno nel decennio 1991-2001 ai circa 8000 permessi di costruire del 2006, un dato che conferma la crescita edilizia indipendente dai processi demografici e dal dinamismo economico.( dati SVIMEZ)

Perciò tenendo conto del dibattito nazionale e delle esperienze già in corso in altre regioni  chiedo che si delimiti il campo di applicazione della legge alle tipologie che effettivamente possono averne bisogno  (edifici mono e bifamiliari residenziali), contenendo gli incrementi volumetrici e fissando entro 12 mesi la verifica dell’efficacia delle misure adottate. 

Solo cosi si rispetta anche la proroga di 12 mesi concessa di recente  ai Comuni dal Consiglio regionale per la elaborazione del  Piani Strutturali comunali (P.S.C.)  consentendo loro una più attenta definizione delle scelte di pianificazione dell’uso del territorio.

Auspico quindi che siano accolte le proposte  già espresse pubblicamente dagli on Principe, Guccione  e Scalzo, evitando contrapposizioni  periodiche tra  le misure d’emergenza e le scelte di pianificazione strutturale.

In Calabria i dati parlano chiaro: le unità lavorative, nel settore delle costruzioni nell’arco temporale 2000-2009 son passate da 49.800 a 55.600 addetti con un incremento dell’ 1,2% rispetto ad una media nazionale del – 0,7% e del Mezzogiorno – 3,8%. (Rapporto Svimez 2010)

C’è da ricordare ad esempio un altro dato relativo alle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e manutenzioni edilizie ( 36% IRPEF  e 10% IVA ) che ha portato la Calabria ai primi posti con un incremento del 19,4% nell’utilizzo delle agevolazioni. Mentre però nelle regioni del centro nord sono state attivate dal 1998 al 2009 ben 24,6 operazioni di ristrutturazione ogni 100 abitazioni occupate la Calabria chiude la classifica con solo 4,2  restauri su 100 alloggi.

Essendo perciò evidente la marginalità del restauro rispetto al dilagare di nuove costruzioni, insisto a chiedere che il Consiglio regionale autorevolmente compia le scelte più adeguate”.

Autore

Salvatore Ferragina

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